Il noto violoncellista torinese Enrico Dindo, è protagonista del concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI in programma giovedì primo febbraio, alle ore 20:30, all’Auditorium RAI “Arturo Toscanini” di Torino, anche in live streaming su raicultura.it., in replica venerdì 2 febbraio, alle ore 20:00, su Rai Radio 3. Vincitore del Premio Rostropovič di Parigi nel 1997, Dindo è ospite regolare di orchestre internazionali e festival prestigiosi al fianco di direttori del calibro di Riccardo Chailly, Myung-Whun Chung e Riccardo Muti. Sul podio salirà il direttore lettone Andris Poga, che proporrà due prime esecuzioni RAI a Torino, “D’un matin du printemps et d’un soir triste” di Lili Boulanger.
Scritti entrambi tra il 1917 e il 1918, i due brani sono fortemente evocativi e in netto contrasto tra loro, rappresentando diversi stati d’animo della compositrice francese. Il primo richiama sentimenti di speranza e ottimismo, il secondo di angoscia e dolore. La compositrice morì pochi mesi dopo averli scritti a soli 24 anni. In chiusura, Poga propone la Suite sinfonica dal balletto “L’oiseau de feu” di Stravinskij, nella seconda versione che il compositore russo riorchestrò in Svizzera nel 1919, dopo quella preparata nel 1911, immediatamente a ridosso della “prima” parigina dei Ballets Russes di Djagilev.
“L’oiseau de feu” rappresenta un’opera cardine nell’esperienza creativa di Stravinskij, che trasforma il compositore ventottenne da discepolo semisconosciuto di Rimskij-Korsakov, a grande autore internazionale. Non a caso si tratta dell’opera che segna l’inizio della collaborazione tra Stravinskij e la compagnia dei Ballets Russes di Sergej Djagilev. Quest’ultimo aveva conosciuto Stravinskij nel gennaio 1909 a Pietroburgo e, colpito dalla musica e dalla fantasia orchestrale “Feu d’artifice” aveva immediatamente pensato di aggregare il compositore al gruppo di suoi collaboratori, composti da personaggi prestigiosi come il coreografo e danzatore Michail Fokin, i pittori Leon Bakst e Alexandre Benois, in vista del trasferimento a Parigi della sua compagnia.
“L’oiseau de feu” doveva rimanere una delle partiture più popolari del compositore, tanto che ben tre furono le Suite pubblicate, con la revisione dell’autore nell’arco di oltre trent’anni. La prima vide la luce nel 1911 e consiste nell’estrapolazione di cinque momemti musicali; la seconda Suite, del 1919, la più diffusa, è basata su un’orchestrazione ritoccata e su una selezione di pagine quasi interamente differente; la terza, del 1945, si basa su dieci numeri complessivi, cinque dei quali sono quelli della Suite del 1919, scelta anche dal direttore d’orchestra Poga per il suo concerto.
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MARA MARTELLOTTA
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