‘Kind of Miles’ è il titolo che Paolo Fresu ha voluto dare al concerto dedicato a Miles Davis, tratto dal capolavoro che il trombettista di Alton, in Missouri, compose nel 1959, “Kind of blue”.
Martedì 29 ottobre, alle ore 19,30, andrà in scena al teatro Carignano, con replica fino a domenica 3 novembre, “Kind of Miles’ interpretato da Paolo Fresu per la regia di Andrea Bernard. Lo spettacolo è un’opera musicale e teatrale che evoca l’universo creativo di Miles Davis. In scena con Fresu una formazione musicale composta da Bebo Ferra (chitarra elettrica), Dino Rubino ( pianoforte e Fender Rhodes electric piano), Marco Bardoscia (contrabbasso), Stefano Bagnoli (batteria), Christian Mayer (batteria), Filippo Vignato (trombone) e Federico Malaman ( basso elettrico).
‘Kind of Miles’ di Paolo Fresu è un’opera musicale e teatrale che evoca l’universo creativo e visionario dell’immenso musicista scomparso nel 1991. L’intento è quello di ricostruire la vita e la musica di un artista che ha segnato il Novecento attraverso la voce narrante di un unico attore/autore attraverso il suo universo sonoro e le sue relazioni artistiche e umane. La formazione musicale è composta da diverse personalità e strumenti, acustici e elettrici, che hanno segnato il suo percorso discografico e live sotto il profilo del suono e della ricerca.
Miles Davis è un artista mitico per antonomasia, un uomo capace di raccontare una storia recente che va al di là del jazz e della musica e la cui personalità marcata appare prepotentemente, non solo attraverso la sua tromba, ma anche negli occhi scavati e profondi e nel viso scavato degli ultimi anni che inchiodano lo sguardo e nelle mani rugose che hanno toccato il cuore. A noi del presente non ha solo lasciato un’icona, ma un soffio che è carezza e graffio. L’intento di ‘Kind of Miles’ è quello di ricostruire la vita e la musica di un artista che ha segnato il Novecento, attraverso la voce narrante di un unico autore/attore e attraverso il suo universo sonoro e le sue relazioni artistiche e umane.
Una scrittura intima puntellata da momenti personali di vita vissuta, soprattutto nel periodo dell’apprendistato del jazz tra gli anni Sessanta e i Settanta, la comparazione con l’alter ego Chet Baker, e da storie tratte dalla fiorente letteratura su Davis.
“Considerare Miles Davis un autentico genio – spiega Vittorio Albani nel Volume “La storia del jazz in 50 ritratti” è addirittura notazione superflua e sminuente. E può anche essere retorico affermare come la sua figura artistica sia autentica a di quelle che hanno segnato la storia tutta della musica moderna. Ma è pura verità. Chi lo conobbe da una platea o a una presentazione discografica lo ricorda come una persona scontrosa e asociale. Chi lo conobbe personalmente parla, invece, di una persona posata, gentile, matura, anche se insicura e forse proprio per questo molto diretta. Virtuoso del non virtuoso, nel corso di una carriera unica è riuscito a snocciolare l’enciclopedia dell’esecuzione totale, portando spesso la materia jazzistica oltre i suoi limiti, dando nobiltà alle pause e alla famosa “nota fantasma” che soltanto un creativo inventore può giungere a proferire.
Riuscì come nessun altro a evitare le classiche etichette e classificazioni, utilizzando sempre e comunque elementi stilistici differenti e incomparabili gli uni agli altri. La sua sonorità, in capolavori assoluti quali il modale ‘Kind of Blue’ ( uscito nel 1959 e per molti il miglior disco di jazz mai pubblicato), come in quelli successivi alla celebre “svolta elettrica” di “In a silent way” (1969) e ‘Bitches Brew’ (1970) è un marchio di fabbrica unico e forse irripetibile. Sia per lo stile trombettistsico puro, singolare molto personale, che per quello indiretto del suono elettrico filtrato, o anche per l’uso della sordina. Velato e incisivo, vigoroso e ricco di audacia, come il blues, che ha sempre permeato la sua anima e non lo ha mai abbandonato.
Nelle sue tante formazioni, spesso autentici laboratori di ricerca, sono passati quasi tutti i protagonisti del jazz moderno. Un giorno Miles Davis disse a Quincy Troupe “ Per me la musica e la vita sono una questione di stile”.
Info biglietteria
Teatro Carignano, piazza Carignano 6.
Orari degli spettacoli martedì giovedì e sabati ore 19.30, mercoledì e venerdì ore 20.45, domenica ore 16.
Mara Martellotta
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