Music Tales, la rubrica musicale
“Non ho paura della guerra che
Sei venuto a fare contro i miei peccati
Non sto bene
Ma posso fare del mio meglio per fingere”
C’è un pregiudizio diffuso, spesso inconsapevole, nei confronti del metal: per molti è solo rumore, un’esplosione caotica di chitarre distorte, urla graffianti e atmosfere cupe.
Lo scrive una che il metal non lo ama proprio.
Ma cosa succede quando una canzone metal viene spogliata dei suoi orpelli sonori, ridotta all’essenza più pura come voce e chitarra?
La risposta arriva sorprendentemente chiara ascoltando la versione acustica di “Just Pretend” dei Bad Omens, reinterpretata dal cantautore Nate Vickers.
La band americana, diventata un punto di riferimento nel panorama metalcore contemporaneo, ha sempre avuto una sensibilità melodica nascosta sotto la superficie aggressiva delle loro produzioni. “Just Pretend”, brano già emotivamente potente nella sua versione originale, si trasforma completamente nelle mani (e nella voce) di Vickers.
Il risultato è qualcosa che può toccare anche chi normalmente si tiene lontano da questo genere.
Vickers, con la sua chitarra acustica e un’interpretazione vocale intima, riesce a mettere in luce la bellezza malinconica del testo. La rabbia si fa malinconia, la potenza si converte in delicatezza, e la canzone assume una veste nuova, quasi fragile, ma incredibilmente umana. È una dimostrazione lampante di quanto spesso ci si fermi alla superficie dei generi musicali, senza coglierne la profondità emotiva.
Il metal, infatti, non è solo forza bruta. È un linguaggio, spesso estremo, certo, ma capace di trasmettere dolori, paure, desideri e speranze con un’intensità che pochi altri generi riescono a eguagliare.
La versione acustica di “Just Pretend” è la prova che, tolti gli “effetti speciali”, ciò che resta è una canzone d’amore, di perdita, di resilienza.
E in quel momento, diventa universale.
Questa reinterpretazione, dal mio punto di vista, non è solo un arrangiamento alternativo: è un ponte. Un collegamento tra mondi musicali, tra chi ascolta metal e chi no, proprio come me.
Perché la musica, quando è sincera, non ha bisogno di etichette. E forse, come dimostra questa versione, le barriere tra i generi esistono più nelle nostre teste che nelle nostre orecchie.
In un’epoca in cui tutto è categorizzato, “Just Pretend” ci ricorda che la musica è, prima di tutto, emozione. E che basta una chitarra e una voce per raccontare una storia che può toccare chiunque, anche chi, finora, pensava che il metal non facesse per lui.
“La musica è l’arte di pensare con i suoni.”
Jules Combarieu
CHIARA DE CARLO
https://www.youtube.com/watch?v=nV5J5J-SXdk
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