Caterina Caselli tra musica e cinema al Tff

Caterina Caselli, protagonista ieri della masterclass al media center della Cavallerizza, viene accolta tra fragorosi applausi dal sottofondo di “Insieme a te non ci sto più”, una canzone significativa non solo perché scritta da Paolo Conte, di cui ha prodotto il film a lui dedicato e presentato in serata, ma ancheperché la canzone è intrecciata al mondo del cinema. Infatti Nanni Moretti l’ha utilizzata ben due volte nei suoi film, per Bianca e perLa stanza del figlio, come ci tiene a ricordare Steve Della Casa.

E poi una canzone manifesto di libertà che ci parla ancora oggi, in un periodo così scottante per la difesa dei diritti delle donne. LaCaselli si è intrattenuta generosamente qui a Torino per il Torino Film Festival nella giornata di ieri per l’anteprima del film “Paolo Conte alla Scala – Il maestro è nell’anima”, la testimonianza superlativa del concerto alla Scala del 19 Febbraio scorso prodotto dalla Sugar, casa discografica della famiglia Caselli per la regia di Giorgi Testi e distribuito da Medusa, nelle sale dal 4 al 6 dicembre. Leitmotiv della masterclass è stato l’intreccio tra cinema e musica. Diversi gli aneddoti: dalla canzone scritta da Ennio Morricone per Elisa, di cui la Caselli è stata talent scout, che poi venne utilizzata da Quentin Tarantino nel film Django Unchained, alla collaborazione con Davide Ferrario,presente alla masterclass, il quale ha anticipato il suo prossimo film dedicato all’ Italo Calvino delle Città invisibili in cui è presente il brano “Ora mi alzo” di Luciano Berio, reinterpretato da Raphael Gualazzi, artista della scuderia della Caselli.

A coronare l’incontro un richiamo all’attualità nei testi delle sue canzoni più famose “Nessuno mi può giudicare” e “Insieme a te non ci sto più” “che sottolineano” commenta la Caselli “la prima che laverità è senza tempo e che la libertà è di tutte e di tutti e nella seconda c’è una donna che capisce che l’altro non è più e quindi “si muore un po per poter vivere” cioè dobbiamo accettare il rifiuto, che la vita è una conquista e che dobbiamo accettare la sofferenza, ascoltare gli altri perché siamo tutti collegati e cercare di volerci bene”.

GIULIANA PRESTIPINO

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