La procrastinazione

La procrastinazione, dal latino “pro” (a favore) e “cras” (domani) è la tendenza a rimandare a dopo un’attività, un compito, un impegno.

Solitamente si tende a procrastinare per guadagnare tempo, per ritardare la soluzione di un problema o per evitare una situazione spiacevole, preferendo svolgere altre attività più piacevoli o meno stressanti (ozio, svago).

Non va visto necessariamente come un atto negativo; talvolta si procrastina per studiare meglio la situazione, per attendere un momento più propizio per agire. Diventa negativo quando si rischia di pagare per questo ritardo, perché si agisce fuori tempo massimo, perché nel frattempo qualcun altro ha agito contro di noi.

Se anche voi avete questa tendenza, non sentitevi soli: uno studio ha rilevato come almeno il 20% degli adulti e almeno la metà degli iscritti all’Università tenderebbe a rimandare gli impegni; questo spiegherebbe, in parte, il numero di studenti fuori corso.

Quali sono le cause che spingono a procrastinare?Disinteresse verso il compito da svolgere, scarsa autostima, mania di perfezionismo, difficoltà di organizzazione, ipengiofobìa (paura di assumersi responsabilità).

Spesso in questi casi salta fuori la sindrome di Dunning-Kruger, cioè sentirsi inadeguati e percepire le proprie abilità inferiori a quelle degli altri, o addirittura percepire gli altri come bravissimi quando in realtà non lo sono.

E’ evidente che, se ci si rende conto che la tendenza a procrastinare diventa cronica e se da ciò può derivarne un danno per noi, per la nostra economia o per la nostra immagine, si rende necessario adottare dei correttivi.

Se decido di scrivere un libro, non posso aspettare di avere uno studio con la giusta esposizione, la scrivania corretta, il necessario per scrivere subito la versione definitiva: sarà, invece, opportuno cominciare a tirare giù le idee, scriverle anche su un taccuino per evitare che mi passino di mente e solo quando avrò ciò che desidero trasferirò il mio lavoro stando nello studio adatto.

La paura dell’insuccesso, in particolare, spinge all’autosabotaggio; nella nostra mente si sviluppa un meccanismo inconscio che ci porta a trovare sempre nuove scuse, a non trovare mai le condizioni adatte e, quindi, a creare realmente le condizioni per non poter assolvere il compito affidatoci o il progetto che abbiamo in mente.

Anche chi sia affetto da pigrizia congenita deve entrare nell’ottica di provare e lasciarsi andare nella realizzazione del progetto, con ciò di cui dispone, con i tempi che gli sono propri, con le capacità di cui dispone in quel momento. Solo dopo aver iniziato potrà correggere il tiro velocizzandosi, migliorando la creatività, correggendo errori effettuati in corso d’opera.

Ma come iniziare correttamente? Appunto, iniziando. Una buona pianificazione sta alla base di ogni buona riuscita, pianificando le varie fasi con riferimento ai tempi, alla durata, ad altri fattori che possano influenzare la riuscita. Una volta iniziato, il più è fatto, basta sconfiggere l’inerzia che bloccava l’inizio dei lavori.

Naturalmente dipende tutto dalla complessità del lavoro da svolgere; quando più questo è complesso, tanto più andrà suddiviso in piccole parti, ognuna realizzabile distintamente per poi unire le varie parti nel lavoro completo.

Completa un passo alla volta: saltare da una fase ad un’altra prima che sia completata porta soltanto a confondersi ed a non seguire più un filo logico, con l’unico risultato di impiegare più tempo e peggiorare la qualità dell’esecuzione.

Ovviamente ogni distrazione dev’essere bandita: dai social al pub, dal telefono alla TV qualsiasi fonte di distrazione o di disturbo va accantonata, anche facendosi violenza, perché altrimenti sarà un eterno rimandare, ora per un like ricevuto, poi per la telefonata di un amico, poi perché c’è la partita in TV.

Se, ciò nonostante, ancora ti manca lo stimolo ad iniziare poniti un premio al raggiungimento degli obiettivi; come nelle aziende viene concesso l’MBO (management by objectives) al direttore che raggiunga gli obiettivi prefissati, così tu pensa a concederti un premio quando il tuo compito sarà completato. A seconda dell’importanza di ciò che hai conseguito, potrà essere un regalo che sognavi da tempo, un week end da solo o in compagnia di chi desideri, una settimana su un’isola o ciò che più ti piace.

Quando molti anni fa smisi di fumare, nel giro di una notte passai da 60 sigarette al giorno a zero, dopo una settimana ordinai un’auto nuova, sapendo che avrei risparmiato molti soldi e, per contro, che avendo speso per l’auto nuova non avrei potuto permettermi di riprendere il vizio. Dopo 8 anni  ho cambiato auto, e dopo 13 continuo a non fumare.

Imparare ad agire è un esercizio, come fare la dieta o andare in palestra: superate le difficoltà iniziali, scoperto il segreto per riuscire tutto sarà più facile.

 

Sergio Motta

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