Abolire i derivati per salvare il mondo

Cercate di immaginarvi questa bella scena: abitate in un appartamento di 109 metri quadrati al piano terreno di un palazzo costruito su un terreno di 105 metri quadrati (vabbé, un piccolo abuso edilizio…) il cui secondo piano è di 100 metri ma il terzo addirittura 630 metri, costruito in una zona ad alto rischio sismico.

Penso che tutti voi definireste la scena frutto di un incubo per l’eccesso di uova sode mangiate la sera prima; oppure il frutto di un architetto malato di mente e fuggito dalla casa di cura in cui era rinchiuso che non trova altro sistema per far parlare di sé che realizzare opere inutili e rischiose…

Bene, siete persone ragionevoli, ma purtroppo per voi non sapete che in realtà voi abitate proprio in questa folle “piramide rovesciata”.

E’ vero, per lo meno considerando il mondo in cui attualmente ci troviamo a vivere. Se parliamo di questa folle costruzione è perché essa rappresenta esattamente la situazione del mercato finanziario odierno.

Alla base c’è il PIL mondiale (cioè il totale della produzione di tutti i paesi del mondo) che è il “terreno”: non raggiunge i 105.000 miliardi di dollari.

Al piano terreno ci sono i titoli azionari, che in tutto il mondo valgono circa 109.000 miliardi di dollari; sopra di loro sono state emesse obbligazioni (titoli di debito) per 100.000 miliardi di dollari, ed al di sopra ancora sono stati costruiti i famigerati contratti “derivati” (privi assolutamente di qualunque riferimento all’economia reale, rappresentativi di pure e semplici scommesse) che ammontano a quasi 630.000 miliardi di dollari, cifra mostruosa che si fa fatica a pensare quanti zero abbia..

Occorre al più presto intervenire per bloccare i finanzieri d’assalto, proibire i contratti derivati di qualunque tipo, proibire le operazioni speculative, proibire l’utilizzo spregiudicato della finanza che si è presentata anni fa come “creativa” ma che si è dimostrata invece “distruttiva” (tranne che per i “soliti noti”, le grandi banche d’affari internazionali, i fondi speculativi, le società con sede nei “paradisi fiscali”).

Per chi non lo avesse ancora capito, la causa dei tracolli di Borsa degli ultimi anni non è certo legata a valori “fondamentali” ma, più banalmente, all’abuso di strumenti azionati da grandi operatori internazionali. Eppure nessuno ha osato toccare i meccanismi che consentono di spingerci tutto nel baratro.

Ad esempio, è inutile proclamare che “si bloccano le vendite allo scoperto” se non si impedisce, contemporaneamente, di effettuare il prestito titoli. I risparmiatori sanno che banche e fondi comuni prestano i titoli a chi li vende allo scoperto per lucrare modeste commissioni? E’ come se un condannato a morte per fucilazione consegnasse al plotone di esecuzione le pallottole con le quali caricare le loro armi…

Ma purtroppo chi sarà giustiziato siamo noi illusi risparmiatori!

E allora proviamo a proporre una semplicissima legge al nostro Parlamento, sperando che qualche spirito libero che abita nel Palazzo la legga ed abbia il coraggio di proporla; un unico articolo per evitare poi bizantinismi nell’applicazione: “Le banche e gli intermediari finanziari di ogni tipo operanti in Italia (comprese le Filiali di operatori aventi sede legale all’estero) non possono organizzare, vendere, collocare prodotti derivati, né in collegamento a prestiti preesistenti né in collegamento a prestiti contestualmente erogati. Eventuali operazioni realizzate in contravvenzione alla presente legge sono considerate nulle. Le banche e gli intermediari che contravvengono alla disposizione sono puniti con un’ammenda pari a 10 volte l’operazione stipulata.”

Vuoi vedere che bloccando i mostruosi “OGM della finanza” l’economia riprende a funzionare normalmente?

GIANLUIGI DE MARCHI

demarketing2008@libero.it

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