Firmata dallo chef stellato calabrese Luca Abbruzzino. Dal 1° giugno tutti i 12 i locali dell’insegna hanno riaperto le porte. Fra le nuove pizze del menu primavera/estate la pizza ispirata alla Calabria: un inno all’artigianalità del sud
Dal 18 maggio al 1° giugno tutti i 12 locali di Berberè, l’insegna di pizzerie creata dai fratelli Aloe, si sono riattivati riaprendo le porte alla propria clientela. Dove possibile è stato ampliato il dehor esterno mentre all’interno i locali sono stati predisposti per il rispetto delle distanze di sicurezza. Lo staff è pronto ad accogliere la clientela con l’applicazione di tutte le norme di sanificazioni vigenti.
Come ad ogni cambio di stagione è disponibile un nuovo menu primavera/estate, all’insegna della qualità. Accanto alle pizze classiche troviamo quelle con prodotti di stagione come la Zucchine con zucchine al forno, feta, olive nere, pomodorini confit, fiordilatte o la Norma con melanzane al forno, pomodoro, fiordilatte, ricotta affumicata, basilico. E se la pizza non gode ancora della stella Michelin, è la stella Michelin ad arrivare sulla pizza. Infatti novità assoluta nel nuovo menu è la pizza ideata dallo chef Luca Abbruzzino, giovane stella della cucina italiana e calabrese, premiato anche quest’anno dalla Guida Michelin. La pizza calabrese con Nduja di Spilinga, peperoni arrosto, olive nere, capperi, pecorino crotonese, fiordilatte, menta è non solo un omaggio alla terra d’origine dei fratelli Aloe e dello chef di Catanzaro, ma vuole essere anche un inno ad una ripartenza che metta al centro la qualità come sinonimo di artigianalità e sostenibilità.
Berberè riparte e lo fa come sempre nel suo stile valorizzando il lavoro dei piccoli produttori indipendenti italiani. Questa pizza, come le altre, ne è un esempio lampante. Per la farcitura viene usata la ‘nduja di Luigi Caccamo, un artigiano che dal 2004 realizza un prodotto con materie prime locali di alta qualità; peperoni arrosto conditi con menta fresca, un abbinamento tipico del Sud; una grattugiata di pecorino crotonese DOP dell’azienda Maiorano, un caseificio storico da sempre a gestione familiare che, fin dai primi del ‘900, si rifà per la produzione dei formaggi all’antica tradizione rurale del XV secolo; capperi e olive nere e un immancabile giro di olio d’oliva biologico dell’azienda agricola Aliva di Gregorio Paone nel catanzarese. Una pizza che è un’ esplosione di sapori mediterranei.
Matteo Aloe, chef e fondatore di Berberè spiega così com’è nata l’idea di questa proposta: «La crisi che stiamo vivendo e che vivremo da qui ai prossimi anni mette a rischio tutti, ma ancor di più i territori più fragili e quindi anche gli artigiani che lavorano in questi territori. Mi è venuto quindi spontaneo pensare alla Calabria e ai suoi meravigliosi resistenti-artigiani, perché tutti parleremo di Wall street e Piazza Affari ma sarà difficile parlare di chi produce pecorino nel crotonese, vino nel cosentino, nduja nel vibonese. Portare queste eccellenze in tutti i nostri locali sparsi per l’Italia è il nostro piccolo contributo perché ci sia una ripresa sotto l’insegna della sostenibilità e dell’etica del lavoro.»
La prenotazione non è obbligatoria ma è consigliata. È possibile prenotare il proprio tavolo telefonicamente o attraverso il sito: www.berberepizza.it/prenota/
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