Ripresa dei lavori di raddoppio del tunnel di Tenda, deroghe per i mezzi pesanti nella Val Roya e treni più veloci sulla Cuneo-Ventimiglia. Questi i temi affrontati nei giorni scorsi alla Conferenza Intergovernativa italo francese a Roma, cui ha partecipato l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi con i tecnici piemontesi Giovanni Ruberto, per il settore stradale, e Marina Veneziano, per il comparto ferroviario.
«Siamo moderatamente soddisfatti – commenta l’assessore Gabusi – per lo sblocco del cantiere del Tenda. Dico moderatamente perché quest’opera è comunque in ritardo e il territorio sta soffrendo ormai da troppo tempo». Il cantiere per il raddoppio del tunnel stradale del Col di Tenda, bloccato a maggio 2017, quando risultavano eseguiti il 23% delle opere (poco meno di 31 milioni di euro del contratto iniziale pari a 133,1 milioni), è in attesa di riaprire a seguito del nuovo affidamento Edilmaco nel maggio 2019. L’ipotesi iniziale di riapertura a settembre 2019 è infatti slittata, ma sembrano esserci notizie positive. «I tempi ora sembrano essere più chiari – conferma l’assessore Gabusi – e ci sono tutti gli elementi per riaprire presto il cantiere. Anas sta infatti predisponendo con Edilmaco la perizia di variante ed entro una decina di giorni avremo la relazione. Inoltre, entro un mese e mezzo il consorzio inizierà la rimozione del materiale anidritico, indispensabile per poter riprendere i lavori. Ora che Anas ha ufficialmente sgombrato il campo dalle ipotesi di cambiamenti o ridimensionamenti del progetto trapelate nelle scorse settimane, presumiamo che lo scavo della galleria possa iniziare per la primavera 2020».
Aperture al dialogo e convergenza anche sul fronte dei trasporti ferroviari. È infatti confermata la disponibilità per il rinnovo della convezione italo francese che consente la manutenzione e la messa in sicurezza della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia. «La prospettiva per la firma di una nuova convezione è fissata entro l’anno 2020 – spiega l’assessore Gabusi –. Immediatamente dopo la Regione Piemonte potrà chiedere l’aumento della velocità dei treni, che era stata ridotta dal gestore dell’infrastruttura francese per salvaguardare l’infrastruttura in assenza di garanzie sull’assunzione degli oneri di manutenzione da parte degli stati e così rendere più rapido il collegamento. Le tre Regioni interessate, Piemonte, Liguria e Auvergne-Rhône-Alpes hanno inoltre concordato di mettere in atto tutte le azioni utili per inserire la tratta nelle linee transfrontaliere». Questo consentirebbe di accedere ai fondi europei e avere così finalmente un polmone economico per il potenziamento della tratta. «Il percorso – commenta l’assessore – è senz’altro articolato, ma ritengo che si siano gettate le basi per una nuova stagione della Cuneo-Ventimiglia».
Ultimo punto all’ordine del giorno, il tema del traffico dei mezzi pesati lungo il confine italo francese. Pochi però i passi in avanti. È stato infatti chiesto alle istituzioni francesi di prevedere delle deroghe, anche limitate nel tempo, al limite di carico nella Val Roya di 19 tonnellate, imposto nel 2017. L’attuale situazione di precarietà dell’autostrada A6, che potrebbe chiudere nuovamente e improvvisamente, unita alla chiusura della Maddalena per rischio valanghe e alla condizione di fragilità delle strade dopo le alluvioni hanno portato ad un sostanziale isolamento del Cuneese nei suoi trasporti da e verso la Francia. «Le risposte di oggi sono state però ancora interlocutorie – spiega l’assessore Gabusi – e tutt’altro che concrete. In una simile situazione è chiaro che non ci basta la solidarietà a parole. Ciò che vogliamo è una soluzione concreta e rapida. Ci impegneremo per ridare la possibilità di movimento al territorio, pensando soprattutto alle aziende, che hanno l’esigenza di trasporti importanti delle merci. Le imprese, che abbiamo anche visitato nei giorni scorsi, sono in grave pericolo, poiché le mancate consegne si stanno accumulando a causa delle numerose interruzioni stradali in Liguria dovute alle alluvioni, con la conseguente compromissione di commesse a dir poco vitali».
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