GUSTO

Mammà Isola di Capri porta il profumo di mare alle OGR di Torino

“Il mare dentro”: la nuova rotta gourmet di Raffaele Amitrano tra Capri e Torino

C’è un momento, entrando alle OGR di Torino, in cui si dimentica la città. Forse è l’architettura imponente, forse l’energia creativa che vibra tra queste mura post-industriali. Da poco, a rendere ancora più speciale questa atmosfera, è soprattutto il profumo del mare che conquista chi varca la soglia di SNODO: è l’effetto del nuovo menù estivo firmato dallo chef Raffaele Amitrano per Mammà Isola di Capri, raffinato spin-off torinese dello storico ristorante stellato di Capri.

Il titolo scelto, “Il mare dentro”, non è una metafora. È una dichiarazione d’intenti. Amitrano non si limita a cucinare il mare: lo racconta, lo interpreta, lo porta in tavola con la grazia di chi ne conosce l’anima. E riesce, con sorprendente equilibrio, a far dialogare il respiro salmastro di Capri con la concretezza piemontese, creando un ponte gastronomico tra Sud e Nord che è, prima di tutto, un gesto d’amore.

Il percorso comincia con un benvenuto carico di semplicità e memoria: la pizzetta caprese, friabile e leggera, riporta alla mente l’infanzia, le estati in terrazza, i profumi del forno. Leggermente piccante, la pizzetta caprese è un assaggio studiato per risvegliare le papille gustative e preparale a un viaggio che sa di estate, sole e Mediterraneo.

Segue uno dei piatti più emblematici della nuova carta, “Capri Torino andata e ri-Tonno”, una rivisitazione del carpaccio di tonno alla napoletana, qui arricchito da un gel di cipolla alla genovese cotto per sei ore, e accompagnato da mela annurca. È un piatto stratificato, costruito con intelligenza e memoria, dove l’intensità degli ingredienti si stempera nella dolcezza della frutta, e il risultato è elegante.

“Come un’insalata di mare” è un’idea affascinante: alghe, limone salato, emulsione di ricci racchiusi in una rondella di calamaro. È un boccone che sa di fondali e di fantasia, un gioco di consistenze e iodio. Forse il calamaro, nella sua struttura, avrebbe potuto offrire una morbidezza leggermente più avvolgente, ma l’intuizione rimane forte e stimolante, capace di evocare immagini e sapori di profondità marine.

Tra i primi piatti, il “Vesuvio di Gragnano con scarola, alici marinate, fonduta di Moscione e tarallo” si presenta come un incontro deciso tra terra e mare. La pasta di qualità accoglie la delicata amarezza della scarola e la sapidità delle alici, mentre la fonduta di caciocavallo sorrentino — il Moscione — avvolge il piatto in una nota cremosa e intensa. È una composizione audace, forse con un accostamento — quello tra alici e Moscione — che sorprende più di quanto convinca fino in fondo, ma che proprio per questo apre a una riflessione sulla sperimentazione e sulla ricerca del gusto.

Il “Baccalà alle erbe fini, la sua brandade e peperoni” è invece una piccola sinfonia ben risolta: il baccalà mantecato trova rifugio in un peperoncino verde, in un gioco di dolcezze e sapidità che Amitrano completa con un tocco piemontese – qualche goccia di aceto di Barolo – che dà profondità e sottolinea l’anima ospitale del piatto.

Il “Baccalà alle erbe fini, la sua brandade e peperoni” si rivela il piatto forse più compiuto dell’intero menù. Qui Amitrano orchestra con sensibilità tre elementi che dialogano in modo armonico e preciso: il baccalà mantecato, avvolto in un peperoncino verde; il baccalà alle erbe fini e un carpaccio di baccalà servito con cruditè di peperoni; e una salsa ai peperoni che lega tutto con una dolcezza vellutata e vibrante. È un piatto in cui ogni componente ha una voce distinta, ma contribuisce a un insieme coerente, elegante, profondo. Il tocco di aceto di Barolo, misurato e calibrato, aggiunge un accento locale senza forzature, e completa una composizione che conquista senza alzare la voce, ma lasciando un ricordo nitido e persistente.

E quando si pensa che il percorso stia per concludersi, arriva un pre-dessert sorprendente: una delicata crema al caffè con crumble di mandorla, spuma di limone e una spolverata di polvere di cappero, che gioca sui contrasti e rinfresca il palato. Un piccolo, raffinato intermezzo che rinfresca il palato e lo prepara all’ultimo, goloso atto. Un passaggio armonioso e intrigante esaltato da un Vermouth Superiore Gran Torino.

Il gran finale che lascia il segno è “Melanzana, cioccolato e caffè con nocciola e caramello”. Un omaggio alla melanzana al cioccolato amalfitana, reinterpretata con eleganza e coraggio, dove la dolcezza della nocciola e la nota profonda del caffè si intrecciano in un equilibrio che richiama, con grazia, i sapori autentici del Piemonte.

