Dostoevskij, Umberto Orsini e “Rifare Bach” i protagonisti della stagione del teatro Astra

La stagione del teatro Astra nel 2023 prenderà  avvio il 13 gennaio prossimo con la piece dal titolo Festen, tratto dall’omonima sceneggiatura del film danese diretto nel 1998 da Thomas Vinterberg, la prima opera aderente al manifesto Dogma 95 e vincitrice al 51esimo Festival di  Cannes del Gran Premio della Giuria presieduta da Martin Scorsese.

 

Festen rappresenta una grande sfida con un testo che, in Europa,  è ormai considerato un classico e che, in Italia, ha debuttato per la prima volta nel 2021 al Teatro Astra. Festen racconta di una grande famiglia dell’alta borghesia danese, i Klingenfeld, che si riunisce per festeggiare il sessantesimo compleanno del patriarca Helge. Alla festa sono presenti i tre figli, Christian, Michael e Helene. Momento di svolta della pièce sarà  il discorso di auguri del figlio maggiore Chistianche, una volta pronunciato, cambierà per sempre gli equilibri della famiglia. L’opera scava all’interno dei tabù più  scomodi, affrontando la relazione con la figura paterna, con la verità, il potere e l’autorità imposta. Impossibile non pensare a Amleto, alla tragedia greca e all’universo favolistico dei fratelli Grimm.

Le repliche saranno fino al 15 gennaio prossimo.

Dal 17 al 22 gennaio prossimo andrà in scena al teatro Astra la pièce tratta dal testo di Fjodor M. Dostoevskij, dal titolo “Le memorie di Ivan Karamazov” con Umberto Orsini protagonista,  insieme a Luca Micheletti. Sarà, infatti, il grande protagonista di un inedito viaggio dell’umana coscienza che non teme di affrontare tabù antichi e moderni. Ivan Karamazov è  il libero pensatore che teorizza l’immoralità del mondo e che conduce, forse inconsapevolmente, all’omicidio, l’assassinio di suo padre. Una confessione straziata e commuovente, a metà tra finzione letteraria e il dissidio pirandelliano con un personaggio che ritrova le espressioni più oscure del proprio Io. Umberto Orsini affronta questo testo per la terza volta nella sua carriera di attore, come una vera e propria linea guida e cavallo di battaglia. Dopo l’indimenticabile sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi del 1969 e La leggenda del Santo Inquisitore del 2014, questo nuovo Karamazov rappresenta l’occasione di un confronto con la complessità di uno dei personaggi più  controversi dell’intera epopea letteraria, Ivan Karamazov, il libero pensatore, capace di teorizzare l’amoralita’ del mondo, colpevole e innocente al tempo stesso. Qui ritorna a parlare come un uomo maturo, che sente di aver esaurito il proprio compito e di dover chiarire le dinamiche dei propri delitti e castighi. Ritiene che il suo personaggio sia troppo limitato per esprimere la complessità del proprio  pensiero.Ivan si confessa e cerca di raccontare la propria storia, attraverso la ricchezza di un linguaggio immediato e penetrante, nell’avvicendarsi degli stati psicologici di una figura inafferrabile e amletica al tempo stesso.

Palcoscenico Danza, Volare Oltre, edizione 2023 sarà inaugurato con il lavoro dal titolo “Rifare Bach” della Zappalà Danza, in scena dal 24 al 25 gennaio prossimi al Teatro Astra. Al centro dell’universo coreografico il corpo con tutta la sua fragilità,  quale elemento fondante  e transito ineludibile. La bellezza del corpo dei danzatori, che si fonde alla musica di Bach, trova in questa creazione un corollario nei suoni della natura e del mondo animale. Roberto Zappalà nutre da sempre una grande ammirazione per  Johann Sebastian Bach e nella sua trentennale attività ha composto sulle note del grande musicista russo soli, duetti, trio e ensemble, tra le pagine coreografiche a lui più care.

La musica cristallina e preziosa di Bach incarna per il coreografo siciliano l’ideale di un’arte pura e “onesta”.

Le immagini bucoliche che si susseguono presentano una natura quasi da “alba dell’umanità” in cui i suoni contemporanei e la sua violenza sono ancora assenti. Poi un grido futurista crea spazi su cui riflettere e sul sentire comune. In “Rifare Bach” non è  presente alcuna drammaturgia articolata o intellettualismo, ma una stretta relazione tra l’estetica eterea della musica e quella più  carnale della danza, in un viaggio denso di poesia.

MARA MARTELLOTTA

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