L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Valérie Perrin “Tatà” -Edizioni e/o- euro 21,00

La Perrin ha l’innegabile capacità di inserire tombe e cimiteri nelle storie che racconta, riuscendo a rendere l’argomento magnetico ed accattivante. Dopo l’esordio con il best seller “Cambiare l’acqua ai fiori”, anche in questo romanzo, morte, segreti e famiglie fanno la parte del leone. E nonostante “Tatà” non sia superlativo come il primo romanzo, lo stile Perrin aleggia comunque.

L’inizio è di quelli che catalizzano subito l’attenzione.

Una telefonata dalla gendarmeria di Gueugnon annuncia la morte di Colette Septembre all’unica parente indicata in uno scritto della defunta. Ma come si spiega che la donna era già stata dichiarata morta e sepolta tre anni prima?

Al telefono risponde Agnès Dugain, regista parigina 38enne, in piena crisi professionale e sentimentale; Colette era la sorella di suo padre.

Immaginate la sorpresa dato che la notizia della dipartita della zia le era già stata comunicata in passato; all’epoca però lei era in America e dei funerali si era occupato un amico dell’anziana signora. Il rebus è: chi era stato seppellito?

Questa volta Agnès sta attraversando un momento difficile e nulla la trattiene nella capitale francese; dopo che il fascinoso marito Pierre, attore in tutti i suoi film e padre della loro figlia Ana, l’ha lasciata per un’attrice.

La protagonista parte subito alla volta del minuscolo paesino della Borgogna per fare luce sulla doppia morte di “Tatà”.

E’ così che la chiamava affettuosamente quando, da bambina, trascorreva con lei le vacanze estive; mentre i genitori -entrambi affermati musicisti- andavano in tournée in giro per il mondo.

Colette era stata una zitella silenziosa e anonima la cui vita si animava intorno a due interessi: il suo lavoro di calzolaia nella piccola bottega del villaggio e la dirompente passione per la squadra di calcio locale della quale non perdeva neanche una partita.

Ora, all’obitorio, la salma che Agnès riconosce è proprio quella di Tatà; più vecchia e magra di quando l’aveva vista l’ultima volta, ma è lei senz’ombra di dubbio. Come spiegare che Colette sarebbe morta due volte? E chi giace sotto la sua lapide?

Agnès si sistema su un materasso buttato in terra nella casa della buon’anima e cerca di capire il mistero della sua duplice dipartita. In eredità la zia le ha lasciato una valigia piena di cassette registrate in cui svela i segreti della sua vita.

Poco per volta emergono infiniti e sorprendenti retroscena che restituiscono una Colette Septembre completamente diversa, inaspettata e capace di gesti di grande coraggio.

Nel romanzo di 600 pagine sono ricostruite anche le vite di altri personaggi che avevano incrociato il tragitto di Tatà; con il fardello di tragedie, violenze, amori, fughe, omicidi e segreti che compongono l’affresco di una vita unica.

Quella che Colette aveva celato, adottando la tecnica difensiva di apparire una donna insignificante.

 

 

J. Bernlef “Chimere” -Fazi Editore- euro 16,50

E’ uno dei romanzi più notevoli del Novecento letterario olandese e le chimere del titolo alludono al tema delle illusioni; qualcosa che rincorriamo senza mai riuscire ad afferrarlo. Tema centrale è la perdita di memoria che sta affossando il protagonista Maarten Klein; 70enne che dall’Olanda si era stabilito da tempo sulla costa nord di Boston in America.

Trascorre una vita appartata insieme alla moglie Vera, scandita da piccoli rituali e rasserenanti abitudini; mentre i figli, ormai adulti, vivono lontani e latitanti.

Il confortante tran tran quotidiano si infrange la mattina in cui Maarten confonde i giorni e dalla consueta passeggiata con il cane torna a casa senza di lui. Da anni è in pensione ma un giorno si veste come per andare al lavoro; poi scambia la notte con il giorno…..e così via, penalizzato dalla memoria che si appanna sempre più.

La malattia inizia con questa modalità, poi avanza come un panzer.

Marteen regredisce al punto di non riuscire ad alzarsi da solo o andare in bagno, e si dice convinto che i suoi genitori -morti da anni- siano ancora vivi.

Al costante declino assiste con crescente angoscia la moglie, impreparata al tornado della malattia che le sta portando via il compagno di 50 anni di vita. Poi subentrano altri personaggi ai quali Vera chiede aiuto; il medico e la giovane badante Phyl, che Maarten scambia per un’amica dei figli.

