Gennaio a Torino: le proposte di arte antica, contemporanea, fotografia, design

Accanto alla mostra di Robert Doisneau, che è ospitata negli spazi di Camera fino al 14 febbraio prossimo presso il Centro Italiano per la Fotografia di Torino, con ben 130 immagini provenienti dalla collezione dell’atelier Robert Doisneau, presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi domina il genio, la follia,  la creatività di uno dei più grandi artisti della storia, Salvator Dalí, nella mostra evento “Salvator Dalí-The Exhibition-, una collezione inedita per Torino, in cui sono esposti diversi aspetti della produzione artistica di Dalí.

Sono presenti una scultura monumentale, le sculture museali in bronzo, i libri illustrati e gli oggetti di pasta di vetro. Dalí  non è stato solo un pittore, ma anche un artista poliedrico nel vero senso della parola. Indiscusso maestro del surrealismo, non si è limitato alla produzione di quadri o di opere bidimensionali. La sua produzione artistica, nota per opere famosissime quali “La persistenza della memoria”, “Sogno causato  dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio” e “Gli elefanti” non si limita,  appunto, alla creazione di opere pittoriche, ma ha anche spaziato al mondo del cinema con la realizzazione, insieme a Luis Bunuel, di un “ChienAndalou” o nel campo del design con la progettazione  di oggetti famosi come Telefono aragosta o Il Divano-labbra di Mae West. Oltre che per le sue doti artistiche è  conosciuto anche per la sua personalità eccentrica e per il suo modo di vestire e accorciarsi.

All’Archivio di Stato di Torino prosegue fino al 26 febbraio la mostra dedicata a David Bowie e Steve Shapiro. L’esposizione racconta il momento clou della carriera di David Bowie, attraversogli scatti realizzati dal leggendario fotografo americano Steve Shapiro. Sono esposte settanta immagini che, partendo dal lavoro di Shapiro con David Bowie, portano il visitatore alla scoperta del suo lavoro di fotoreporter e fotografo di scena.

Dallo scorso ottobre le Gallerie d’Italia ospitano la mostra dedicata  a Gregory Crewdson, Eveningside, premiere mondiale della nuova serie di fotografie dal titolo omonimo “Eveningside” realizzate tra il 2021 e il 2022 dal grande fotografo di fama internazionale Gregory Crewdson.

Fino al 29 gennaio prossimo a palazzo Barolo viene ospitata la mostra Brick art, una mostra di mattoncini,  che rappresenta un’esposizione di milioni di mattoncini colorati capaci di coinvolgere grandine piccini, grazie ai personaggi e ai mondi più amati, dalle principesse ai supereroi, da Star Wars ai western. Una intera sezione è dedicata a diversi monumenti della città di Torino, tra cui la Mole Antonelliana, il Duomo, la Gran Madre, Palazzo Madama, Superga e Porta Palatina.

Alla GAM è visitabile fino al 12 marzo prossimo l’esposizioneHic sunt dracones, un intreccio di due percorsi, quello di Chiara Camoni e quello del collettivo Atelier dell’Errore, un racconto in cui due storie artistiche, molto diverse tra loro, si fronteggiano e si rispondono l’un l’altra.

I paesaggi dell’anima sono i protagonisti dell’esposizione dedicata a John Constable, ospitata nella Reggia di Venaria. Con questa esposizione la residenza sabauda, alle porte di Torino, continua la sua indagine già  avviata nel 2021 sul tema del paesaggio, con una mostra dedicata al celebre artista inglese, tra i massimi esponenti della scuola romantica.

John Constable, nato a East Bergholt l’11 giugno 1776 da una famiglia di proprietari terrieri, iniziò la sua formazione pittorica presso John Thomas Smith, un artista piuttosto stravagante e, a 23 anni, riusci a entrare alla Royal Academy, esercitandosi sulle opere di grandi artisti quali Thomas Gainsborough, che rappresentò il suo primo punto di riferimento. Studiò  poi le opere di paesaggisti quali Poussin, Lorrain, Rubens, Rembrandt e Jacob van Ruisdael. Con i dipinti realizzati all’aperto Constable si scostò dai modelli appresi durante gli anni accademici.

L’artista iniziò a osservare attentamente i fenomeni naturali e si avvicinò alla composizione dei poeti a lui contemporanei, quali Wordworth, lontano dal sublime e dal pittoresco. Fu dal 1827 che iniziò a dipingere studi di cieli e marine, nel momento in cui si trasferì sulla costa, a Brighton e Hampstead.

John Constable fu uno dei principali esponenti del paesaggio romantico insieme a William Turner. Le sue opere più celebri ritraggono la campagna di Dedahm Vale nei dintorni di East Bergholt nel Suffolk.

Fino al 26 febbraio prossimo è ospitata al Mastio della Cittadella la mostra dedicata a Frida Khalo, un percorso sensoriale con oltre 1800 mq. di allestimenti, unica nel suo genere altamente spettacolare e tecnologico, capace di immergere il visitatore nella vita della grande artista messicana, esplorando la dimensione artistica, spirituale e umana.

La mostra intitolata “Il caos dentro”, dopo essere stata visitabile a Roma e Milano, è approdata a Torino per occupare gli spazi del Mastio della Cittadella, una location di grande fascino e storia  nelcuore della città sabauda. La mostra celebra la figura di donna e di artista attraverso un percorso interattivo di grande impatto sensoriale, capace di coinvolgere il visitatore nel ripercorrere la vita, la storia e la creatività dell’artista, grazie all’uso della multimedialità.

Sono diverse le sezioni tematiche che compongono questo viaggio colorato nella caotica esistenza della pittrice messicana, che da sempre è diventata il simbolo dell’avanguardia artistica e culturale della sua terra, capace di unire una geniale sensibilità a una forza trasgressiva e a pensieri profondi, diventata una delle più amate e celebrate del Novecento.

All’interno della mostra è presente una ricostruzione degli spazi in cui Frida visse, quali la camera da letto e lo studio, accanto a disegni, pagine di diario, oggetti di vita quotidiana, abiti, gioielli e fotografie esclusive, scattate all’epoca dal fotografo colombiano e amico Leo Matiz.

In mostra sono presenti anche alcuni dipinti originali mai esposti prima da collezioni private, quali il Ritratto di Frida che Rivera disegnò nel 1954, o come la Nina de losabanicos, sempre di Diego Rivera del 1913, oltre ad alcuni disegni dello stesso Rivera.

Gli amanti delle stelle e dello scrittore Dino Buzzati potranno visitare la mostra ospitata fino al 12 febbraio prossimo al Mufant, il Museo del Fantastico, che celebra questo autore nel cinquantenario della scomparsa, avvenuta a Milano nel 1972. L’esposizione presenta un Buzzati inedito e originale attraverso i suoi articoli, dipinti e racconti sul tema dell’esplorazione e della corsa allo spazio. Sono esposte opere pittoriche, materiali e Toystratti da collezioni, estratti di videointervista delle Teche RAI.L’esposizione, sostenuta  dalla Fondazione Crt, patrocinata dall’Università  di Warwick, in collaborazione con l’Associazione Internazionale Dino Buzzati e il Centro Italiano Studi Ufologici. Di particolare pregio i due dipinti di Buzzati dal titolo “I Marziani” e “I maghi d’autunno”.

MARA MARTELLOTTA

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