Carcere: “Blatte, docce rotte e cedimenti strutturali”

 

Grimaldi, Frediani e Ghibaudi di Antigone: “Senza svuotamenti, pene e percorsi alternativi non aiuteremo il carcere di Torino a voltare pagina”.

“A seguito del nostro sopralluogo al Lorusso e Cotugno ricordiamo al Ministero che siamo davanti ad una casa circondariale che ha una capienza regolamentare di 1097 detenuti ma che oggi trattiene 1392 persone (di cui 51 in regime di semilibertà) ed è quindi sovraffollato al 35%. Ci sono tanti motivi per cui andrebbero aumentate le pene alternative, evitate le misure cautelari non indispensabili e decongestionato il carcerce, serve permettere la ristrutturazione totale di interi padiglioni fatiscenti e inadeguati e rendere più vivibili le sezioni per i detenuti e le detenute” – dichiarano il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi e consigliere regionale, Marco Grimaldi, la consigliera regionale del Movimento 4 Ottobre, Francesca Frediani, e la delegata dell’associazione Antigone, Joli Ghibaudi.
“La sezione 11 del padiglione C, per esempio, va chiusa quanto prima. Basterebbe una rapida visita per capire che le docce inutilizzabili da mesi e il cemento armato deteriorato dagli anni rappresentano l’immagine di un ‘fine vita’ non rimandabile” – sottolinea la delegazione che in quattro ore di sopralluogo ha osservato tutti i padiglioni e si è trattenuta per una lunga conversazione con la direttrice.
“Abbiamo percepito la volontà di voltare pagina, di rispondere punto per punto alle tante cose da rivedere. Crediamo che la direttrice stessa sappia che queste persone hanno diritto a un percorso detentivo che sia davvero rieducativo e capace di garantire un pieno reinserimento nella società, in percorsi di lavoro e formazione e, ogni volta che si può, a misure alternative al carcere. Certo, davanti alle blatte e i topi che affollano le fondamenta, le intemperie che colpiscono i cavedi, le guaine e l’intonaco completamente sgretolato da pareti e soffitti rischia di infrangersi e si rende vano ogni tentativo di cambiamento.
“Servono risorse straordinarie ma, soprattutto, serve una cura e un’attenzione che non può nascere solo da chi vive e lavora dentro la casa circondariale. I detenuti hanno diritto a cure sanitarie, psichiatriche e assistenza, così come hanno diritto a mantenere i legami con il mondo fuori dal carcere e a percorsi di inserimento per la loro fine pena. Per questi motivi inviteremo anche l’Assessore Icardi al prossimo sopralluogo, affinchè possa rendersi conto che anche quelle persone hanno diritti e bisogni

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