Se è vero che gli anziani vivono di ricordi, quando li smarriscono, alla fine rimane solo il nulla e una vita sfumata.

Bernlef è straordinario nel descrivere la discesa agli inferi della malattia che spazza via tutto e si chiede se sia peggio il destino di lei o quello di lui.

Infatti, non sembra meno doloroso il ruolo di Vera che, impotente e disperata, vede la persona amata perdersi progressivamente nell’ oblio, fino a dimenticarla.

 

 

A cura di Maria Luisa Frisa “I racconti della moda” Einaudi- euro 19,50

La curatrice è un’esperta di moda, critica e fondatrice del corso di laurea in Design della moda e Arti Multimediali, docente all’Iuav di Venezia. Ha raccolto scritti sull’argomento ad opera di svariati autori.

Risultato: un poliedrico collage che mette a fuoco il linguaggio universale della moda. Un sistema ibrido che veleggia tra: cultura, gusti, industria, creatività, sogno (a volte irraggiungibile); ma anche necessità quotidiana, mercato e molto altro.

15 storie concentrate in una sorta di breve antologia; altrettanti pensieri intorno all’universo “moda” espressi da scrittori diversissimi tra loro. Da Bret Easton Ellis a Joyce Carol Oates, da Jhumpa Lahiri a Irene Brin, passando per Michela Murgia e Pier Vittorio Tondelli; giusto per darvi l’idea del livello del libro.

Un viaggio colto e affascinante che traccia un percorso a partire dagli sfarzosi salotti di inizio Novecento per giungere alle variegate creazioni contemporanee. E poiché la moda non è solo il modo di vestirsi, il libro percorre anche le traiettorie di filosofia, sociologia, psicologia, storia, economia……

L’abbigliamento come vestito di un’epoca, con la sua estetica e le esigenze del vivere quotidiano, il modo di essere ed apparire. Basti pensare allo scritto di Jhumpa Lahiri che descrive le uniformi degli studenti di Calcutta, spiegando il loro significato sociale e l’identità imposta attraverso gli abiti indiani tradizionali.

Uno spaccato del senso più intrinseco e profondo dei vestiti che non fanno solo da intercapedine tra il nostro corpo e il resto del mondo; ma sono anche espressione di come siamo e come vorremmo essere. 15 voci che, pur nelle diverse idee, corrono sul filo comune che riconosce la moda come un aspetto fondante della nostra vita. E infiniti possono essere i modi di decodificarne i significati e funzioni.

 

 

Louise Penny “Il più crudele dei mesi” -Einaudi- euro 17,00

La pluripremiata scrittrice nata a Toronto, l’unica ad aver vinto per 4 anni consecutivi il prestigioso premio Agatha Award for Best Novel, imbastisce una nuova avventura per l’amato ispettore Armand Gamache, protagonista di altri suoi libri.

Il noir è ambientato nell’idilliaco paesino creato dalla fantasia dell’autrice, Three Pines, in Quebec. Siamo nei giorni precedenti la Pasqua, Gabri e il compagno Oliver gestiscono un B&B nel centro del villaggio ed ospitano una veggente e maga, Jeanne Chauvet, il cui arrivo crea un certo scompiglio.

Un po’ per gioco, per curiosità, per spezzare la monotonia e anche per scacciare l’aura di tristezza che -secondo gli abitanti- aleggia da tempo, decidono di fare organizzare alla medium una seduta spiritica.

La location scelta è la vecchia e abbandonata casa degli Hadley, in passato teatro di un omicidio e parecchie altre sventure. Ma, la seduta che dovrebbe servire a scacciare spiriti e fantasmi, si trasforma in tragedia. Una donna stramazza al suolo e muore. In un primo tempo si pensa che a ucciderla sia stato lo spavento.

La vittima è Madeleine Favreau, signora che sprigionava una luce tutta particolare, di quelle che mettevano in ombra chi la circondava.

Qui entra in scena il commissario Armand Gameche, della Sureté del Quebec; uomo integerrimo, con acume superiore alla media, autorevole, ma anche ricco di sentimento. Lui non crede alla morte per cause naturali e con la sua squadra inizia le indagini a tutto tondo.

Gameche cerca di individuare cosa e chi si nasconda dietro questa morte; ma finisce per infilarsi in una rete di eventi che potrebbero distruggergli carriera e famiglia…

 

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