Iperspazio, Fertili Terreni Teatro: di scena la pièce teatrale ‘Molly’

Per Iperspazi, la stagione 2025-2026 di Fertili Terreni Teatro, andrà  in scena lunedì 20 ottobre alle ore 19 e da martedì 21 a giovedì 23 ottobre, alle 21, presso OFF Topic, la pièce teatrale ‘Molly’, un progetto di Cubo, scritto e diretto da Girolamo Lucania con Letizia Alaide Russo, in collaborazione con il Teatro della Caduta, Giallo Mare Minimal Teatro, Catalyst  ETS.

Lo spettacolo presenta luci stroboscopiche, non adatte ad un pubblico fotosensibile.

Per Cubo il viaggio nell’adolescenza e nelle sue contraddizioni ha dapprima avuto inizio con ‘Sid- fin qui tutto bene’, protagonista un ragazzo di periferia di seconda generazione, è poi proseguito  con ‘HyperGaia’, giovane raver che combatte l’estinzione e ora scrive il suo terzo capitolo teatrale nel racconto di ‘Molly’, ovvero la narcosi del narcisismo e le conseguenze depressive del nostro mondo edonico. Si tratta di un itinerario articolato per sondare radici e prospettive delle nuove generazioni, uomini e donne cui in un domani molto prossimo sarà affidato il futuro della specie.

Liberamente ispirato a un fatto di cronaca, nel 2017 la quattordicenne britannica Molly Rose Russell venne trovata senza vita nella sua camera in circostanze appaarentemente misteriose, poi archiviate dal medico legale con la formula “deceduta per autolesionismo mentre soffriva di depressione e degli effetti negativi dei contenuti online”. Il racconto di Molly è la storia d’amore di una ragazza mai uscita dalla propria stanza, una scelta di isolamento estremo cui si deve aggiungere la prospettiva di un amore con un’altra ragazza, identica  a lei, ogni giorno rinsaldato dal tempo trascorso insieme. Una passione totalizzante che unisce le due adolescenti e fa loro costruire un legame sempre più forte, ai limiti della reciproca dipendenza, destinato ad assorbire ed annullare le reciproche personalità fino a quando, un giorno, una delle due non si presenta. Solo a questo punto l’altra giovane deciderà di rompere gli schemi dell’autoesilio che, nel tempo, si era imposta, uscendo a cercarla, salvo poi presto scoprire la terribile e atroce verità.

Se la giovane adolescente inglese sui suoi canali social voleva informare e condividere le riflessioni su di una depressione compagna di vita al pari che nell’esistenza di molte sue coetanee e coetanei, nella realtà proprio le invisibili potenzialità dei social e degli algoritmi sottostanti, avevano iniziato a minarne i già fragili equilibri, rivelandosi con il passare dei giorni trappole pericolose cui sarebbe stato impossibile sottrarsi. E così un fatto di cronaca passato in secondo piano, dolorosa pagina archiviata come dramma familiare come tanti altri, diventa cartina di tornasole per far emergere ombre e fantasmi dalla valenza universale. Il rapporto con i social network e le intelligenze artificiali, le responsabilità legali e la coscienza collettiva, tutti elementi messi a fuoco in un progetto drammaturgico, che risulta l’esito finale di un articolato piano di incontri con ragazze e ragazzi degli istituti superiori, studentesse e studenti impegnati in un laboratorio di scrittura creativa immaginato per affrontare i temi cardine dello spettacolo,  su tutti la dipendenza dai social,  le patologie depressive  e il funzionamento degli algoritmi.
Dalla scrittura alla scena il passaggio si è  concretizzato all’insegna di quella multidisciplinarietà che ha interessato ogni componente del processo creativo, spaziando dalla composizione musicale e visuale alla drammaturgia, per dare forma ad un unicum coerente sinfonico, visivo e drammaturgico. Dal pubblico vista solo di profilo, con lo sguardo fisso in una videocamera che ne proietta l’immagine verso la platea, Molly diventa un oggetto di video/arte, una proiezione cinematografica creata e fatta vivere in diretta.

“Molly – spiega il regista Girolamo Lucania – è una storia di specchi e trucchi, quelli cui siamo ormai costretti a vivere ogni giorno. Diverse versioni di noi, maschere dietro i nostri avatar. E poi ci sono i nostri profili, che ci osservano e ci emulano ogni giorno, ci spingono verso desideri che non credevamo di avere. Miriadi e miriadi di versioni emulate della stessa creatura. Un corso storico che ci sta scivolando sotto i nostri occhi, in cui si intrecciano rapporti umani, il senso della vita di giovani ragazzi e ragazze, declinato attraverso il rapporto con una  nuova generazione di creature aliene, gli algoritmi generati e creati al solo scopo di produrre profitto”.

Mara Martellotta

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