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L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Romolo Bugaro “I ragazzi di sessant’anni” -Einaudi- 16,00

Forse non è un caso che Romolo Bugaro i 60 anni li abbia compiuti da poco; sembra attingere anche dal suo ingresso in questa fase della vita per imbastire la trama del romanzo che è un ritratto generazionale, con sconfinamenti lievi e acuti in studio socio-antropologico.

L’autore è nato nel 1961 a Padova, dove vive e lavora, ed è autore di svariati romanzi.

Qui in 135 scorrevolissime pagine punta con ironia lo sguardo su una precisa stagione della vita; sviscera sentimenti, stati d’animo, delusioni, speranze, modi di affrontare l’esistenza, ed annovera episodi vari che animano il romanzo.

Occorre precisare subito che “I ragazzi di sessant’anni” è il nome del protagonista, un plurale singolare che simbolicamente include il capitolo di vita dei 60enni. E’ sposato con Stefania, ha due figli, un buon lavoro. Nato nei primi anni Sessanta è il prototipo emblematico di chi è cresciuto nella fase del boom economico, ha attraversato oltre mezzo secolo, ed ora è un professionista disincantato, a tratti cinico.

Lui e la moglie vivono a Padova dove frequentano sempre meno gli amici, lottano contro l’incedere del disfacimento degli anni facendo ginnastica e cyclette, consci che la vecchiaia e la morte siano dietro l’angolo.

L’esperienza e le disillusioni li hanno resi quello che sono. Sentono il tempo incalzare e ora più che mai sono attanagliati dall’ansia di fare, vedere, provare più possibile, vivere l’attimo fuggente finché c’è vita.

Insieme a loro seguiamo le vicende di un corollario di umanità varia.

Inquilini anziani pieni di manie che possono rendere la coesistenza molesta; ma anche divertente se si guarda con la lente dell’umorismo e si avverte il paradosso sul quale sorridere.

Dal vicino di casa che immancabilmente alle 3 di notte scatena un putiferio di rumori, alla ragazzina che rischia di sbandare nella vita.

E ancora, i rovesci del destino; come la vicenda del notaio Spadaro che, per un passo falso, si vede ipotecare tutto il successo e i beni racimolati nel corso di una vita di lavoro, fatica e ambizione.

In scena c’è proprio la vita, vari episodi e personaggi che i ragazzi di sessant’anni affrontano con malinconia; ma anche pagine esilaranti e comiche.

Perché in fondo, bilanci, esperienze e magagne varie a 60 anni rendono più fragili e al contempo più saggi….e poi del domani non c’è certezza. Tanto vale prenderla con filosofia e ironia…. qui ce n’è parecchia.

 

Pascal Mercier “Il peso delle parole” -Fazi Editore- euro 20,00

Le parole sono le vere protagoniste di questo corposo romanzo dell’autore che ha ottenuto un enorme successo con il precedente “Treno per Lisbona” (da cui è stato tratto anche l’omonimo film).

Pascal Mercier è lo pseudonimo adottato da Peter Bieri negli anni Novanta per iniziare la carriera di romanziere. E’ un filosofo svizzero nato a Berna nel 1944, ricercatore scientifico con studi di filosofia della psicologia, gnoseologia e filosofia morale. Le oltre 500 pagine di questo libro sono un elogio alle emozioni suscitate dalle parole, dai libri e dai pensieri profondi.

Dalla bellezza delle parole è affascinato il personaggio centrale di Simon Leyland che, grazie alla passione trasmessagli dallo zio Warren Shawn, ha deciso di imparare tutte le lingue parlate nel Mediterrano e di diventare traduttore.

La sua vita si divide tra Londra e Trieste, città per eccellenza scrigno di varie culture, etnie e lingue, e dove si è trasferito a vivere con l’amata moglie Livia. Lei era una brillante giornalista, erede di una raffinata piccola casa editrice fondata dal padre. Il matrimonio di Simon e Livia è durato 24 anni e benedetto dalla nascita dei figli Sidney e Sophia.

Ora da 11 anni Livia è morta, una dipartita improvvisa e straziante che ha tranciato la vita di Simon in due. A lenire il dolore dell’assenza però ci sono le parole, il suono della voce della moglie che gli riecheggia dentro.

Simon pensa continuamente a lei e continua a scriverle bellissime lettere in cui riversa la sua anima, ripercorre le tappe del loro amore, riflette sull’essenza della vita, sulla possibilità di nuovi inizi derivanti da ogni cambiamento.

Le parole sono l’ancora di salvezza a cui ricorre Simon nelle traversie della sua esistenza, inclusa una diagnosi terribile, un tumore al cervello che non darebbe scampo…poi scopriremo che le cose stanno diversamente. Ma nel frattempo Mercier ci conduce nei meandri di un uomo tormentato che nelle parole trova un valore salvifico.