A completare il percorso, due cocktail a firma Gran Torino raccontano la stessa storia con spirito liquido. “Torino-Capri/esperienza liquida”, servito all’aperitivo, unisce Gran Torino Superiore in purezza e soda al limone della costiera con una sfoglia di mela piemontese in soluzione salina: fresco, preciso, evocativo. Il gran finale arriva con “Espresso”: infuso al Caffè Special Terra di Lavazza e baccello di vaniglia, con fiore di cappero siciliano che gioca con il dolce e il salato e riduzione di Vermouth. Un sorso che è viaggio e sorpresa, e che sigilla il menù come un punto fermo carico di aroma e visione.

Con questa proposta estiva, Mammà Isola di Capri si conferma ben più di un’estensione del ristorante di Capri: è un luogo dove l’identità si rinnova attraverso il dialogo tra territori e culture. E dove il talento di Raffaele Amitrano incontra l’eleganza moderna delle OGR, in un contesto curato con attenzione anche nell’accoglienza, grazie alla direzione discreta e sapiente del restaurant manager Fabio Buratti.

“Il mare dentro non è solo un menù: è un sentimento, un ricordo, un’idea di cucina che parla di radici e di futuro”, racconta lo chef. E ha ragione. Perché questa nuova carta non è semplicemente un viaggio nel gusto, ma un racconto che lascia spazio alla memoria, al territorio e a chi, come Amitrano, sa trasformare una tradizione in qualcosa che ancora non c’era. Un invito a perdersi tra i sapori e ritrovarsi in un’idea nuova di cucina italiana.Ad accompagnare i piatti una selezione di vini pensata per esaltare ogni sfumatura del gusto. Tra le etichette in carta spicca il Bersano Arturo Brut, uno spumante piemontese Metodo Classico dal perlage fine e persistente, perfetto per aprire il pasto con freschezza e delicate note fruttate, ideale accanto ai crudi di mare o a un antipasto leggero.
Proseguendo, la tavola si è impreziosita con un bianco delle Langhe, il Vionié 2020 di Sordo, espressione elegante del vitigno Viognier: profumi di fiori bianchi e frutta a polpa gialla anticipano un sorso morbido e avvolgente, perfetto per accompagnare primi piatti di pesce e ortaggi mediterranei.
E in ultimo il Rosa di Poggio 2023 di Poggiomandorlo, rosato toscano dal bouquet fruttato e agrumato.
A rendere l’esperienza ancora più intensa contribuisce l’ambiente stesso: gli interni del ristorante, firmati dall’architetto Fragomeli, sono stati concepiti come una vera immersione nel blu del mare caprese. Eleganza, raffinatezza e un’attenta ricerca dei materiali definiscono l’ambiente, dove la scelta dei colori – dominata dalle sfumature marine – crea una cornice scenografica unica.

Il menù “Il mare dentro” è disponibile a pranzo e a cena fino alla fine dell’estate presso Mammà Isola di Capri – SNODO, OGR Torino.

📍 Corso Castelfidardo 22, Torino

📅 Lunedì 19.30 – 22.00 | Martedì–Venerdì 12.30–14.30 / 19.30–22.00

GIULIANA PRESTIPINO

Al Solferino tra innovazione e tradizione

D’autunno e inverno non si può mancare di assaporare i bolliti assecondati da mille salsine serviti, come vuole la regola piemontese, dall’apposito carrello. E poi, a seconda delle stagioni, i tartufi, i carciofi o gli asparagi accompagneranno degnamente i piatti che sceglierete

Da decenni è il punto di riferimento della politica torinese, a metà strada com’è tra Palazzo Civico e la Regione. Ma negli ultimi tempi, complice la stagione fiorente del turismo in città, è sempre più frequente vedere ai suoi tavoli allegre comitive di stranieri che, rubicondi, degustano e decantano i piatti e i vini serviti. E’ il ristorante Solferino, nell’omonima piazza con fontana, locale di impronta tradizionale, meta di clientela affezionata.

Affezionata alla sua superba battuta di carne cruda, alla tagliata di fassone e, perchè no, anche ai piatti di pesce fresco che non mancano nel menu. Una cucina piemontese rivisitata così da proporre tra gli antipasti uno sfizioso timballo di melanzane con pomodoro e scaglie di parmigiano un tonno di coniglio tenerissimo e agrodolce e un vitello tonnato – questo sì – davvero antica maniera.

D’autunno e inverno non si può mancare di assaporare i bolliti assecondati da mille salsine serviti, come vuole la regola piemontese, dall’apposito carrello. E poi, a seconda delle stagioni, i tartufi, i carciofi gli asparagi o le sfiziose patatine fritte “a fiammifero” accompagneranno degnamente i piatti che sceglierete. Dulcis in fundo, letteralmente, la vastissima scelta di dolci, tutti fatti in casa: bunet, panna cotta, torta pere e cioccolato, pesche ripiene cioccolato-amaretto, crostate, mille altri dessert e torte per compleanno su richiesta.

Più che dignitosa la carta dei vini che spazia dalle etichette classiche di rossi piemontesi ai bianchi italiani  (bollicine comprese).

