Ravetti (PD): “Cirio non diventi il grande assente”

“Vedo il Presidente Cirio in difficoltà quando rivolge lo sguardo al passato. In realtà, lo vedo in difficoltà sempre, anche quando deve trovare soluzioni per il presente o quando deve decidere che cosa fare per il futuro” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“Nei suoi comunicati stampa e nei suoi interventi – prosegue Ravetti – Cirio sostiene che governa il Piemonte da sette mesi e che, quando è scoppiata l’epidemia, la medicina territoriale mancava. Insiste sul tema, affermando che non ha potuto costruire e nemmeno distruggere questa rete nei sette mesi di governo del centrodestra.

Questo è vero: in sette mesi non è stato possibile costruire, né tanto meno distruggere. Però in quattro anni sì. Forse Cirio dimentica di essere stato uno degli Assessori regionali del Piemonte dal 2010 al 2014 in quella infelice Legislatura”.

“Le debolezze della sanità territoriale che oggi Cirio ha trovato – spiega il Presidente Ravetti – dipendono, in larga misura, da quello che lui non ha fatto quando avrebbe potuto. E, in quella legislatura, avrebbe potuto fare molto per far uscire dalla fossa del piano di rientro la sanità piemontese, fatto che è invece avvenuto nel 2016 quando lui era in Europa a dedicarsi ad altro”.

“Quando supereremo l’emergenza e potremo dedicare del tempo alle analisi sul passato io credo si debba avere l’intelligenza di avviare un’indagine conoscitiva sugli ultimi dieci anni di gestione della sanità in Piemonte. I risultati di quella indagine saranno per il PD un punto di forza e costituiranno per tutti una buona traccia per evitar errori nella programmazione della sanità del futuro. Basta polemiche! Non ne possiamo più! Come non ne possono più i cittadini piemontesi. Ora le persone hanno bisogno di soluzioni che continuano a essere deboli e in ritardo sia sul piano sanitario, sia su quello dell’organizzazione della ripartenza economica. Su questi aspetti richiamo, ancora una volta, concretamente, il Presidente al confronto nelle sedi opportune che non sono le conferenze stampa, ma le Commissioni e i Consigli regionali” conclude Domenico Ravetti

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