Lega e Regioni, “Con l’autonomia differenziata l’Italia s’è desta”

La riflessione aperta del giornalista radiotelevisivo cattolico Maurizio Scandurra, opinionista a ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’, dà il benvenuto alla legge voluta dal partito di Matteo Salvini.

E’ stata una splendida giornata di verità, libertà ed equilibrio quella celebratasi sabato 14 settembre scorso alle pendici del Monviso. La Lega ha festeggiato l’ambito traguardo dell’autonomia differenziata, figlia di una lunga battaglia di giustizia che si chiama indipendenza, secessione, amore per il Paese.

Quello onesto. Quello che produce. Quello che desidera premiare il merito, le capacità, l’onestà, il buonsenso, il risultato.

Il Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli – insieme al Capogruppo alla Camera dei Deputati e segretario piemontese del Carroccio Riccardo Molinari, al Senatore Giorgio Bergesio membro della Commissione di Vigilanza Rai nonchésegretario cuneese del partito, all’assessore regionale Enrico Bussalino (Autonomia, Sicurezza e polizia locale, Immigrazione, Logistica e infrastrutture strategiche, Enti locali) – ha chiarito con dovizia e schiettezza di argomenti, e definitivamente, il pregio indiscusso di un obiettivo epocale conquistato duramente in decenni di lotte di equità partite con Umberto Bossi e ora saldamente affidate nelle mani sapienti di Matteo Salvini.

All’evento presente tutto lo Stato Maggiore della Lega piemontese, con gli onorevoli Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto, i consiglieri regionali Fabrizio Ricca (capogruppo), Gianna Gancia e Andrea Cerruti, gli ex consiglieri regionali Stefano Allasia e Sara Zambaia oltre a numerosissimi sindaci, assessori, consiglieri comunali, giornalisti ed esponenti della società civile fra cui anche Luca Pantanella, Vice Presidente Nazionale della FMPI – Federazione Medie e Piccole imprese che in regione conta oltre 500 aziende su un totale di più di 6mila in tutto lo stivale.

L’autonomia differenziata è ben altra cosa rispetto alle fandonie menzognere della solita sinistrucola urlante e piangente che fa dell’allarmismo sterile, della disinformazione organizzata e strumentale, della discesa in piazza e della mistificazione le sole, povere “armi” con cui cercare di fare il lavaggio del cervello agli italiani (per quelli che abboccano, naturalmente, e fortunatamente sono una risicatissima minoranza).

E’ un atto dovuto fondamentale che tutela anche il Sud, in primis. Perché? Semplice: le regioni del Nord che producono e trainano il Paese sono ben disposte ad aiutare quelle più vicine all’Equatore, condividendo parte degli avanzi virtuosi. A sol patto, però, che queste dimostrino, nel primario e irrinunciabile rispetto dei propri interessi, di aver controllato a fondo ogni singolo euro pubblico dove finisce e come viene impiegato, a differenza di quanto oggi (e da sempre, ahimé), accade.

Questo significa migliorare le proprie performancesfinanziarie e gestionali a vantaggio della moltiplicazione del numero e dell’efficientamento della qualità dei servizi ai cittadini, risolvendo l’annoso e drammatico problema storico di un’arretratezza tra regioni che, evidentemente, fa gola solo al PD, a Sinistra Italiana, ai M5S, ai soliti Verdi fissati con la tutela delle nutrie più che con la manutenzione pro sicurezza di argini e greto dei fiumi.

L’autonomia differenziata è la svolta che il Paese aspettava per essere finalmente e veramente competitivo, accentuando in crescendo le prestazioni fondamentali della vita civile.

Creando terreno fertile per nuovo sviluppo in grado di incrementare il tenore di vita di chi già c’è.

E attrarre così nuovi, potenziali investitori garantiti da una semplificazione più agile della burocrazia destinata alle imprese.

“Cari” compagni, mettetevi il cuore in pace. L’era del clientelismo sfrenato pronto a produrre poltrone inutili e incarichi superflui nella pubblica amministrazione è ormai agli sgoccioli.

L’era dei giri di denaro a vuoto fra Stato e Regioni che alimentano solo complesse partite contabili, altrettanto.

Adesso una volta per tutte l’Italia, grazie alla Lega di Matteo Salvini, s’è desta.

MAURIZIO SCANDURRA

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