Da provare assolutamente.

Ristorante Solferino

Piazza Solferino, 3, 10121 Torino
011 535851

Sempre aperto

 

Paperita Patty

Il Guardian sceglie Unexpected Italy: 10 indirizzi torinesi alternativi ai 50 Best 

Dieci indirizzi gastronomici fuori dai radar dei 50 Best, firmati Unexpected Italy, protagonisti su The Guardian. La mappa è ora disponibile in App per viaggiare da veri “local” in una Torino tutta da scoprire. Il 70% dei turisti visita l’1% delle località, ecco come la startup lotta contro l’overtourism

C’è un’Italia che sfugge alle rotte turistiche più battute, che si nasconde dietro insegne modeste, nei vicoli fuori mano, nei racconti dei locali. Un’Italia che parla la lingua dell’autenticità e della qualità accessibile. È questa l’Italia raccontata da Unexpected Italy, il progetto traveltech fondato dalla vicentina Elisabetta Faggiana e dal barlettano Savio Losito, che oggi conquista anche le colonne del The Guardian. Il celebre quotidiano britannico, in occasione dei 50 Best Restaurants in corso a Torino, ha scelto proprio Unexpected Italy per offrire ai lettori una mappa alternativa del gusto torinese: dieci locali sorprendenti per qualità, accoglienza e prezzo, selezionati per chi cerca un’esperienza davvero locale.
Un riconoscimento importante, che premia la filosofia alla base del progetto nato nel 2022: una “Lonely Planet 3.0”, come l’hanno definita, geolocalizzata e immersiva, accessibile via app, che permette a ogni viaggiatore di personalizzare il proprio itinerario alla scoperta dei territori italiani meno inflazionati. L’obiettivo è uno: fare sentire il turista parte integrante della comunità locale, offrendo accesso a luoghi autentici, artigiani, ospitalità diffusa e ristoranti dove l’attenzione alla qualità e all’etica sono valori fondanti.
Oggi, grazie a un lavoro meticoloso fatto di incontri reali e sopralluoghi, Unexpected Italy ha già mappato 12 territori italiani, da Barletta a Vicenza, da Roma a Matera, passando per Genova, Milano, Venezia e naturalmente Torino.
Ed è proprio Torino, con la sua anima sospesa tra eleganza sabauda e fervore creativo, a guadagnarsi uno spazio d’onore nel reportage firmato The Guardian. La giornalista Liz Boulter, nella sua “locals’ guide”, ha scelto dieci locali torinesi scoperti e raccontati da Faggiana e Losito: dalle trattorie innovative ai bistrot di quartiere, passando per latterie storiche, cioccolaterie, gelaterie, degustazioni di Vermouth, fino alla merenda sinoira (una tradizione gastronomica piemontese che consiste in un lungo e abbondante pasto pomeridiano che può sostituire la cena e nel corso del quale vengono degustati vari antipasti e contorni freddi più piatti tipici piemontesi), il tutto nel segno di un gusto accessibile, sincero, indimenticabile.
“Il nostro obiettivo è rivoluzionare il modo di viaggiare: non più turismo usa-e-getta, ma esperienze che lasciano tracce positive nei territori. Ogni viaggio può diventare rigenerazione, scambio, relazione. E Torino è un esempio perfetto di come si possa fare turismo autentico anche nelle grandi città”, affermano i fondatori.
Il progetto ha già attirato l’attenzione internazionale in più occasioni. Dopo il successo di “Unexpected London”, prima startup fondata dai due nel Regno Unito, Unexpected Italy ha portato il proprio approccio all’ONU, intervenendo al Geneve/Fribourg Entrepreneurship Forum contro l’overtourism, e ha partecipato a numerosi eventi di settore, dal Global Business Travel Association al Forum Ambrosetti sul Turismo Sostenibile.
Il tema è quanto mai attuale: il 70% dei turisti si concentra sull’1% del territorio italiano, secondo dati Istat e Banca d’Italia rielaborati da The Data Appeal Company. Un modello insostenibile che impoverisce i luoghi e logora le comunità. Unexpected Italy propone una via d’uscita: valorizzare l’Italia vera, quella fatta di relazioni e microeccellenze.
L’eco mediatica seguita alla pubblicazione su The Guardian ha già prodotto effetti concreti lo scorso anno: migliaia di nuovi download dell’app e un rinnovato interesse per le destinazioni meno note. In quel caso, il territorio coinvolto era il Vicentino, terra natale di Faggiana: si era discusso a lungo del significato per il territorio di avere un focus tanto importante da una testata internazionale di quel livello.
La mappa torinese presentata oggi è solo l’ultima tappa di un percorso destinato a crescere. Disponibile nell’app di Unexpected Italy (scaricabile gratuitamente su tutti gli store), guida il viaggiatore tra centinaia di luoghi “segreti” selezionati uno per uno, sempre all’insegna dell’etica, dell’identità e della qualità.
“Crediamo in un turismo che faccia bene al pianeta e alle persone”, spiegano i fondatori. “Servono lentezza, consapevolezza e rispetto. Solo così il viaggio può trasformarsi in un atto politico, culturale e umano. Con l’approvazione di un’autorità come The Guardian, Unexpected Italy si conferma oggi una bussola affidabile per esplorare un’Italia autentica, lontana dai cliché, che parla le lingue dell’accoglienza e della verità. Una sfida lanciata al turismo di massa, ma anche un invito a tutti i viaggiatori: guardare l’Italia con occhi nuovi è possibile. Basta sapere dove cercare”.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – Torino alternativa: 10 tavole autentiche selezionate da Unexpected Italy
In occasione dell’arrivo a Torino dei “Food Oscars” – la cerimonia dei World’s 50 Best Restaurants – l’app Unexpected Italy ha tracciato una mappa del gusto accessibile, con dieci locali imperdibili per scoprire l’anima gastronomica autentica della città, senza spendere cifre stellari. La mappa è presente nell’App ed è oggetto dell’articolo del The Guardian a firma di Liz Boulter. Una guida ideale per gustare Torino con autenticità, qualità e spirito locale.
Si parte dalla Latteria Bera, nel centro storico, dove Chiara Franzoso propone formaggi artigianali e la celebre panna montata da passeggio con lo zabaione. Scannabue, nel quartiere San Salvario, reinterpreta i classici piemontesi con eleganza e un’atmosfera conviviale: imperdibili i plin col burro e il risotto al midollo. Le Vitel Étonné gioca sul nome del vitello tonnato (vitel tonné) per offrire carni cotte a bassa temperatura e antipasti della tradizione come fiori di zucca in pastella di riso. Suggestivo e familiare, Antiche Sere è perfetto per una cena sotto la pergola, tra tomini piccanti e coniglio in bianco. I Fratelli Bruzzone offrono cucina semplice e stagionale in un ristorante nato da una gastronomia: grande attenzione al vegetale e ai prodotti fermentati. Da Consorzio, la chef Valentina Chiaramonte firma piatti creativi con vini naturali e presìdi Slow Food. Caffè dell’Orologio propone la merenda sinoira in versione moderna: piccoli piatti freddi, lingua, tomini e crocchette, perfetti anche per famiglie. Gelateria Aria, nel vivace quartiere Vanchiglia, racconta il territorio attraverso gusti come liquirizia e violetta, olio di oliva e vaniglia, yogurt e miele nomade o caramello e popcorn. Nel quartiere Borgo Nuovo, Toc è il paradiso del cioccolato artigianale, con creazioni freschissime da gustare entro tre settimane. Infine, da Eccetera Experience, Nicola Piazza esplora l’universo del Vermouth con degustazioni e cocktail che celebrano l’origine torinese dell’aperitivo.
Il soggiorno è consigliato da Look TO, boutique hotel affacciato su Piazza Vittorio e firmato dalla paesaggista Giuliana Marsiaj. Un luogo di charme dove ogni dettaglio di design è scelto con cura e ogni oggetto porta con sé una storia da raccontare.

