Papa Francesco, 266° pontefice della Chiesa Cattolica, è il quarto Vescovo di Roma dell’era moderna a varcare i confini internazionali per compiere viaggi apostolici.
Paolo VI, primo Pontefice a usare l’aereo, si recò nel 1964 in Terra Santa. Prima di lui, l’ultimo Papa a essere stato fuori Italia fu Papa Pio VII (1800-1823), esiliato da Napoleone a Fontainebleau nel giugno 1812.
Da quel primo viaggio apostolico in aereo di Papa Montini ne sono susseguiti molti altri. Lo stesso Paolo VI ne ha effettuatinove e, mentre Giovanni Paolo I non ebbe il tempo di effettuarne alcuno, Giovanni Paolo II – definito il Papa globetrotter – ne ha compiuti ben 104. Sono stati 24 i viaggi apostolici di Benedetto XVI e Papa Francesco, con questo ultimo in Bahrein, raggiunge i39 viaggi internazionali.
Anche Bergoglio, quindi, come Wojtyla, è un Papa dei primati: infatti, seguendo in silenzio le orme di Giovanni Paolo II,raggiuge luoghi che i suoi predecessori non hanno mai visitato. È stato, infatti, il primo Pontefice a recarsi in Bahrein e, come Wojtyla, non si limita a visitare Stati in cui a prevalere è la religione cattolica.
Questo viaggio risulta in continuità con il precedente avvenuto nel 2019 che l’aveva visto recarsi negli Emirati Arabi Uniti, dove aveva firmato il Documento sulla Fratellanza Umana. Una dichiarazione di intenti firmata da Papa Francesco e dal grande Imam Muhamad Ahmad al-Tayyeb, passata alla storia, che ha ricevuto critiche anche dal mondo cattolico.
In Bahrein il Pontefice argentino ha nuovamente incontrato il grande Imam al-Tayyeb, il quale gli ha rivolto parole di pace e di dialogo. Ha accolto il Pontefice nella Piazza Al-Fidà e il loro abbraccio pubblico ha mostrato il profondo legame tra il Papa della Chiesa cattolica e la massima autorità dell’Islam sunnita.
Le critiche sul famoso Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune sono molte e ancora oggi continuano. Un vero e proprio “documento sotto attacco”.
Sull’argomento richiamo un capitolo fondamentale del mio libro “Il Papa alla sbarra – Processo a Papa Francesco” dove il protagonista difende il Pontefice da accuse di eresia.
Il Papa aveva già risposto a chi sfacciatamente gli aveva fatto notare le critiche alla dichiarazione congiunta dicendo: “Il documento a cui lei fa riferimento è stato preparato con il Grande Imam in segreto, durante sei mesi, pregando, riflettendo, correggendo il testo. È importante il cammino della fratellanza. Questo documento aveva lasciato in me l’inquietudine della fratellanza e è per questo che qualche anno dopo ho scritto l’Enciclica Fratelli tutti. Ambedue i documenti si devono studiare perché vanno nella stessa direzione”.
Ancora una volta si può notare che le azioni del Pontefice non sono limitate al momento, ma che il suo è un programma ad ampio spettro.
Grazie alla dichiarazione sulla Fratellanza Umana, Bergoglio – oggi, tre anni dopo – ha potuto esprimere quelle che per lui sono le “tre urgenze educative”: il riconoscimento della donna in ambito pubblico; la tutela dei diritti fondamentali dei bambini e il “no” alla bestemmia della guerra e all’uso della violenza e delterrorismo ideologico.
Parole che forse non avrebbe mai potuto pronunciare se non avesse firmato quel documento.
Giangiacomo Nichols
Autore di “Il Papa alla sbarra – processo a Papa Francesco”.
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