Caro Direttore, la comunicazione giornalistica incide tantissimo sul turismo, quando i titoli fan scappare i turisti e il lavoro
Ciò che temevo , nella lettera che Ti ho scritto ieri , purtroppo si sta verificando. Alcuni titoli di prima pagina dei giornali hanno contribuito ad aumentare le disdette di chi aveva prenotato alberghi e appartamenti a Bardonecchia. Stamane un titolo recita “Bardonecchia stagione finita” , certo e’ la frase imprudente e controproducente di un ristoratore che ha visto ridursi le presenze della metà o di più. Quella frase, diventata titolo di un giornale importante e autorevole ,da un messaggio chiaro ai turisti e così, ai danni dell’evento alluvionale, Bardonecchia aggiunge il danno di disdette di turisti con le conseguenze sul lavoro , sulle aziende e sui proprietari di appartamento , sovente pensionati che vivono dell’affitto incassato nei mesi estivi.
L’articolo di Mario TOZZI pubblicato in prima pagina è stata una sentenza ingiusta e che provoca conseguenze gravi. Bastava che parlasse con Luca Mercalli e forse i toni erano diversi. Qui non c’è nessun garantismo. Quell’articolo Mario Tozzi poteva scriverlo nei prossimi giorni dopo aver capito meglio quanto era successo.
Senza i giornali non vi è informazione , senza giornali non c’è la libertà e i giornali aiutano la gente a pensare, come mi diceva mia mamma, cui portavo ogni giorno La Stampa anche in Ospedale. Ma siccome il turismo vive di comunicazione la sentenza di Mario Tozzi o una frase come “la stagione è finita” ammazzano anche un toro.
Certo poi all’interno troviamo articoli belli e sensibili come quelli di Raffaella Silipo o Lodovico Poletto ma l’effetto della prima pagina o di certi titoli è l’effetto di un carro armato.
Il nostro Paese da vent’anni cresce poco, Torino e la sua provincia ancor meno, il turismo montano è una componente importante del nostro PIL.
Soprattutto in montagna d’estate la gente respira un’aria pulita , non soffoca dell’afa cittadina , in una parola chi può passare i giorni sempre più caldi dell’estate in montagna guadagna tempo e qualità di vita , una cosa che non ha prezzo.
Il turismo da lavoro e aiuta la economia e le casse dello Stato. È un bene pubblico da custodire . Lo dobbiamo al buon Dio, a chi ci ha preceduto e ai nostri figli e nipoti.
buon lavoro,
Mino GIACHINO
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