 

Lo strudel di Cavour con gli asparagi di Santena

Dolci, teneri, rinfrescanti e delicati dal caratteristico colore verde-viola

Parliamo di asparagi, in particolare della varieta’coltivata a Santena che appartiene ai prodotti agroalimetari tradizionali della Regione Piemonte. Proprio quelli di cui, il “goloso” Camillo Benso conte di Cavour contribui’ a rafforzare la fama di prodotto alimentare d’eccellenza, gradevolmente dolci, teneri, rinfrescanti e delicati dal caratteristico colore verde-viola. Si prestano a tantissime preparazioni, provateli cosi’…

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Ingredienti:

1 rotolo di pasta sfoglia rotonda

½ kg. di asparagi di Santena

3 fette di prosciutto cotto

3 cucchiai di ricotta fresca

3 cucchiai di Parmigiano grattugiato

1 uovo intero, piu’ un tuorlo

sale e pepe q.b., qualche foglia di menta

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Pulire gli asparagi, cuocerli a vapore, lasciar raffreddare. Stendere la sfoglia su di un foglio di carta forno, coprirla con le fette di prosciutto cotto. In una terrina, amalgamare la ricotta con l’uovo intero, il parmigiano, la menta tritata, il sale, il pepe e gli asparagi tagliati a tocchetti. Spalmare il composto sulle fette di prosciutto e avvolgere la pasta formando uno strudel. Spennellare i bordi con il tuorlo, cuocere in forno pre-riscaldato a 200 gradi per circa 30 minuti. Lasciar intiepidire e servire a fette.

 

Paperita Patty 

“Il  Risveglio del Ceppo” presentato alla Cantina Barbera dei Sei Castelli 

Venerdì 20 e sabato 21 giugno scorsi sono state due giornate intense ed emozionanti per la Cantina Barbera dei Sei Castelli di Castelnuovo Calcea in quanto la Cantina ha presentato ai media nazionali il “Risveglio del Ceppo”, un progetto culturale e produttivo che unisce il vino all’arte e al territorio.

