L’Orchestra Polledro prosegue i festeggiamenti per il suo decennale con il terzo concerto della stagione

Sul podio Federico Bisio direttore, primo oboe il maestro Carlo Romano

 

Martedì 23 maggio prossimo, alle 20.30, al teatro Vittoria in via Gramsci 4, si terrà il terzo concerto della stagione del decennale dell’Orchestra Polledro con Federico Bisio sul podio quale direttore Stabile dell’orchestra; Stefano Fracchia e Federico Fantozzi corni solisti; già primo oboe dell’Orchestra nazionale della Rai il maestro Carlo Romano.

Il programma del concerto prevede la Sinfonia in Sol maggiore op.11 n. 1 di Joseph Boulogne Chevalier de Saint George; di Antonio Rosetti il concerto per due corni e orchestra in Mi bemolle maggiore M C 56, con solisti Stefano Fracchia e Federico Fantozzi; di Carl Ditters von Dittersdorf la Sinfonia in Fa maggiore “Andromeda salvata da Perseo”), che fa parte delle Sinfonie sulle Metamorfosi di Ovidio.

Joseph Boulogne Chevalier de Saint-George nasce nel 1745 aGuadalupe, frutto di una relazione clandestina tra un ricco proprietario terriero di nome George Boulogne de Saint George e una schiava di origine senegalese di nome Nanon. Il giovane Boulogne si trasferì a Parigi molto giovane e ricevette un’educazione molto rigida e trasversale. Grazie alla sua abilità nella spada divenne presto ufficiale della Guardia del Re. Contemporaneamente portò a compimento lo studio della musica con Jean Marie Leclair e con Francois Joseph Gossec, diventando un virtuoso del clavicembalo, del violino e direttore d’orchestra.

Nel 1769 Boulogne diventa primo violino e poi direttore del Concert des Amateurs, ne l 1775 viene nominato direttore dell’Opera di Parigi e direttore musicale  personale della regina Maria Antonietta.

Al 1785 risale la Fondazione dell’Orchestra de la LogeOlympique, che porterà  in scena le sei sinfonie parigine composte da Haydn proprio per questa orchestra. La sua forte vicinanza agli ideali di fratellanza e eguaglianza, dopo la Rivoluzione francese, lo condurranno a un progressivo isolamento.

Le due sinfonie dell’opera 11 sono state composte quando ilmusicista aveva circa trent’anni, molto probabilmente a metà degli anni 1770. La Sinfonia in Sol maggiore op. 1 riflette una solida formazione  musicale e, pur mostrando le semplicità della maggior parte delle prime sinfonie, non presenta alcun tratto di tipo studentesco. Si tratta, invece, di un esempio finemente realizzato di ciò che erano le Sinfonie dell’epoca o forse di quelle di un decennio prima.

Si compone di tre movimenti soltanto e dei convenzionali due oboi, due corni e archi.

Il primo movimento rappresenta una forma sonata facile da seguire, che inizia con un primo tema vivace, con accenti dinamici e archi pizzicati; il secondo tema è un po’ più lirico e conduce a un materiale di chiusura veloce, il tutto all’interno delle convenzioni dell’epoca.

Il secondo movimento è un’elegante danza da sala in due sezioniche ricorda piuttosto un minuetto,  in tempo binario e non ternario.

L’ultimo movimento è strutturato in una semplice forma binaria, che presenta un brillante gioco tra i primi e i secondi violini, capace di aggiungere interesse lungo il percorso.

Antonio Rosetti, in origine Anton Rosler, è stato un compositore e contrabbattista cieco, nato nel 1750 a Litomerice, città  della Boemia settentrionale. Intenzionato inizialmente al sacerdozio, compì i suoi primi studi musicali presso il collegio dei Gesuiti di Praga, dove entrò  all’età  di sette anni. Quindi, dopo l’abolizione dei Gesuiti in Boemia, entrò  come contrabbassista nella cappella di corte del principe Kraft Ernst con Oettingen Walleristein, vicino ad Augusta,  dove, l’anno successivo, diventò ufficialmente  musicista di  corte. Nel 1776, in occasione della morte del suo patrono, Rosetti compose svariata musica da camera per arricchire il repertorio di corte e nel 1781 intraprese anche un viaggio a Parigi, dove le sue composizioni furono eseguite nelle migliori orchestre cittadine, tra i quali il famoso Concert Spirituel. Negli anni Ottanta incrementò la sua formazione compositiva presso la Corte e nel 1785 divenne maestro di cappella.

