A Palazzo Salmatoris a Cherasco sono in mostra quaranta opere di Joan Mirò che dialogano con opere di artisti a lui contemporanei
Joan Mirò approda a Cherasco a Palazzo Salmatoris a partire dal 15 ottobre fino al 22 gennaio prossimo, nella personale dal titolo “Joan Mirò. Genius loci. L’alfabeto del segno e della materia”.
“Joan Mirò, genio e maestrie catalane. La sua terra, matrice, punto di partenza e di ritorno continuo, baricentro spirituale della sua originalissima ricerca – spiega Cinzia Tesio, nella presentazione della mostra di cui è curatrice insieme a Riccardo Gattolin.
Palazzo Salmatoris, grazie all’impegno delle amministrazioni comunali, ha, da sempre, rivolto un’attenzione particolare all’arte moderna e contemporanea, promuovendo esposizioni delle opere di Massimo Campigli, Ligabue, Lucio Fontana e Picasso.
Le opere ora in mostra del maestro catalano, circa una quarantina, dialogano con i suoi contemporanei Dalí De Chirico, Capogrossi, Mathieu, Matta, Hans Hartung, Burri, Fontana, Vedova e Scarpitta. Questo accostamento consente di tratteggiare un panorama della ricerca artistica molto variegato. Ciascun artista, infatti, presenta una propria cifra stilistica e un segno unico.
L’esposizione unisce sale dedicate alla presentazione cronologica dei vari movimenti, dal surrealismo e espressionismo, fino all’arte trasgressiva, e sale monotematiche.
Sono anche esposte opere di grafica, una forma di espressione che Mirò riteneva molto originale, come dimostra il ciclo “Ubu roi”.
“La mostra su Mirò propone, nella sua costruzione – precisa Cinzia Tesio – una chiave di lettura particolare e interessante, proprio come avvenuto nelle esposizioni precedenti dedicate a Fontana e Picasso. Desideriamo incuriosire lo spettatore con un alto grado di confronto dialettico tra le opere del maestro catalano e quelle di artisti con i quali ha collaborato e si è confrontato nella sua lunga vita artistica”.
Questa esposizione parla di sogno, libertà e presenta un respiro profondamente internazionale. Costituisce la conferma della volontà da parte del Comune di Cherasco di proseguire un percorso, intrapreso da anni, di ricerca e proposta di mostre di alto livello.
Il celebre poeta e scrittore francese Raymond Queneau, nel saggio scritto nel 1949 dal titolo “Joan Mirò ou le poete prehistorique”,coniò un nuovo termine, “miroglifico”, per riferirsi alle opere dell’artista catalano, nato a Barcellona a fine Ottocento e spentosi a Palma di Maiorca nel 1983.
Nella produzione di Mirò, secondo Queneau, ricorrevano segni e elementi costanti, tanto da affermare che Mirò “fosse una lingua che bisogna imparare a leggere e di cui è possibile fabbricare un dizionario”. I miroglifici, quali caratteri di una scrittura ideografica, avevano la possibilità di essere associati a idee o oggetti, traducibili attraverso un alfabeto o un dizionario di riferimento.
Queneau, in realtà, ignorava l’esistenza di un ampio repertorio di disegni che l’artista consegnò alla Fundació di Barcellona, da lui stesso creata. Si tratta di cinquemila schizzi, prove frammentarie, bozzetti di approfondimento, studi e bozzetti preparatori di opere in cui ha espresso una scrittura enunciativa.
Avvicinatosi al movimento surrealista a partire dal 1924, anno del Primo manifesto del Surrealismo, Mirò risentì anche dell’automatismo, rendendo la sua arte libera e spontanea. La libertà psichica creativa, che faceva dire a André Breton che la personalità dell’artista si fosse fermata allo stadio infantile, rappresenta il carattere primario del surrealismo. Le sue forme rimandano alla bizzarria e all’innocenza, a mondi e personaggi che appartengono a un universo costante, immerso nella grazia e nell’armonia.
Il mondo di Mirò può essere considerato ai limiti della magia. L’osservatore, davanti ai suoi quadri, si catapulta in scene fantasiose, venendo a passeggiare all’interno delle scene raffigurate. Il mondo raffigurato da Mirò è colorato e i vari toni brillanti, dai gialli ai blu, dai verdi ai rossi, con la presenza anche di bianco e nero, sono in grado di creare composizioni armoniose e geometriche. Nei suoi quadri si riconoscono rombi, quadrati, cerchi, capaci di trasformarsi in parti del corpo umano, in animali, elementi naturali oppure oggetti. La sua capacità creativa si esprime attraverso un alfabeto giocoso e in una “pittura-scrittura” mai negativa.
La rassegna ha ricevuto il prestigioso Patrocinio del Ministero della Cultura e del Ministero della Cultura Spagnola presso l’Ambasciata di Spagna.
La mostra, che inaugura il prossimo 15 ottobre a Cherasco, è ospitata nella splendida cornice di Palazzo Salmatoris e sarà visitabile fino al 22 gennaio prossimo.
MARA MARTELLOTTA
Orari
Da mercoledì a sabato ore 9.30- 12.30; 14.30-18.30
Festivi ore 9.30/19
Ufficio Turistico-Cherasco Eventi
Tel 0172.427050
Mail info@chaerascosalmatoris.it
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