Viviamo in tempi bui, sembra di essere nel Medioevo 4.0 in attesa che arrivi il Rinascimento. Il Covid ci avrebbe dovuto cambiare, dicevano. Eppure stiamo vivendo un forte momento di degenerazione sociale, abbiamo perso valori fondanti nella speranza di acquisirne di nuovi ma ancora con scarso risultato. Non esistono più regole da seguire e figure educative da rispettare. Galleggiamo in un mondo asettico e impersonale mediato dagli smartphone, spinti dalla forza motrice di una vita che è diventata sempre più stressante e faticosa. E in tutto questo perdiamo il nostro centro: personale e morale. Perdiamo noi stessi e ci dimentichiamo di chi siamo realmente, amalgamati e incelofanati in una società che, in fin dei conti, più che darci libertà ci reprime. Abbiamo bisogno di ritrovare la nostra centratura, di riprogrammare i nostri bisogni e le nostre priorità, di svincolarci dall’oppressione di una società che sta degenerando, di pensare soltanto a cosa ci rende felici e realizzarlo. E per riuscirvi serve discernimento. Serve chiedersi se quella situazione che stiamo vivendo stia apportando un contributo costruttivo alla nostra vita: se la risposta è no allora meglio distaccarsi, restare leggeri, non invischiarsi. C’è solo una priorità che davvero conta al giorno d’oggi: ritrovare se stessi ed essere felici.
Irene Cane
Psicologa
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