Nonostante questa prestigiosa carica, numerosi erano i suoi problemi finanziari, tali da indurlo a lasciare, nel 1789, Wallerstein e entrare a servizio come maestro di cappella di Federico Francesco I, duce del Meclemburgo. La crescita della sua reputazione gli consentì di ottenere importanti commissioni e proprio il 14 dicembre 1791, per commemorare la morte di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguì il suo Requiem nel 1776. Morì il 30 giugno 1792.

Le sue prime composizioni sono caratterizzate da un linguaggio e stile piacevoli, seppur a  volte prevedibili; le opere della maturità, composte dopo il 1784, denotano, invece, un grande influsso cromatico nella melodia e un ricco linguaggio armonico.

Rosetti scrisse molta musica, tra cui un gran numero di sinfonie  e concerti, all’interno dei quali nascono diversi scherzi e trucchi, con l’intento di deliziare l’ascoltatore.

Il concerto per due corni e Orchestra in Mi bemolle maggioreM.C56 è sopravvissuto in unica copia manoscritta che lo attribuisce  a Michael Haydn. Più tardi la musicologia pensò di ravvisarvi il perduto concerto per due corni di Franz Joseph Haydn.

Il primo movimento ha una lunga introduzione orchestrale tipica di Rosetti e con il suo primo e secondo tema si orienta verso lo schema formale della Sinfonia classica. Qui l’orchestra non solo non assume funzioni di accompagnamento, ma diventa spesso partner paritario dei solisti.

Il secondo movimento “Romance” e il Rondò  conclusivo “a la chasse “ rispondono al modello rosettiano.

Il concerto inizia in modo insolito con un segnale triadico dei corni solisti che funge da primo motivo del tema principale .

La sequenza di tonalità dei tre movimenti,  ancora inusuale per l’epoca, il modo di concepire le parti stilistiche in modo virtuosistico e l’orchestrazione sono caratteristiche tipiche di analoghi concerti solistici di Rosetti.

L’episodio lirico dei corni risulta introdotto da un effetto sorpresa tipico di Rosetti; la successiva romanza in mi bemolle minore colpisce l’ascoltatore per la sua forza espressiva e risulta perfettamente in sintonia con il carattere sonoro romantico del corno. Il terzo movimento risulta un rondò a la chasse, che richiama la tradizione del corno naturale come strumento da caccia, con il segnale di caccia rafforzato dagli oboi, capaci di suggerire malinconia e struggimento.

Ultimo compositore le cui musiche saranno protagoniste del concerto  è  Carl Ditters con Dittersdorf, nato nel novembre del 1739, a Vienna.

Brillante violinista già da bambino, suonò regolarmente dall’età di dodici anni e divenne amico del compositore Gluck, accompagnandolo a Bologna nel 1761, dove ottenne una notevole celebrità grazie al suo modo di suonare il violino.

Sono giunte a noi soltanto sei delle dodici Sinfonie scritte sulla Metamorfosi del poeta latino Ovidio.

Furono composte nel 1783 ma presentate anni dopo, in occasione di una visita del compositore per la prima esecuzione nella capitale austriaca.

La Quarta Sinfonia in Fa Maggiore sul “Salvataggio di Andromeda da parte di Perseo” è  orchestrata per coppie di oboi e corni, con archi. Il primo movimento non ha una dicitura latina, ma pare rappresentare il volo di Perseo, volo percepibile nella melodia dell’oboe solo, su archi in sordina.

Il Presto seguente ha in

in testa una citazione da Ovidio “Motis talaribus aera findit”, in cui è  raffigurato Perseo che si innalza nell’aria, volando sui suoi sandali alati e vedendo sotto di sé la terra degli Etiopi e del loro re Cefeo.

MARA MARTELLOTTA

Concerto martedì 23 maggio alle 20.30

Teatro Vittoria Via Gramsci 4

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