Documenti falsi, tre arresti al Frejus

Nell’ambito dei servizi di controllo ai valichi di frontiera con la Francia, la Polizia di Stato ha individuato tre cittadini stranieri che, tramite l’utilizzo di documenti falsi, tentavano di attraversare il confine.

Personale della I Zona Polizia Frontiera Piemonte – Valle d’Aosta – Ligurianell’ambito dei servizi di specialità volti al contrasto della criminalità transfrontaliera e del rafforzamento della cooperazione di polizia tra i paesi di confine, ha ulteriormente intensificato i controlli in ingresso e in uscita alla frontiera presso il traforo autostradale del Frejus, anche in occasione dei giochi olimpici di Parigi 2024.

Nei giorni scorsi detto personale ha proceduto all’arresto di tre persone.

Una cittadina rumena di 30 anni in esecuzione di un ordine di carcerazione. La donna è stata rintracciata a bordo di un autobus internazionale con tratta Perpignan – Milano mentre tentava di passare il confine. La 30enne doveva espiare una pena di 1 anno, 3 mesi e 26 giorni di reclusione per reati contro il patrimonio, provvedimento emesso il 18.12.2022 dal Tribunale Ordinario di Milano. 

Inoltre, gli operatori hanno tratto in arresto un 39enne di origini marocchine in esecuzione di un ordine di carcerazione e per possesso di documento falso. L’uomo è stato trovato anch’esso su autobus internazionale con tratta Parigi – Milano e a seguito dei controlli mostrava agli agenti un documento falso. Da ulteriori accertamenti è emerso che il cittadino marocchino era destinatario di un ordine di esecuzione di espiazione di pena detentiva di 2 anni, 3 mesi e 4 giorni di reclusione, provvedimento emesso il 17.12.2015 dal Tribunale ordinario di Como, a seguito della revoca dell’affidamento in prova.

Inoltre, gli agenti hanno proceduto all’arresto di una cittadina guineana di 22 anni per possesso di documento falso. La ragazza si trovava a bordo di un autobus notturno con tratta Milano – Parigi e all’atto del controllo esibiva una carta d’identità belga valida per l’espatrio sulla quale era stata applicata la propria fototessera.  I dubbi dei poliziotti sulla genuinità del documento si sono rivelati fondati, lo stesso era stato infatti rubato in Belgio pochi mesi prima e successivamente falsificato.

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