Desirò, Italia Lib- Pop: “La disarmante politica del nulla”

Ci siamo lasciati alle spalle Agosto e, con esso, il disarmante confronto politico estivo basato sul nulla, tra pessime uscite mediatiche, slogan da piazza virtuale, firme false e libri balzati agli onori della cronaca a causa del nulla contenutistico che caratterizza il dibattito politico contemporaneo. Tutto questo, in barba ai reali problemi del Paese che continua a navigare a vista in un presente incerto e verso un futuro ancora più incerto. Dal torpore della vacuità estiva, ci ha bruscamente risvegliato il drammatico incidente di Brandizzo, che ha aggiunto altre 5 vite spezzate alla conta infinita delle morti sul lavoro del nostro Paese. Una strage silenziosa della quale la politica non si occupa mai in modo concreto e responsabile, troppo impegnata a difendere il proprio campo e ad incitare le proprie tifoserie a suon di demagogia e slogan.
Settembre porterà con sé tutte le difficoltà di una legge di bilancio dalla coperta corta, dalla quale sembrano già spariti i 2/3 miliardi da destinare alla Sanità, e nella quale ci sarà da decidere se intervenire sul caro carburante o se confermare il taglio del cuneo fiscale, sempre e solo limitato alle solite categorie. Con buona pace di quel ceto medio bistrattato, sulle cui spalle grava la quasi totalità dei costi dello Stato e del Welfare, e che a causa della scarsa attenzione che la politica gli riserva, si trova ad essere sempre più povero ed in difficoltà.
Settembre porterà con sé nuovi rincari, nonostante una leggera frenata dell’inflazione, che si farà sentire con i costi dell’energia, che freneranno ulteriormente la capacità di spesa degli italiani. Ma porterà, ancora con sé, nuove polemiche, in parte ideologiche ed in parte populistiche, necessarie alla politica di scarsa qualità per avvicinarsi a grandi passi agli importanti appuntamenti elettorali della prossima Primavera. Perché, oggi più che mai, la politica, trasversalmente, continua a fare ciò che non dovrebbe fare: pensare al prossimo appuntamento elettorale e non al futuro del Paese.
Ma senza una grande rivoluzione culturale che parta dalla base, tutto questo continuerà a lungo, con quel 2% di Italiani iscritti ai vari partiti che, tramite congressi precostituiti dall’assenza della democrazia interna alle stesse organizzazioni, deciderà il futuro del restante 98% di noi, sempre più distante e sempre meno considerato dalla pessima classe dirigente del nostro Paese.
Claudio Desirò
Segretario Italia Liberale e Popolare 
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