Protagonista assoluta di questa due giorni  è  stata la nuova linea di vini che prende il nome di “Risveglio del Ceppo”, presentata per l’annata 2023. Questo progetto va ben oltre ogni singolo prodotto in quanto questi vini provengono da vigneti realizzati utilizzando il patrimonio genetico di vigneti storici  risalenti ad inizio Novecento  e coltivati secondo i principi della viticoltura rigenerativa.
I partecipanti hanno potuto nelle due giornate vivere degustazioni guidate in un contesto immersivo e il tutto è  poi culminato nella visita collettiva alla Vigna madre, risalente ai primi anni del Novecento dove i primi ceppi, tuttora produttivi, sono stati preservati  e trasformati nel cuore pulsante  del progetto. È qui che si può cogliere il legame profondo tra il gesto artistico e la cura della terra.

A conclusione del percorso vi è stata la visita al museo immersivo permanente denominato “L’anima del vino”, dove si sono potute ammirare le opere dell’artista Ezio Ferraris, che sono sculture realizzate da vecchi ceppi di Barbera, capaci di restituire forma e voce alla memoria vinicola.

In questo spazio evocativo e al tempo stesso suggestivo gli ospiti hanno assistito in anteprima  assoluta alla presentazione dell’annata 2023 della Barbera d’Asti denominata “Il Risveglio del Ceppo”. A fare da cornice le musiche originali del maestro Christian Ravaglioli, che hanno scandito i momenti salienti, trasformando la presentazione in un rito collettivo in cui l’aspetto identitario della terra è diventato gesto, suono e racconto.

La Cantina Barbera dei Sei Castelli  è stata fondata nel 1960 e deve il suo nome alla volontà cooperativa di viticoltori originari di sei Comuni delle colline astigiane, Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Moasca, San Marzano Oliveto, Calosso e Costigliole d’Asti. Il suo nome deriva dai castelli che ancora oggi dominano su questi borghi medievali.

La Cantina  vanta 260 soci viticoltori, 800 ettari coltivati e 7 milioni di fatturato, ponendosi come un simbolo di cooperazione agricola e innovazione culturale, capace di promuovere un’agricoltura sostenibile e un vino che diventa narrazione di un territorio.

Mara Martellotta

Penne integrali in crema di zucchine: salutari e nutrienti

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Eccovi un primo piatto ricco di sapore, sfizioso ed invitante, perfetto per ogni occasione.

Ingredienti :

380gr. di penne integrali
400gr. di zucchine
80gr. di grana grattugiato
120gr. di dadini di Speck
1/2 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di prezzemolo grattugiato
3 foglie di basilico
Olio evo, sale, pepe.

Dorare i dadini di Speck in padella, tenere da parte.
Lavare e tagliare a metà le zucchine, scavare un poco la polpa e lessare al dente in acqua salata. Raffreddare e conservare l’acqua di cottura nella quale cuocerete poi la pasta.
Frullare grossolanamente le zucchine con olio, aglio, prezzemolo, basilico, grana, sale e pepe. Cuocere la pasta, unire lo speck alla crema di zucchine e servire subito. Se risultasse poco cremosa, aggiungere un mestolino d’acqua di cottura.
Buon appetito.

Paperitapatty

Molto più di una insalata di patate

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Un secondo fresco e sempre adatto

 Una preparazione semplice e sfiziosa che potete personalizzare secondo i vostri gusti per un piatto sempre diverso.
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Ingredienti:
3 grosse patate
1 scatoletta di tonno sott’olio
4 cucchiai di maionese
1 limone
1 pizzico di curcuma (facoltativo)
1 fetta spessa di prosciutto di Praga
Sale, pepe, prezzemolo o basilico
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Pelare le patate, tagliarle a bastoncini e cuocerle a vapore.
Frullare il tonno, mescolare alla maionese, aggiungere il succo del limone, il sale, il pepe, e la curcuma. Tagliare a listarelle il prosciutto privato dell’eventuale grasso, unirlo alle patate, aggiungere la salsa tonnata ed il prezzemolo. Mescolare con cura. Servire freddo guarnito con fette di limone.

Paperita Patty

Maido di Lima (Perù) incoronato a Torino miglior ristorante del mondo

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La Regione Piemonte ha accolto a Torino dal 17 al 20 giugno «The World’s 50 Best restaurants», l’Oscar mondiale della ristorazione che premia i 50 migliori ristoranti del mondo.

Per quattro giorni sono stati presenti in città e in Piemonte oltre 1.300 ospiti, più di 250 giornalisti specializzati nel settore enogastronomico, 89 ristoranti e più di 100 chef.

Il cuore della manifestazione nel tardo pomeriggio del 19 giugno nell’Auditorium del Lingotto, con il Red Carpet e la proclamazione della classifica del 50 migliori ristoranti del mondo alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, promotore della candidatura della cucina italiana a Patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco, del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e di  numerose autorità, tra cui gli assessori regionali Marina Chiarelli, Paolo Bongioanni e Marco Gallo. Fuori dalla sala gli stand di sponsor e partner hanno proposto i loro prodotti agli chef, ai giurati e agli oltre 1300 ospiti.