 

 

Blake Bailey “Philip Roth. La biografia” -Einaudi- euro 26,00

Philip Roth, nato nel 1933 e morto nel 2018, è un pilastro della letteratura americana, direi anche di quella mondiale. E questa monumentale biografia di Blake Bailey è il risultato portentoso di 10 anni di incontri, ricerche, centinaia di ore di interviste.

Blakey ripercorre con empatia la vita di uno dei maggiori romanzieri contemporanei a partire dalle origini: i genitori ebrei immigrati, l’infanzia trascorsa nel New Jersey, poi gli studi all’Università e la passione per il baseball, l’amore per la letteratura e il sesso.

Cinquantacinque anni di carriera, il via con i primi racconti e romanzi, poi il salto con “Il lamento di Portnoy”, personaggio sessuomane al centro di un libro ritenuto scandaloso, che gli procurò accuse di misoginia e antisemitismo. Lo marchierà per sempre, ma lo ha anche trasformato in autore da milioni di copie vendute e uno dei grandi mostri sacri delle lettere.

Emerge l’uomo traditore seriale, esploratore del desiderio sessuale raccontato senza pudore, tra acrobazie dei corpi e dei sentimenti, ma con arte sopraffina. Due i matrimoni finiti male. La prima moglie Maggie che si finge incinta per farsi sposare; legame dettato dal senso di colpa che si infrange in un divorzio astioso. Poi la morte di lei in un incidente stradale; per lui quasi un sollievo perché non deve più versarle gli alimenti.

Il secondo matrimonio con l’attrice Claire Bloom, la vita condivisa tra Londra e America, fino alla rottura definitiva e il memoir della donna che fa a pezzi l’ex marito. E nel frattempo sempre numerose amanti. Alcune ne usciranno invelenite; altre, invece, come Lisa Halliday, ne racconteranno la generosità e le varie premure.

La biografia di Bailey ci restituisce l’immagine dell’uomo, oltre che dello scrittore, lo coglie nell’amata casa nel Connecticut. Un Roth caleidoscopico: nevrotico, ambizioso, umorale, generosissimo, vendicativo, ammaliatore, machiavellico e parecchio ossessionato dal sesso con una predilezione per quello clandestino.

E non manca l’acuta analisi anche della sua opera, con la svolta narrativa verso la fine degli anni Novanta di “Pastorale americana” che gli valse il Premio Pulitzer nel 1998, mentre il Nobel non lo afferrerà mai.

Gli ultimi anni, fiaccato dagli acciacchi dell’età, si rifugia nella fattoria del Connecticut che ha studiato su misura per lui e prende l’abitudine di scrivere in piedi davanti a un leggio. Queste quasi 1000 pagine ci raccontano tantissimo del gigante letterario e dell’uomo contraddittorio e affascinante oltre ogni dire.

 

Lisa Halliday “Asimmetria” -Feltrinelli- euro 10,00

Lisa Halliday è una scrittrice americana che da anni vive a Milano, questo suo libro è stato tradotto in italiano e pubblicato nel 2018; ne parlo perché è collegato a Philip Roth, col quale la Halliday ebbe una relazione poi declinata in amicizia fino alla morte dello scrittore.

Il libro è diviso in 3 parti, la prima narra della 25enne Alice Dodge che a New York lavora in una casa editrice. Caso vuole che un giorno mentre legge sulla panchina di un parco il destino metta sul suo cammino nientemeno che Ezra Blazer, ultrasessantenne Premio Pulitzer della letteratura e in attesa di Nobel. Lui è molto più vecchio di lei, eppure tra il grande scrittore e la giovane in cerca della sua strada nasce una storia d’amore.

L’asimmetria è ovunque nel loro legame. Lui è un uomo maturo e carico di esperienza, famoso, ricco, travolgente, un mito; lei è giovanissima, non è nessuno, è alla ricerca della sua strada ed intanto si adatta a vivere attimo per attimo la vita. Eppure -tra letture, discorsi, gelati, incontri e passeggiate- la loro storia inizia e prosegue per un certo tempo.

La vicenda è ambientata negli anni Novanta e trae ispirazione dall’esperienza dell’autrice, che all’epoca era una editor 20enne spiantata, realmente rimasta affascinata dall’anziano mito letterario Philip Roth. Tra i due nacque un flirt, e l’Ezra del romanzo richiama parecchio di Philip, così come l’asimmetria del titolo rappresenta il loro rapporto sperequato.

Seguono altre due parti, con il racconto lungo “Pazzia” che inanella un altro caso di asimmetrie: la contrapposizione tra occidente e oriente. Protagonista un economista iracheno-americano, Amar Jaafari, che in viaggio per andare a trovare il fratello viene bloccato all’aeroporto di Heatrow, e interrogato come individuo sospetto. Nel week end in cui si trova costretto a restare in aeroporto ha l’occasione di ripensare alla storia della sua famiglia e ai suoi tentativi di conciliare i due mondi tra i quali vive sospeso.

Infine il terzo capitolo, la trascrizione di un’intervista dell’anziano scrittore Ezra Blazer alla Bbc.

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

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