Signora mia, l’odore pungente delle sardine può piacere, però qui in collina sta diventando fastidioso, eccessivo. Ebbene sì, signora mia, le sardine puzzano.
È durato poco l’idillio tra la gauche caviar della Torino bene, collinare, ed i maleodoranti esponenti dello spintaneismo (perché di spontaneo c’era poco) giovanile antisalviniano. La sinistra che piace alla gente che piace si è stancata di giocare con i giovanotti un po’ ottusi e tanto ignoranti. È vero che le sardine potevano rappresentare una discreta base elettorale, ma solo a patto di tacere e di limitarsi ad ubbidire. Lasciateci lavorare, hanno spiegato i radical chic. E ne hanno fatto anche una questione generazionale. Voi, le giovani sardine, proseguite con il vostro onanismo post adolescenziale. Noi, la gauche che ha fatto la Holden dopo l’Erasmus, ci occupiamo di questioni serie con Berruto, Verri, Zagrebelsky…
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Adesso la gauche torinese della collina ha scoperto che le sardine puzzano
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