Inutile nasconderlo, siamo onesti: Barriera è il primo problema di Torino

La distanza tra Barriera con la metà della Città che sta bene in questi anni è aumentata tantissimo. Occorre dare subito e di più a chi abita in Barriera, non sono figli di un Dio minore.

 
Lettera aperta

Caro Direttore,
Dopo un’altra notte di violenza in Barriera e letti i giornali del mattino Ti scrivo.
Nel parlare della Costituzione  il Presidente Mattarella dice che garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio, il diritto al lavoro e la promozione della cultura diffusa superando il divario digitale. Conosco Barriera da oltre cinquant’anni da quando ci passavo quindicenne con mio papà per andare da San Mauro all’Enel di via Bologna 11 di fronte alla Nuvola, per capirci. Uno dei miei migliori amici abitava in via Cherubini. Una ragazza che mi piaceva lavorava alla ZIP di corso Giulio Cesare. Era un Quartiere dignitoso di Torino che stava accogliendo l’arrivo dal Sud di tanti nostri connazionali in cerca di lavoro e di una vita migliore. Ricordo l’ironia dei giornali  per coloro che coltivavano i pomodori sui balconi o nella vasca da bagno delle Case popolari di via Bologna. La differenza o la distanza dai Quartieri del Centro e della Collina c’era ma non enorme come oggi. Da quando ho iniziato a frequentare la Madonna della Pace per solidarietà con Don Stefano, il Parroco aggredito dagli spacciatori, entro in Torino passando da corso Giulio o da corso Vercelli e svolto in largo Giulio Cesare per contare gli spacciatori che hanno base in corso Palermo sul retro della Pace. Alla Domenica ci vado a Messa. Con i miei amici prima di Natale raccogliamo generi alimentari che portiamo alla Caritas della Pace dove assistono centinaia di famiglie che hanno poco da mangiare. Oggi c’è una distanza tra il reddito procapite di Barriera con i Quartieri del centro enorme. Ieri pomeriggio sono passato a prendere mia figlia che abita in zona Corso Dante per andare a visitare mia cognata ammalata in una clinica della Collina. Mentre da corso Vittorio attraversavo il Po e salivo in collina , di fronte a tanta bellezza mi son chiesto ma i miei amici di Barriera sono proprio figli di un Dio minore?  Ho ripensato al Sindaco che in Prefettura il  7 gennaio  2022 diceva che la sicurezza in Barriera è come a S. Rita o al Sindaco  che nel corso della Assemblea de La Stampa al Liceo Einstein chiedeva di non esagerare a raccontare la situazione di Barriera o a chi come Elisa Giordano che stamane in un articolo cerca in ogni modo di trovare qualche buona notizia in Barriera. Sono  stato educato a rispettare in ogni modo anche chi la pensa diversamente da me ma così si vuole nascondere la realtà di gente che ogni giorno, ventiquattr’ore al giorno,  vive male , molto male , il decadimento o il degrado di Barriera. Da oltre dieci anni Amministro una azienda a Genova e so che gli azionisti mi avrebbero già mandato a casa se io analizzassi la parte della mia clientela meno redditizia con lo stesso ragionamento del Sindaco o di Elisa. Siamo seri e onesti. Barriera e altre parti della Città vivono in condizioni distantissime dalla metà della Torino che sta bene. Quasi  metà dei torinesi che non riesce a risparmiare vive sperando che non capiti alcuno degli eventi che purtroppo  capitano nella vita perché non saprebbe come farvi fronte. Ma nella metà della Città che sta male c’è una parte che oltre a avere redditi bassi, oltre a non riuscire a risparmiare non ha un lavoro sicuro e vive in mezzo alla violenza e al pericolo di una aggressione. A questa gente il Sindaco ha detto che il Comune sta facendo un intervento di 30 milioni di recupero urbano e che è in costruzione la Linea 2 della Metro. Ma la linea 2 della Metro arriverà solo nel    2032.  Ma in Barriera c’è bisogno oggi di lavoro e di consumi che aiutino i negozi normali a stare in piedi e a rendere vitale il quartiere. In azienda se ho sedi che lavorano di meno vi sposto lavoro per mantenere alto il livello della attenzione e dell’impegno . Ecco perché dico e urlerò sempre più forte, come ho fatto per la TAV, di spostare subito in Barriera una attività pubblica che genera posti di lavoro. Perché se si continua a portare tutto al Lingotto, o S.Rita, alle OGR o in corso Marche,la distanza con Barriera aumenterà ancora. Ecco perché insisto nel chiedere di spostare in Barriera il Centro per la Intelligenza artificiale con i suoi posti di lavoro molto qualificati. In questo modo si porterebbe nuovo lavoro in Barriera, ci sarebbero ricadute sul commercio della zona e si darebbe a Barriera una prospettiva di un futuro ad alto livello, una riqualificazione nel vero senso della parola, una iniziativa che rappresenterebbe uno sbocco di alta qualità per i ragazzi che frequentano i Licei della zona che sono oggi insieme alle Parrocchie i luoghi della speranza e della solidarietà. Da anni in Barriera si vive molto peggio che nel resto della Città. Se la politica  come diceva Paolo VI è il più grande gesto di carità la Amministrazione della Città deve spostare ricchezza, cioè posti di lavoro di qualità e benessere in Barriera.
Mino GIACHINO
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