Questa la richiesta di una rappresentanza sindacale dei lavoratori di Poste italiane, guidata da Bruno Bartone (Cisl), Nunzia Mastrapasqua (Cgil) ed Evaristo Perrini (Uil), auditi questa mattina in Consiglio regionale a Palazzo Lascaris. Le preoccupazioni dei lavoratori sul futuro dell’azienda riguardano l’intenzione annunciata dal Governo di collocare sul mercato una nuova tranche di azioni, oggi nelle mani del Mef e di Cassa depositi e prestiti. L’operazione, che dovrebbe realizzarsi nel mese di marzo, si inserisce nella scia della cessione del 35% del pacchetto azionario del gruppo, già decisa nell’ottobre 2015 dall’Esecutivo dell’epoca.
Ad ascoltare le richieste della delegazione il presidente del Consiglio Stefano Allasia, con il consigliere segretario Ivano Martinetti e i consiglieri Paolo Ruzzola, Sean Sacco e Mauro Salizzoni.
I sindacalisti hanno sottolineato che, con l’eventuale perdita del controllo pubblico di Poste, verrebbe meno l’universalità del servizio.
“Comprendiamo le vostre preoccupazioni – ha affermato Allasia – questa amministrazione regionale ha cercato di impegnarsi a supporto di chi abita in montagna per garantire i principali servizi ai cittadini, compresi gli anziani, per evitare che i territori periferici si spopolino. Come Ufficio di presidenza ci impegniamo a sottoporre la questione all’intero Consiglio. L’obiettivo è formulare un ordine del giorno al Governo regionale affinché si impegni a convocare l’azienda e, quando sarà disponibile il piano industriale, a valutare di mettere a disposizione risorse per garantire comunque la continuità e capillarità del servizio”.