Il 7 settembre ricorre la seconda Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione A/RES/74/212 del 19 dicembre 2019.
Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani celebra la giornata ed accoglie l’invito dell’ONU all’azione per allineare i nostri sforzi e rivendicare il nostro diritto all’aria pulita.
Il tema del 2021 è “Aria sana, pianeta sano” per dare la priorità alla necessità di aria sana per tutti, nell’ambito degli obiettivi di lotta al cambiamento climatico, della tutela della salute umana e planetaria, nonché degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
La pandemia che stiamo ancora attraversando ha insegnato che l’inquinamento è una questione sanitaria e la cronaca nazionale ci dimostra quanto possa essere pericoloso respirare aria inquinata.
Il Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) sulla qualità dell’aria in Europa, pubblicato il 23 novembre 2020, infatti, stima che in Italia siano 52.300 le morti premature ogni anno causate da elevati livelli di particolato fine (PM2,5), 10.400 quelle dovute al biossido di azoto (NO2) e 3.000 quelle per l’ozono (O3). Un simile impatto sulla premorienza della popolazione è legato al mancato rispetto da parte del Nostro Paese dell’obbligo sancito dal combinato disposto dell’articolo 13 e dell’allegato XI della direttiva 2008/50/CE del 21 maggio 2008 del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla “qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa” per la cui violazione siamo stati condannati dalla Corte di giustizia europea con sentenza del 10 novembre 2020.
Il Rapporto realizzato dalla Procura di Napoli Nord e dall’Istituto Superiore di Sanità sulle insorgenze di malattie nella «Terra dei Fuochi» come tumore al seno, l’asma, varie forme di leucemie e le malformazioni congenite ha confermato il loro nesso di causalità, o concausalità, con lo smaltimento illegale dei rifiuti e con i roghi con cui quotidianamente la cittadinanza è costretta a convivere.
Ed ancora questa estate abbiamo assistito ad una vera e propria aggressione di intere aree geografiche con incendi dolosi. La devastazione subita dai nostri territori è impressionante, secondo le stime di Coldiretti su dati Effis sono stati registrati il 256% di incendi in più rispetto alla media storica del periodo 2008-2020 che hanno riguardato decine di migliaia di ettari di boschi e macchia mediterranea, con un pesantissimo costo in termini di vite umane, di campi, animali selvatici, pascoli, ecosistemi e in termini economici. Ener2Crowd.com, inoltre, ha quantificato l’incidenza degli incendi di questa estate sulla concentrazione di Co2 nell’aria in un aumento del 7%.
È una situazione allarmante.
Le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno ridotto il limite consentito di particolato di biossido di zolfo, ozono e biossido di azoto nell’aria portandolo da 70 a 20 microgrammi per metro cubo. Tale contenimento, se adottato da tutti gli stati, potrebbe ridurre la mortalità del 15% e ridurre l’incidenza delle malattie dovute a infezioni respiratorie, delle malattie cardiache e dei tumori al polmone.
Tali azioni volte alla diminuzione dell’inquinamento atmosferico contribuirebbero, inoltre, ad un calo nelle emissioni di gas che influiscono sui cambiamenti climatici. Fenomeni, quest’ultimi, ormai notoriamente legati alla nostra salute ed alla civiltà umana, sia perché accelerati dalle attività umane sia perché possono costituire una concreta causa di estinzione di massa del genere umano.
Uno studio del National Center for Climate Restorationaustraliano ha individuato nel 2050 l’anno dell’inizio dell’irreversibile collasso degli ecosistemi della Terra con l’aumento della temperatura globale di 3 gradi per raggiungere i 5 gradi nel 2100. In un simile scenario non sarà la Terra a rischiare concretamente la distruzione, ma l’umanità. La terra vive da quattro miliardi di anni, durante i quali ha attraversato fasi di surriscaldamento anche più drastici di quello a cui ci accingiamo ma mai lo ha fatto negli ultimi duecento mila anni da quando, cioè, esiste l’uomo sulla Terra.
La crisi climatica, dunque, non va affrontata come una questione solamente ambientale ma come una questione principalmente umanitaria.
È per questo motivo che riteniamo che ogni crimine perpetrato contro l’ambiente e gli ecosistemi debba considerarsi un crimine contro l’umanità e la pace.
Il CNDDU sostiene vivamente l’introduzione dell’ecocidio nel novero dei crimini della giurisdizione della Corte penale internazionale per assicurare una fondamentale garanzia per la tutela ambientale e per le future generazioni.
Come riconosciuto dal Rapporto del segretario Generale dell’ONU UN SG A/73/419, infatti, il regime legislativo ambientale internazionale esistente è frammentato, incompleto, poco chiaro e poco reattivo, per cui urge un intervento legislativo armonizzato tra tutti gli Stati al fine di perseguire l’ecocidio nella più ampia scala possibile.
Le studentesse e gli studenti si apprestano ad affrontare il nuovo anno scolastico con le rinnovate incertezze dovute alla diffusione dei contagi avendo, oggi più che mai, bisogno di aria pulita nelle aule, nelle case, nelle città.
Le aule non hanno ricevuto interventi strutturali di adeguamento alle nuove esigenze anticontagio, né è stato ridotto il numero degli alunni, pertanto, ancora una volta, è affidato agli insegnanti il compito di assicurare la salubrità dell’aria nelle aule scolastiche attraverso la frequente areazione degli ambienti.
Per l’avvio dell’anno scolastico invitiamo le studentesse e gli studenti a riflettere sull’importanza di respirare aria pulita per sensibilizzare la loro attenzione sulle scelte quotidiane di tutta la comunità che possano compromettere tale diritto. Dopo un confronto peer to peer, potranno realizzare un “piano strategico per l’aria pulita per il cielo blu della propria città” da inviare alle autorità comunali che possano recepirne le proposte.
Concludiamo con un monito molto significativo del professor Telmo Pievani (Dipartimento di biologia dell’Università degli studi di Padova): Serve un’azione politica che azzeri il debito ambientale che stiamo lasciando ai nostri figli.
Ispirandoci a quanto sopra lanciamo per la giornata due hashtags: azzera il debito ambientale ed ecocidio crimine contro l’umanità.
#azzeraildebitoambientale
#ecocidiocriminecontrolumanità
prof.ssa Veronica Radici
CNDDU
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