Quando la sanità funziona: una puerpera è stata salvata grazie ad un trapianto di fegato dopo essere rimasta senza fegato per 24 ore, presso l’ospedale Molinette di Torino
È accaduto nei giorni scorsi, presso l’ospedale della Città della Salute di Torino, uno dei più grandi d’Italia e il più noto del capoluogo piemontese, dove una donna di 33 anni, che aveva appena partorito, è stata salvata grazie ad un trapianto di fegato in “stato anepatico”, ovvero eseguito dopo essere rimasta senza fegato per circa 24 ore. La donna, di origine sudamericana, giunta vicino al termine della gravidanza, si era presentata al Pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino in preda a dolori addominali. Avendo riscontrato uno stato di sofferenza fetale, gli ostetrici ginecologi del gruppo del dottor Corrado De Sanctis avevano proceduto immediatamente con il taglio cesareo. Tuttavia, dopo la nascita della bambina, ci si era resi conto che la situazione della puerpera era estremamente grave a causa di un importante sanguinamento addominale proveniente dal fegato, organo che era andato incontro ad un fenomeno di rottura spontanea, nell’ambito di una cosiddetta sindrome HELLP. I chirurghi della Chirurgia d’urgenza (diretta dal Mauro Santarelli) erano quindi subito intervenuti, provvedendo al tamponamento dell’emorragia epatica con telini chirurgici. Nelle ore successive nella Terapia Intensiva dell’ospedale Sant’Anna (diretta dalla dottoressa Simona Quaglia) la situazione di shock emorragico si era purtroppo dimostrata persistente. Veniva subito disposto il trasferimento verso la Terapia Intensiva del Pronto soccorso dell’ospedale Molinette (diretta dalla dottoressa Marinella Zanierato) ed eseguita una TC addome in urgenza, presso la Radiologia (diretta dal dottor Giorgio Limerutti), con evidenza di un’estesa rottura coinvolgente entrambi i lobi epatici. Dopo un rapido consulto tra i chirurghi dell’équipe del Centro Trapianto Fegato (diretto dal professor Renato Romagnoli), la dottoressa Silvia Martini della Terapia Insufficienza Epatica (diretta dal dottor Antonio Ottobrelli) e la dottoressa Sara Iannandrea della Rianimazione ospedaliera (diretta dal dottor Roberto Balagna), ove nel frattempo la paziente era stata trasferita, si è deciso di procedere immediatamente alla riapertura dell’addome nella sala operatoria del Centro Trapianti alle Molinette. La situazione clinica della paziente affrontata dai medici delle Molinette (i chirurghi dottori Damiano Patrono e Stefano Mirabella e gli anestesisti dottori Angelo Panio e Luca Cremascoli) era assolutamente drammatica: il fegato della donna era attivamente sanguinante, a causa di irreparabili e multiple lacerazioni. Il solo modo per arrestare definitivamente l’emorragia epatica è stato quindi la rimozione totale del fegato, con temporanea derivazione del sangue della vena porta direttamente nella vena cava inferiore. Già dalla sala operatoria è partita la richiesta super-urgente del fegato di un donatore, diramata dal Centro Regionale Trapianti Piemonte e Valle d’Aosta (diretto dal dottor Federico Genzano) verso il Centro Nazionale Trapianti di Roma (diretto dal dottor Massimo Cardillo). Dopo meno di 3 ore l’opportunità estremamente favorevole di un donatore di gruppo sanguigno compatibile disponibile in Sicilia è stata colta immediatamente. Si è trattato di un ragazzo di origine africana, deceduto a seguito di un incidente stradale, che già in vita si era dichiarato donatore presso la propria anagrafe. Dopo meno di 6 ore, grazie al servizio di Emergenza del 118 di Torino, che ha garantito l’organizzazione dei trasporti dell’équipe trapianti in tempi record, l’équipe chirurgica di prelievo del Centro Trapianti di Fegato partiva da Caselle per rientrare circa 10 ore dopo. Dopo poco meno di 24 ore dal momento della rimozione totale del fegato, la paziente ha potuto essere sottoposta con successo all’impianto del fegato del donatore da parte dei dottori Francesco Lupo e Gianluca Paraluppi, dell’équipe diretta dal professor Renato Romagnoli, coadiuvati dagli anestesisti dottoresse Patrizia Andruetto e Donatella Di Francesco. Durante il trapianto è stata nuovamente preziosa la consulenza ostetrico – ginecologica del dottor Corrado De Sanctis per poter risparmiare l’utero appena sottoposto a taglio cesareo. La ripresa funzionale del fegato trapiantato è stata valida ed immediata. Il risveglio della paziente è avvenuto in modo rapido e completo nella Rianimazione (diretta dal dottor Roberto Balagna). La paziente ad oggi sta bene ed è stata dimessa ed ha potuto abbracciare la sua bimba nella Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Sant’Anna della dottoressa Caterina Carbonara. Commenta il professor Romagnoli: “Questa bella storia di ‘buona sanità’ suggella l’anno 2023, nel quale il Centro Trapianto Fegato di Torino ha raggiunto la vetta d’Europa con più di 4000 trapianti di fegato – 4013 per la precisione – eseguiti nella sua storia più che trentennale ed ha battuto il suo stesso storico record italiano stabilito nel lontano anno 2005, arrivando alla straordinaria cifra di 184 trapianti di fegato, eseguiti nel solo anno 2023, ovvero più di 1 trapianto ogni 2 giorni. Un grande GRAZIE a tutti i donatori ed alle loro famiglie ed a tutti gli operatori sanitari (medici e infermieri) e non sanitari che hanno reso possibile questo primato torinese”. “Anche nel 2023 la Città della Salute di Torino si è confermata l’Azienda ospedaliera che ha effettuato più trapianti in Italia con quasi 500 organi trapiantati. Ringraziamo le famiglie dei donatori e tutti i nostri numerosi operatori che per 365 giorni all’anno danno il loro fondamentale contributo per confermare e migliorare sempre questa nostra eccellenza” dichiara il Direttore generale dottor Giovanni La Valle
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