La giuria ha decretato come vincitore il ristorante Maido di Lima (Perù), gestito da Mitsuharu ‘Micha’ Tsumura. Secondo in classifica Asador Extebarri dl Atxondo (Spagna, Paesi Baschi), terzo Quintonil di Città del Messico. Cinque gli italiani in classifica: al 16° Lido 84 di Gardone Riviera (Brescia), al 18° Reale di Castel di Sangro(L’Aquila), al 31° Le Calandre di Rubano (Padova), al 32° Piazza Duomo di Alba (Cuneo) e al 43° Uliassi di Senigallia (Ancona).

Oltre al ricordo dei sapori, la Regione Piemonte consegnerà agli chef alcuni omaggi simbolo del territorio che li ospita: una bottiglia di Barolo del proprio anno di nascita, un barattolo personalizzato di Nutella e un kit da cucina su cui è riprodotta l’Allegoria di Ugo Nespolo, che ritrae tutte le eccellenze del Piemonte.

A Saluzzo “C’è fermento”

 

Nella capitale dell’antico Marchesato, si festeggiano per quattro giorni i 15 anni del “Salone delle birre artigianali”

Da giovedì 19 a domenica 22 giugno

Saluzzo (Cuneo)

A tutta birra! A Saluzzo, ultimi preparativi e molta attesa per “C’è fermento”, il “Salone delle birre artigianali” che quest’anno spegne quindici candeline e che andrà in scena per tutto il fine settimana, da giovedì 19 a domenica 22 giugno prossimi, presso il Cortile principale de “Il Quartiere”, al civico 1 di piazza Montebello. In collaborazione con la “Città di Saluzzo” e la “Condotta Slow Food del Marchesato di Saluzzo”, l’organizzazione è, come sempre, della “Fondazione Amleto Bertoni”, che per quest’edizione, oltre a 20 birrifici artigianali e a 11 “food truck”, ha scelto di dare ampio spazio alla “musica” conquattro concerti delle band di “saletta live”che, da inizio anno, usufruiscono della “sala prova” messa a disposizione dalla stessa “Fondazione” e dal Comune.

I concerti si terranno ogni giorno a partire dalle 18,30 presso il “Cortile d’Onore”, e, con a seguire, dj set. Per festeggiare i 15 anni del Festival, domenica 22 giugno, ci sarà inoltre la“serata revival” con una bella sorpresa dedicata a chi, negli anni, ha partecipato al Salone. Ampio spazio sarà dato anche a “proposte ludiche” con l’accesso gratuito ai “calciobalilla” e, venerdì 20 giugno, con i “giochi da tavolo” dell’Associazione morettese “Dimensione Arcana”.

“I grandi protagonisti del Salone – afferma Carlo Allemano, presidente della ‘Fondazione Amleto Bertoni’ – saranno come sempre i birrifici artigianali, con il contributo delle proposte del cibo di strada di qualità. Ma non c’è festa senza musica. Per questo saliranno sul palco i giovani che, nei mesi scorsi, hanno provato nella saletta de ‘Il Quartiere’. Riconfermata inoltre la presenza della ‘Birroteca’ e della birra ‘Terres CF 25’, prodotta dal birrificio agricolo ‘Kauss’, nonché l’impegno alla sostenibilità con ‘eVISO’ e ‘C.S.E.A.’ di Saluzzo per azzerare, edizione dopo edizione, l’impatto climatico del Salone, sempre più una grande festa anche perché questa edizione rappresenta un compleanno importante: quindici anni che vogliamo celebrare con tutti coloro che ci hanno seguito e supportato nel tempo”.

In programma, per quanto riguarda gli eventi musicali: giovedì 19 giugno, l’esibizione del duo cantautorale “Devalle” e la voce e chitarra del “Dama Duet”, con grandi classici del rock; venerdì 20 giugno, si alterneranno la theatrical post-punk stoner metal ironic band “The Schwabs” ed il collettivo musicale “#Hahs21#” che mescola musica elettronica con elementi di funk e jazz sperimentale. Sabato 21 giugno, “Denim & Ties”, giovane cover band che propone rock moderno e contemporaneo, si intervallerà con il quartetto “33cl Band” dal repertorio hard rock e rock anni ’70 e ’80. Domenica 22 giugno, infine, il power trio cuneese “Electric Confidence”presenterà i propri inediti ispirati all’“alternative” e “hard rock”, “punk” e “blues”, e la cantautrice “Erica ed altri musicanti” concluderà con sonorità etniche, particolarmente ricercate.

Tutti i concerti saranno ad ingresso libero ed inizieranno alle 18,30. A seguire, giovedì, venerdì e sabato “dj set” fino a chiusura.

g.m.

