Così ha sintetizzato il presidente della terza Commissione, Claudio Sacchetto, al termine dell’audizione della delegazione dell’Unione delle associazioni tartufai del Piemonte sulle proposte di modifiche a livello nazionale della legge sulla ricerca, la coltivazione, la commercializzazione e la tutela del tartufo.
La delegazione era composta da Pierantonio Botto (presidente Associazione tartufai astigiani e monferrini) e Giancarlo Bressano (presidente Associazione tartufai del Monregalese e del Cebano).
Secondo gli auditi, “dovrebbe essere specificata nella nuova legge la possibilità della ricerca notturna dei tartufi che è coerente agli usi e costumi tradizionali e con il riconoscimento Unesco (ottenuto nel 2021 per tutta Italia). La normativa deve consentire la libertà di ricerca nei boschi e nei terreni incolti e non dovrebbe differenziare tra i vari tipi di boschi. Tutti gli anni le associazioni distribuiscono migliaia di alberi per poter continuare questo tipo di attività. Un’attività che aiuta a conservare la biodiversità. Bisognerebbe anche limitare le concessioni rilasciate dalle province, che dovrebbero essere distribuite comune per comune. I municipi, che conoscono meglio il territorio, dovrebbero forse essere loro a rilasciare le autorizzazioni. Sui terreni pubblici dovrebbe essere possibile la libera ricerca”.
Nel corso dei lavori sono intervenuti, oltre allo stesso presidente Sacchetto, Sarah Disabato e Alberto Unia (M5s), Fabio Carosso (Lega), Gianna Pentenero e Mauro Calderoni (Pd) e Daniele Sobrero (Lista Cirio).
Ufficio stampa CRP