In un’epoca storica intensa e dinamica come quella contemporanea, non sempre è possibile conciliare con la giusta flessibilità le proprie esigenze lavorative. Questo perché la dimensione dello spazio lavorativo lambisce spesso i confini della propria vita privata: task da completare fuori orario d’ufficio, riunioni programmate all’ultimo momento o semplicemente il piacere di alternare lo smart working casalingo ad un ambiente innovativo e stimolante. Travaj San Salvario, il primo coworking Travaj, apre le sue porte al pubblico venerdì 23 giugno per soddisfare questi bisogni. Obiettivo ambizioso, dal momento che quella della work life balance è di certo una delle sfide più complesse del nostro tempo: ad oggi il 47% dei remote workers non riesce a bilanciare adeguatamente il proprio tempo professionale e privato, il 50% di loro considera la solitudine e l’isolamento come minacce alla salute mentale e il 56% vede nei coworking la possibilità di realizzare una routine produttiva e concentrata senza cadere nel superlavoro.
Dodici postazioni a scelta tra scrivania, postazione in ufficio e sala riunioni per 4, prenotabili a ore singole, per intera giornata, a settimana o mensilmente: ogni necessità viene accolta e soddisfatta da Travaj, dove tramite la rete Wi-Fi dello spazio – a disposizione per tutta la durata della prenotazione – ci si può collegare agli schermi interattivi e alle stampanti, per un lavoro semplificato e produttivo. Un ambiente tanto versatile e stimolante per la creatività, quanto accogliente per i suoi fruitori: la collaborazione tra l’architetto Alex Cepernich e i visual artist Truly Design Studio ha generato in Travaj un’opera dal concept unico: “Abbiamo voluto immaginare un concept” – riflette Cepernich – “all’interno del quale l’esagono venisse inteso come elemento primo del sistema natura, parallelismo tra l’operosità dell’ape e la produzione avanzata nell’ industria e dei servizi tecnologici”. A far da cornice forme pure degli arredi, volumi architettonici e linee a creare una scenografia diffusa, irregolare, che trova la sua sintesi e trasformazione nell’anamorfismo architettonico.