Nelle foto: immagini di repertorio

 

«The World’s 50 Best restaurant», l’Oscar mondiale della ristorazione

Quattro giorni con il meglio della ristorazione internazionale per incoronare Torino e il Piemonte capitali mondiali del gusto

La Regione Piemonte accoglie a Torino i «The World’s 50 Best restaurant» – l’Oscar mondiale della ristorazione che premia i 50 migliori ristoranti del mondo al via oggi, fino al 20 giugno. Una manifestazione che riunisce il meglio della ristorazione e della critica gastronomica internazionale per un evento che punta a mettere Torino e il Piemonte sotto i riflettori mondiali del gusto.

Per quattro giorni saranno in città e visiteranno il Piemonte oltre 1300 ospiti, più di 250 media specializzati nel settore eno-gastronomico, 89 ristoranti e più di 100 chef tra i migliori al mondo.

«Ospitare 50 Best è per noi una scelta strategica per posizionare Torino e il Piemonte al centro delle rotte della ristorazione mondiale. Questa è una terra che esprime un’altissima qualità gastronomica, che però non sempre è percepita come tale. Avevamo bisogno di portare qui critici, giornalisti e i migliori chef del mondo per poterlo raccontare e dimostrare a tutti», dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

«Da oggi il Piemonte accoglie i più autorevoli protagonisti della scena gastronomica internazionale: avranno l’occasione di scoprire un territorio che ha fatto dell’enogastronomia una delle sue espressioni culturali più alte – sottolineano l’assessore al Turismo Marina Chiarelli, l’assessore all’Agricoltura e Cibo Paolo Bongioanni e l’assessore alla Tartuficoltura Marco Gallo -. Terra di paesaggi mozzafiato, grandi vini, paesaggi e piatti noti in tutto il mondo, la Regione ha una cultura del gusto che vive ogni giorno nel lavoro di chi, con passione e competenza, contribuisce a farla crescere e conoscere. Questi giorni saranno un’opportunità preziosa per condividere questa ricchezza e, insieme, un invito a tornare».

La Città di Torino dà il benvenuto a The World’s 50 Best Restaurants con una campagna di comunicazione e un Look of the City dedicato a promuovere l’evento all’aeroporto, nelle stazioni ferroviarie, alle fermate della metropolitana e su tutti i mezzi di trasporto pubblico locale.

«Siamo davvero contenti e orgogliosi di ospitare a Torino questa grande competizione internazionale – commenta il sindaco Stefano Lo Russo-. I riflettori di tutto il mondo saranno puntati sula nostra città, regalandoci una importantissima occasione di visibilità e promozione del territorio insieme all’occasione per valorizzare e far conoscere le sue eccellenze enogastronomiche, che costituiscono da sempre uno degli elementi d’attrazione per turisti e gourmand».

«Lo stanziamento straordinario che la Fondazione Compagnia di San Paolo ha deliberato testimonia concretamente la nostra volontà di far crescere il posizionamento internazionale della Regione e di valorizzarne i suoi asset strategici sostenendo eventi che parlano al mondo e rafforzando, al contempo, la rete culturale locale di un Piemonte capace di attrarre talenti, investimenti e nuove opportunità per tutta la comunità», dichiara Marco Gilli, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Si comincia questa sera alla Reggia di Venaria con la cena di benvenuto dedicata alla stampa nazionale e internazionale. Un momento conviviale durante il quale il territorio piemontese – le sue Atl e i consorzi – potranno raccontare e far assaggiare agli invitati il meglio dell’enogastronomia del Piemonte. Sarà anche l’occasione per mostrare l’offerta turistica e culturale della Regione, grazie a una serie di video che saranno proiettati durante la serata e alla presenza di guide turistiche che illustreranno ai giornalisti e agli ospiti le bellezze piemontesi.

L’aperitivo, il menù della cena e l’after dinner sono stati realizzati in collaborazione con le associazioni di categoria Ascom-Confcommercio e Confesercenti, con la partecipazione di Ifse, Italian Food Style Education, l’Accademia d’Alta cucina, Pasticceria e Restaurant management d’Italia con sede a Piobesi (Torino), dell’Associazione Cuochi della Mole, dell’Associazione Ristoranti della Tradizione Canavesana, oltre che dai cuochi, dai maestri pasticceri e dai gelatieri di Ascom Epat. In campo anche Piemonte Land of Wine, i distretti del Cibo e il Consorzio del Gorgonzola.

L’aperitivo sarà servito sulla terrazza con vista giardini con cinque isole che rappresentano le specialità delle aree territoriali della regione: Torino (dalla battuta di scottone Razza Piemontese, fino alle ciliegie di Pecetto), Cuneo (nocciole Igp, acciughe al verde e cheesecake di Robiola d’Alba e pomodorini), Asti – Alessandria (vitello tonnato, crema di peperoni con bagna cauda e insalata russa), Biella – Vercelli (insalata di riso di Baraggia DOP e antipasto misto Piemonte – Savoia) e Novara – Verbano Cusio-Ossola (specialità al gorgonzola e tomino al verde).

La cena, invece, si aprirà con un “Ovetto croccante con asparagi di Santena scottati, fonduta di Blu del Moncenisio e tartufo nero”, vincitore del Premio FIPE 2025, un’esplosione di sapori e colori.

