Adesso servono coerenza e presenza significativa.
“E’ inutile girarci attorno e la riflessione va detta con chiarezza, seppur nel rigoroso rispetto del
pluralismo politico dei cattolici italiani. Ovvero, i cattolici popolari che restano in un partito come il
Pd, dove il commento più ricorrente degli autorevoli esponenti del nuovo corso quando c’è
qualche abbandono è quello che ‘per uno che se ne va oltre 100 ne arrivano’, resta un esercizio
ormai del tutto inutile se non addirittura grottesco.
E questo perchè con il progressivo ritorno della politica, e quindi dei partiti e delle relative culture
politiche dopo la stagione del populismo grillino, la tradizione del cattolicesimo popolare e sociale
non può continuare a vivacchiare in un partito che ha assunto, dopo l’elezione alla segreteria di
Elly Schlein, una chiara e netta identità politica radicale, libertaria e massimalista. Forse è giunto il
momento affinchè i cattolici popolari, oltre ad essere coerenti con la propria storia, ritornino anche
ad essere protagonisti nei partiti. Ma non in quelli che si compiacciono quando esponenti storici,
o addirittura ‘fondatori’, se ne vanno perchè in quel partito sono ridotti ad una presenza del tutto
testimoniale. Appunto, come diceva recentemente Beppe Fioroni, ‘gentilmente ospitati’ in quanto
irrilevanti se non addirittura mal tollerati”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Popolari.
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