Di Gian Giacomo Migone
“Odo augelli far festa in casa PD di Torino e dintorni.
Come ovvio, lo stesso vale per la destra torinese. Dopo l’annuncio, umanamente comprensibile e politicamente ineccepibile, con cui Mauro Salizzoni toglie di mezzo la propria candidatura, la pur risicata maggioranza postrenziana con un colpo solo si libera del candidato con le carte migliori per vincere la corsa di sindaco in epoca di pandemia, opporre un diniego alla coraggiosa e lungimirante proposta di Chiara Appendino, trincerarsi dietro allo strumentale rifiuto di coinvolgere la città con primarie aperte, consolidare una candidatura, quella di Lo Russo, soltanto capace di consolidare i pur claudicanti equilibri interni.
Mauro Laus docet! Dopo Saracco e la pur bizzarra non candidatura di Marchisio, fuori un altro. Tuttavia, ho troppa stima dei miei concittadini per rassegnarmi a questo esito. E’ giunto il momento per tutte gli uomini e tutte le donne libere e forti – le antiche parole di Luigi Sturzo, giustamente riprese da coloro che in questi giorni si battono a Roma contro l’autoliquidazione del PD – di far sentire la propria voce, accogliendo la proposta di Chiara Appendino, per fare della nostra città la sede di sperimentazione della sola alleanza capace di affrontare le sfide derivanti dalla minaccia, in senso metaforico e reale, alla salute pubblica, dalla crescente diseguaglianza aggravata dalla pandemia. Per cogliere le occasioni offerte dal Recovery Fund, per una bella città ecologicamente più sana e più ricca di occasioni di lavoro, soprattutto per giovani, anche immigrati, oggi privi di prospettive.
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