Cesare Peverelli. Ceramiche a Vallauris. Avec Pablo Picasso

 

In mostra a Mondovì le “ceramiche” realizzate in Costa Azzurra dall’artista milanese, accostate alle “linoleografie” del “padre del cubismo”

Dal 13 luglio al 5 novembre

Mondovì (Cuneo)

L’accostamento è perfetto. Peverelli e la leggenda assoluta dell’arte cubista. Peverelli e Picasso. A Cesare Peverelli (Milano, 1922 – Parigi, 2000), allievo a Brera, fra gli anni Trenta e Quaranta, di Carpi e Funi, ma soprattutto attento alle accese emotività di Morlotti e alle voci di “Corrente”attraverso una forte attrazione, in quel ribellarsi della natura contro la perfezione della realtà, per la picassiana “Guernica”, la “Fondazione CRC”dedica (in occasione del “Centenario” della nascita) una suggestiva e particolare mostra, in programma da giovedì 13 luglio fino a domenica 5 novembre, presso il “Museo della Ceramica” di Mondovì (Cuneo), in “Palazzo Fauzone di Germagnano”. Curata dallo storico e critico d’arte Enzo Biffi Gentili, l’esposizioneintende valorizzare la collezione di cinquanta ceramiche inedite realizzate da Peverelli a Vallauris, località situata tra Cannes e Antibes nelle Alpi Marittime, e donate alla “Fondazione CRC” − nell’ambito del progetto “Donare. Rilanciare la cultura del dono in provincia di Cuneo” − dall’imprenditore provenzal-piemontese, nonché fondatore e direttore del “Musée de la Poterie” di Vallauris, Michel Ribero. Cogliendo l’occasione del “Cinquantenario” della morte di Pablo Picasso, il curatore propone in mostra un interessante e saggio accostamento tra le ceramiche di Peverelli e una serie di linoleografie del “padre del cubismo”, concesse in prestito dall’“Avec”, storica Associazione di ceramisti vallauriens e anch’esse realizzate a Vallauris, dove Picasso visse, iniziando la pratica dell’arte ceramica, fra il 1948 ed il 1955 e dove ha sede (nell’antico “Chateau du Prieuré”) il “Museo Nazionale Pablo Picasso” ricco di oltre duemila opere del Maestro spagnolo, fra cui la monumentale “La Guerra e la Pace”, realizzata nel 1953 al termine della “Guerra di Corea”, a testimonianza del suo impegno politico come militante nel “Movimento per la Pace”, per il quale disegna anche, nel ’62, la celeberrima “Colomba”, in seguito riprodotta a livello mondiale.

L’esposizione, a Mondovì, sarà visitabile ad ingresso libero fino a domenica 5 novembresecondo i seguenti orari: dal 14 luglio al 15 settembre, venerdì e sabato dalle 15 alle 19, domenica e festivi dalle 10 alle 19; dal 16 settembre: giovedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 18, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Per info: iatmondovi@visitcuneese.it  o telefonare allo 0174/330358.

“L’esame delle ceramiche di Cesare Peverelli – spiega il curatore Biffi Gentili – rivela un’alta carica di ‘virus Picasso’, non foss’altro perché foggiate a Vallauris, città nella quale Pablo Picasso rivoluzionò quest’arte nel secondo dopoguerra, realizzando linoleografie dall’inizio degli anni ’50 ai primi anni ’60 presso la stamperia di Hidalgo Arnéra, come ‘affiches’ o manifesti per le mostre annuali degli artigiani locali”. Realizzate nel 1992 e 1993 – presso lo stabilimento “La Cigale – J. Ribero” di Vallauris, le ceramiche di Peverelli, esposte nella mostra monregalese, bene illuminano l’ultimo periodo del pittore milanese, quello ceramico appunto, mai storicamente documentato e criticamente affrontato, in cui si va, invece, ad articolare nel tempo “la sua vicenda politica e pittorica – ancora Biffi Gentili – dal picassismo al potcubismo, allo spazialismo sino, dopo il suo trasferimento in Francia nel 1957, dove vive e lavora sino alla morte, a una sorta di surrealismo nel quale viene sovente iscritto”.

Un lungo, intenso percorso, condotto sotto il segno di un’instancabile sperimentazione artistico-professionale, in cui “si rivelano anche aspetti rimasti in ombra come la grafica, artistica ed editoriale, accanto a letture e connessioni differenti, anche con generi e arti discusse come la ‘science-fiction’ e la ‘bande dessinée”, rispetto a più note, illustri referenze”. In ogni caso, l’opera di Peverelli rappresenta l’ultimo, grande hommage tributato da un pittore a Picasso a Vallauris nel secolo scorso. Pochissimi anni dopo, infatti, nel 1998, ha inizio una diversa “politica ceramica” dell’Amministrazione Comunale e del “Musée de la Céramique”, grazie al ruolo determinante di Michel Ribero (prima assessore e poi sindaco di Vallauris) che chiamerà a lavorare, con gli artigiani, non più artisti ma designer. Nello stesso anno, il commissario della 16^ “Biennale de la Céramique” di Vallauris, Carole Andréani (cui si deve il fondamentale libro sulla ceramica di Gauguin) decide di invitare, fra gli altri, un architetto – designer napoletano, Eduardo Alamaro, che esibisce una serie di bottiglie smaltate dedicate a Picasso (al “Padre Mediterraneo”), “se non irrisorie, ‘comiche’”. E proprio una di queste, un “cameo” mai esposto in Italia, la maiolica “Santé Picassò!” (1998) la troviamo esposta nella rassegna di Mondovì.

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Cesare Peverelli: “Vallis Aurea. Satirus”, maiolica, 1993

–       Pablo Picasso: “Faune pour Expo Vallauris”, linoleografia, 1955

–       Eduardo Alamaro: “Santé Picassò!”, maiolica, 1998  

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