Riceviamo e pubblichiamo
Ieri i militanti de La Barriera si sono recati alla croce presente in cima al
Monte Musinè e hanno srotolato uno striscione con la scritta “LE CROCI NON SI
TOCCANO”, per protestare contro le posizioni di alcuni importanti membri del Club Alpino
Italiano contrari alla presenza delle croci sulle vette delle montagne.
Inoltre, i membri del movimento hanno anche affisso alcuni manifesti esplicativi sulle
bacheche presenti lungo i sentieri.
“Dopo questa settimana di polemiche suscitate dalle assurde dichiarazioni degli
esponenti del C.A.I. Marco Albino Ferrari e Pietro Lacasella, che hanno mostrato
contrarietà rispetto alla presenza di croci sulle vette delle montagne e che hanno
proposto di bloccarne l’installazione di nuove, abbiamo deciso di mobilitarci con
un’azione svolta proprio davanti ad una di queste croci incriminate, quella posta sulla
vetta del Monte Musinè” affermano i responsabili de La Barriera Torino.
“È inaccettabile che persone che ricoprono ruoli importanti in un ente come il C.A.I., che
dovrebbe agire per tutelare e difendere la bellezza delle montagne italiane, pretendano, in
nome di un multiculturalismo che vuole cancellare la nostra cultura e la nostra identità,
che si blocchi l’installazione di nuove croci e, magari, che si proceda anche alla rimozione
di quelle esistenti” aggiungono dalla Barriera.
“Le croci di vetta – continuano dal movimento – sono una tradizione delle nostre
montagne e delle nostre valli, contribuiscono notevolmente alla bellezza del paesaggio e
rappresentano la nostra Civilità, oltre che la storia e l’identità nostra, delle nostre terre e
dei nostri padri.
Proprio per questo le croci di vetta sono un simbolo che va difeso da queste folli proposte
figlie della follia multiculturalista, perché qua siamo in Italia e la cultura che deve esserci è
soltanto quella Italiana ed Europea”.
“Alla luce di tutto ciò guardiamo con soddisfazione ai cambi che ci sono stati ai vertici del
C.A.I. che si sono resi protagonisti di queste assurde proposte, andando anche ad
intaccare l’immagine dell’associazione” concludono dal movimento La Barriera Torino.