“Sono seduto qui a far riposare le mie ossa e questa solitudine non mi abbandonerà”

MUSIC TALES. LA RUBRICA MUSICALE

Sono seduto qui a far riposare le mie ossa

e questa solitudine non mi abbandonerà

ho viaggiato per duemila miglia

solo per fare di questo molo la mia casa, ora”

Nell’agosto del 1967, Otis Redding è in tour con i Bar Kays negli Stati Uniti.

Un giorno mentre si trova sulla casa galleggiante del suo amico Earl Speedo Sims, ormeggiata a Sausalito, in California, scrive il primo verso di una nuova canzone: Dock of the bay (che personalmente amo profondamente n.d.r.).

Otis ha appena lasciato il segno con una performance memorabile al festival di Monterey, in cui ha chiuso la seconda serata esibendosi accompagnato dai Booker T & The Mg’s dopo i Jefferson Airplane.

Nasce nel 1941 a Dawson in Georgia; lascia la scuola a 15 anni per dedicarsi alla musica.

Nel 1967 ascolta “stg. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles e decide di cambiaree completamente il suo stile. Vuole continuare a conq uistare il pubblico bianco ed abbandonare un po’ e radici dl soul.

Il 22 novembre 1967 entra negli studi della Stax a Memphisinsieme al suo chitarrista e registra il pezzo The dock of the bay. Torna l’8 dicembre per completarlo ma non ha ancora terminato il testo.

Mentre la canzone sfuma registra un fischio con l’intenzione di tornare in studio e cantare l’ultima strofa.

Non ci tornerà mai più e quel fischio rimarrà nella storia della musica.

Il 9 dicembre di quell’anno sono a Cleveland dove partecipano ad una trasmissione televisiva ed il giorno dopo dovranno essere altrove. Le condizioni atmosferiche non sono affatto buone e, lui ed altri due membri della band, viaggiano con un aereo di linea poiché sul Beeccraft non ci sono posti. Alle tre e mezza del pomeriggio, il pilota chiede di atterrare all’aeroporto di Madison, ma qualcosa va storto e l’aereo perde quota e precipita nel lago Monona.

Uno schianto terribile che interrompe la carriera di una delle stelle più brillanti della black music e della sua straordinaria band.

L’unico superstite è Ben Cauley e l’unica cosa che ricorda è di essersi trovato al largo e non aver creduto di essere vivo.

Nessuna casa dovrebbe essere senza vista sul mare. Ogni casa dovrebbe appartenere al vento e alle onde. Il mare e la casa dovrebbero vivere insieme per sempre, come due fanciulli che si siedono uno di fronte all’altro e si confidano i loro segreti.”

Aspetto di sapere come è stato questo ascolto!

https://www.youtube.com/watch?v=mHYTA9Rupso&ab_channel=MarcBroussard

CHIARA DE CARLO

 

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