DI AUGUSTO GRANDI
Prendi due politici del Pd e mettili a scrivere un “noir” ambientato tra Torino e Langa.
E, per completare il quadro, inserisci il tutto negli ultimi giorni di campagna elettorale che hanno portato alla guida di Torino il loro compagno Stefano Lo Russo (ora Stefano L’ucraino). Poteva uscirne un polpettone illeggibile, una squallida operazione di propaganda partitica ammantata di un raccontino giallo per nascondere i veri obiettivi. Invece Michele Paolino, con la collaborazione di Sergio Chiamparino, è riuscito a scrivere una storia gradevole, leggibile anche al di fuori delle sezioni del partito o delle bocciofile di riferimento.
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