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Giovani di spirito

Lo spirito a cui mi riferisco non è, purtroppo, quello goliardico né lo humour britannico o, più semplicemente, la verve toscana: è quello comunemente chiamato alcool.

Il nostro Paese, come molti altri nel mondo, vanta una tradizione importante nella produzione di vini, liquori e distillati (la grappa può essere solo italiana, le altre sono acqueviti) e questo fa sì che quasi tutti noi, per tradizione, beviamo vino o birra pasteggiando, in determinate occasioni ci si rivolge allo champagne francese e in compagnia ordiniamo volentieri uno spritz, un vermouth o un cocktail.

Sappiamo da sempre che, se bevuto in quantità improprie, l’alcool provoca danni anche seri all’organismo per cui ci insegnano a non bere a digiuno o durante la gravidanza ed a non esagerare quando si “fa serata”.

La legge italiana, come quella di altri Paesi, impedisce la vendita di alcolici ai minori di 18 anni sempre ed ai maggiorenni dopo le ore 24, e la somministrazione oltre le ore 03 per tutelarli mentre il loro organismo è ancora in fase di sviluppo, prova ne sia che la somministrazione a minori di anni 16 è considerata reato mentre tra i 16 ed i 18 illecito amministrativo.

Da alcuni anni, tuttavia, soprattutto nei giovani (e particolarmente nelle donne) si assiste ad un consumo esagerato di alcolici, quasi sempre lontano dai pasti, con effetti drastici: ubriacatura, ricoveri in coma, risse e, alla lunga, steatosi, cirrosi e tumori all’apparato digerente.

Come non bastasse, spesso all’assunzione di alcolici viene associata quella di sostanze stupefacenti che ne potenziano l’effetto; un tempo, quando a tutti noi capitava di aver alzato un po’ il gomito, dovendo guidare andavamo piano per evitare incidenti, per evitare di essere fermati dalle forze dell’ordine e perché, causa diplopìa alcolica, dovevamo guidare con un occhio e non possedevamo, quindi, la vista stereoscopica.

Ora, complice l’assunzione contemporanea di sostanze stupefacenti (dalle piste di coca al crack all’ecstasy e altro) il comportamento è totalmente alterato e spinge chi sia sotto l’effetto di tali sostanze a guidare pericolosamente, a tentare imprese al limite del suicidio (e, a volte, oltre il limite), a compiere reati efferati (omicidi, lesioni gravissime, rapine).

Complice uno Stato che spende molto più in aerei da guerra che in educazione, prevenzione e repressione dei reati assistiamo a condannati cui vengono concessi i domiciliari che faranno prestoperdere le tracce, famiglie distrutte dalla perdita di un congiunto, costi enormi per la Giustizia che nessuno riuscirà mai ad esigere.

Anche tralasciando i reati, stradali e non, il problema dell’etilismo è comunque preoccupante ed in costante aumento, per risolvere il quale occorre rivedere l’educazione scolastica e familiare, la repressione delle violazioni e, nell’insieme, educare ad uno stile di vita diverso.

Non sto a dilungarmi su come l’alcool venga metabolizzato dall’organismo umano; dico soltanto che solo una piccola parte dell’alcool ingerito viene eliminato attraverso il respiro e le urine; la parte preponderante viene assorbita dal fegato.

Occorre intanto considerare che l’alcool non è un nutriente perché l’organismo umano non può utilizzare direttamente il suo apporto calorico, e che la sua assunzione costante provoca danni irreparabili all’organismo (ulcera, steatosi, cirrosi, cardiopatie, danni al sistema nervoso).

Considerando anche che gli assuntori abituali di alcool hanno solitamente vita sedentaria si può dire che il contenuto del bicchiere, giunto nel nostro organismo, si trasforma in grasso; aggiungiamo che spesso gli adolescenti, anche per colpa degli orari scolastici, si alimentano con cibi ricchi di grassi saturi (fritti, grassi idrogenati, salse) e possiamo capire come il loro fegato sia destinato ad ammalarsi irrimediabilmente.

L’aspetto peggiore di tutto ciò è che, pur vigendo leggi severe a tutela dei minori, la somministrazione e la vendita a minori, il divieto di portare in strada bottiglie di vetro nelle zone della movida di ogni grande città è un corteo continuo di giovani, alcuni dei quali hanno sì e no 16 anni, che viaggiano con bottiglie di birra e bicchieri contenenti alcolici mentre le forze dell’ordine, purtroppo, non riescono a fronteggiare tale emergenza.

Trattandosi di una vera e propria emergenza sociale, è opportuno e urgente che lo Stato e le Regioni si attivino su questo fronte con l’educazione a cominciare dalla scuola secondaria di 1° grado, con l’implementazione di servizi di prevenzione e cura e con la repressione dei reati connessi all’abuso.

E’ davvero grave vedere ragazzi di 18-20 anni che si recano dal medico di base chiedendo la pillola azzurra perché hanno difficoltà a completare un amplesso.

Sergio Motta

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