Ultimo giorno: a Villa della Regina i cani “teatral-cinematografici” di Pergolesi

“Divas – Dog Portraits”, le immagini del fotografo veneziano 

Fino al 25 giugno a Torino

Un po’ buffi, ma seriosi. Padroni assoluti dell’ambiente casalingo. Attori indisturbati in alloggi reali “rivisitati e messi in scena come fossero teatri privati”, dive e incontrastate primedonne, assenti (ma ben presenti nel più vario e originale arredo degli interni) i proprietari di casa. E di cane, ovviamente. Un magnifico “pastore tedesco” è seduto, immobile, bava alla bocca (si presume) davanti a un frigo malauguratamente – appositamente (e dunque sadicamente) aperto; all’interno tutto il meglio che si possa immaginare da mettere sotto i possenti “canini”. Un altro s’è impadronito della “stanza dei giochi” e se ne sta bello bello, comodo comodo e senza nessuna intenzione di farsi da parte fra pupazzi, marionette e teatrino di cui pare sentirsi attore protagonista e indisturbato. Sono solo due dei molti cani “fermati”, negli oltre quaranta “ritratti d’autore”, dal fotografo di origini veneziane Franco Pergolesi ed esposti – fino a domenica 25 giugno – in quella che è la prima mostra ospitata nella suggestiva cornice della “Residenza Sabauda” (patrimonio UNESCO) di “Villa della Regina” a Torino.

La mostra, “Divas – Dog Portraits”, curata da Carla Testore e promossa dall’Associazione “The Others”, si inserisce nel solco di una millenaria tradizione artistica che vede proprio il “migliore amico dell’uomo” al centro dello sguardo di moltissimi artisti: dalle primitive rappresentazioni rupestri agli Egizi del “dio Anubi” (uomo con testa di cane), dai vasi greci alla pittura romana, via via correndo nei secoli a lunghi passi (e solo attraverso scarne citazioni) fino al “Ritratto di Carlo V con cane” di Tiziano e ad opere iconiche novecentesche come l’“Autoritratto con cane” di Ligabue o i “Due acrobati con cane”gouache di Picasso del 1905 o i “cani a palloncino” dell’icona neo – pop Jeff Koons o ancora, per restare in ambito fotografico, i cani padroni dello scatto di Elliott Erwitt e i “brocchi di Weimar” in vari costumi e pose di William Wegmann. Cani e cani. Immagini esemplari. Che ben conosce il nostro Pergolesi, agendo però in modo assolutamente originale. Attraverso la pratica cosiddetta della staged photography (fotografia allestita, messa in scena) Pergolesi ritrae, infatti, i soggetti all’interno delle case, diventando pittore, scenografo, regista, posizionando soggetti e cose a sua totale discrezionalità e formando composizioni con lo scopo di creare un evento, ambienti, emozioni e ritrarre una vera e propria performance. Gli ambienti domestici si trasformano in intimi (e perfino poetici, si veda l’onirico “Eden”set fotografici, attraverso cui raccontare l’affettuosa totalizzante (e tale ha da essere) relazione fra il “padrone” e il “cane”, sempre più oggi componente centrale del nucleo famigliare. In occasione della mostra di Pergolesi, la splendida “Villa” collinare – che si affaccia sulla città con giardini, belvedere, grotte, viali alberati e anche attraverso l’unico vigneto urbano in Italia – vede aprirsi anche alcuni dei suoi luoghi normalmente chiusi al pubblico, fra cui alcune stanze al secondo piano e il “Padiglione dei Solinghi”, capolavoro barocco sull’elegante “Rotonda Sud – Ovest” del giardino della “Villa”, fatta costruire (sul modello delle ville romane) ad inizio Seicento dal principe cardinale Maurizio di Savoia, figlio del duca Carlo Emanuele I. Suggestiva l’ambientazione, non meno di quei “cani veri – scrive Carla Testore – che si guardano in set felliniani in onirico disordine, con vasi e fiori”“Ogni opera – sottolinea dal canto suo Francesco Pergolesi – è il frutto di un’accurata ricerca semantica ed iconografica da un lato e composizione scenica dall’altro. Dietro ogni scatto si celano una serie di riferimenti e citazioni artistiche, cinematografiche o letterarie. Proprio per questo motivo, spesso il punto di partenza scaturisce da interessi, passioni, collezioni esistenti come i trenini, le borsette firmate, gli spartiti dei proprietari dei cani, così da creare un’interpretazione legata anche all’altro attore (il proprietario), assente nell’immagine ma presente nella narrazione”.

Gianni Milani

“Divas – Dog Portraits”

“Villa della Regina”, Strada Comunale Santa Margherita 79, Torino; tel. 011/8195035 o www.divas-dogportraits.it

Fino al 25 giugno

Orari: giov. e ven. 10/18, prefestivi e festivi 10/19

Nelle foto:

–       Francesco Pergolesi: “Lupus in fabula”

–       Francesco Pergolesi: Ph. Giorgio Violino

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