A seguire, un raffinato “Sorbetto al Vermouth bianco”, il celebre vino aromatizzato simbolo del Piemonte, prepara il palato alla “Zuppa di ajucche”, un’antica pietanza di pane ed erbe spontanee di montagna cotta al forno secondo la tradizione canavesana. Dal Canavese ci si sposta idealmente nel territorio braidese, con le “Perle di Carnaroli con ortiche, salsiccia di Bra ed emulsione di mirtilli”. Il gran finale è affidato al dessert: il tradizionale “Giandujotto della Mole”.

Per il dopo cena, ricca offerta dei drink più celebri del territorio e alcuni classici provenienti da tutto il mondo rivisitati dai più noti bartender torinesi. L’intrattenimento è affidato ai maghi di Master of Magic che proporranno alla platea trucchi, giochi di prestigio e performance: un’anteprima del Campionato mondiale di magia in programma in Piemonte dal 14 al 19 luglio.

«È un onore e un’occasione straordinaria ospitare a Torino l’edizione 2025 di The World’s 50 Best Restaurants. È un onore, perché la nostra città è stata ritenuta all’altezza di accogliere l’evento più prestigioso del mondo nel panorama dell’alta ristorazione. Ed è un’occasione, perché ci offre la possibilità di raccontare al mondo il valore della nostra accoglienza, della nostra tradizione enogastronomica, della qualità della nostra ristorazione, delle imprese e dei prodotti del territorio. Torino è una città che custodisce una grande tradizione gastronomica, ma che sa anche guardare avanti, con spirito d’innovazione e attenzione alla qualità. Uno spirito sempre più apprezzato dai turisti, che per il 20% sceglie Torino come meta per l’offerta enogastronomica. Le Associazioni di categoria sono state coinvolte nella cena dedicata ai giornalisti italiani e internazionali alla Reggia di Venaria: una vetrina straordinaria per raccontare il nostro territorio, in uno dei luoghi più suggestivi e simbolici del Piemonte» dichiarano Maria Luisa Coppa presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia e Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Piemonte.

Il 18 giugno, dalle ore 10, Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, parteciperà alla conferenza stampa di apertura dell’evento, alle Ogr, in corso Castelfidardo 22.

In serata sarà l’assessore Marina Chiarelli a rappresentare la Regione alla Chef feast a Villa Bria, sulla collina torinese, dove partner e sponsor si incontreranno con gli chef e la comunità dei gourmet per festeggiare l’arrivo in città. Il cuore della manifestazione sarà il giorno successivo, il 19 giugno, con il Red Carpet del 50 Best e l’Award e la proclamazione della classifica del 50 migliori ristoranti del mondo nella splendida cornice dell’Auditorium del Lingotto.

Alle 20 partirà la cerimonia di premiazione all’Auditorium Agnelli con la presenza degli assessori al Turismo Marina Chiarelli e alla Tartuficoltura Marco Gallo.

Fuori dalla Sala gli stand di sponsor e partner propongono agli chef, ai giurati e agli oltre 1300 ospiti i loro prodotti. Lo farà anche il Piemonte che con uno stand realizzato da Visit Piemonte mostrerà le immagini del territorio e della sua meravigliosa tradizione enogastronomica, oltre a proporre alcuni assaggi dei prodotti stagionali più rinomati, come la battuta di fassona con scaglie di Castelmagno, il salame di turgia, gli asparagi e dolci a base di nocciole e gianduja.

Oltre al ricordo dei sapori, la Regione Piemonte consegnerà agli chef alcuni omaggi simbolo del territorio che li ospita.

Una bottiglia di Barolo del proprio anno di nascita, un barattolo personalizzato di Nutella e un kit da cucina – zaino, grembiule e canovaccio – su cui è riprodotta l’Allegoria di Ugo Nespolo, rinomato artista piemontese. Nespolo ha realizzato un’opera per il Grattacielo Piemonte, sede della Regione, in cui ritrae tutte le eccellenze del Piemonte, dal saper fare della tecnica, dell’innovazione e dell’industria ai paesaggi di montagne, laghi e colline, dai prodotti agricoli ai piatti iconici della nostra cucina, fino ai monumenti che caratterizzano Torino e il Piemonte.

Tre itinerari alla scoperta delle eccellenze del Piemonte – tra sapori, cultura e tradizione – sono curati da Visit Piemonte per oltre venti giornalisti internazionali in occasione della manifestazione. I percorsi toccheranno alcune delle aree più rappresentative del territorio: dalle suggestive zone dei laghi, alle colline patrimonio UNESCO di Langhe, Monferrato e Roero, dove i partecipanti vivranno l’emozione della caccia al tartufo e approfondiranno la tradizione dei Tajarin. Il viaggio proseguirà poi nella zona delle risaie e nel Canavese, con un’esperienza educativa dedicata alla ricerca di funghi e frutti di bosco, accompagnata dalla degustazione del rinomato Erbaluce. Ogni tappa sarà arricchita da pranzi e cene in location iconiche dell’enogastronomia piemontese e torinese, per offrire un’immersione completa nella cultura del gusto che caratterizza la Regione.