Se il discorso di fine anno fosse stato tenuto da un premier eletto direttamente è ovvio che non avrebbe potuto parlare con la franchezza con cui si è espresso Mattarella. Si sarebbe limitato ad esaltare i successi del governo, quelli veri e più ancora quelli presunti o immaginari. Non ci sarebbero stati i richiami alle liste d’attesa, al lavoro mal pagato, ai disastri climatici, agli immigrati da accogliere e, una volta accolti, da integrare nella cittadinanza. Ecco, a chi ancora nutrisse dubbi, il bello di avere un presidente della Repubblica che non deve difendere governi o tutelare opposizioni, ma può rivolgersi al Paese con la libertà propria di chi lo rappresenta e ne interpreta ansie e attese al riparo da ogni partigianeria politica.
Così l’on. Daniela Ruffino (Azione)
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