Covid e infortuni sul lavoro I dati di Inail Piemonte

Il 23esimo report della Consulenza statistico attuariale Inail rileva che nel mese di dicembre 2021 sono pervenute all’Inail Piemonte 611 denunce di infortuni da Covid; da inizio pandemia si registrano oltre 24.000 casi

Risalgono in Piemonte i casi di infortunio sul lavoro da Coronavirus: secondo le rilevazioni Inail sono infatti 611 i nuovi contagi segnalati nel mese di dicembre 2021, a fronte dei 210 casi del mese precedente e dei 104 di ottobre 2021. Dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2021 i casi registrati complessivamente in regione ammontano a 24.564, pari al 12,9% delle denunce pervenute a livello nazionale (191.046). Sono 62 i casi mortali occorsi in Piemonte (+1 rispetto a novembre), pari al 7,6% dei decessi da Covid registrati in Italia (811).

Il fenomeno nel 2021 è molto più contenuto rispetto all’anno precedente. L’analisi nella regione mostra che l’83,8% di tutti i contagi professionali è riconducibile all’anno 2020 (percentuale più elevata rispetto a quella media nazionale del 77,7%), il restante 16,2% al 2021. Il picco regionale si registra in corrispondenza di novembre 2020, con un quarto di tutte le denunce pervenute da inizio pandemia, altro picco si osserva ad aprile 2020 (il 15,7% di contagi). “I dati di fine anno consentono di tracciare un primo bilancio del biennio 2020-2021 dimostrando che, nonostante negli ultimi 3 mesi si registri una risalita, il fenomeno nel 2021 è molto più contenuto rispetto allo scorso anno, con un andamento tendenzialmente decrescente fino a settembre” commenta Giovanni Asaro, Direttore regionale Inail. “Riceviamo ancora una volta la conferma che la copertura vaccinale dei lavoratori rimane la strada maestra per ridurre al minimo l’impatto della pandemia nei luoghi di lavoro e consentire il normale svolgimento delle attività economiche. L’Inail Piemonte ha pertanto coerentemente proseguito in questa direzione contribuendo alla campagna vaccinale nei confronti di uno specifico target di lavoratori e di lavoratrici i cui datori di lavoro non siano tenuti alla nomina del medico competente secondo il d.lgs. 81/2008 (categoria aperta comprendente ad esempio colf e badanti dipendenti da datori di lavoro privati ecc.) e/o appartenenti ad aziende che non abbiano convenzioni con strutture sanitarie private; dopo aver organizzato nei mesi estivi sei Open Days Inail in tutto il territorio regionale presso gli hub vaccinali messi a disposizione dalla Regione, nel mese di ottobre l’Inail Piemonte ha attivato con le medesime modalità quattro nuovi Open Days Inail presidiati da personale sanitario dell’Istituto appositamente formato”.

Il Piemonte è la seconda regione più colpita dai contagi. Il Piemonte con il 12,9% dei casi totali detiene il secondo posto tra le regioni più colpite dal contagio, dopo la Lombardia (25,3%). Seguono il Veneto (10,5%), l’Emilia Romagna (8,3%), e il Lazio (6,8%).

Per i casi mortali il Piemonte è al quarto posto (con una percentuale dei decessi da Covid registrati a livello nazionale del 7,6%), preceduto dalla Lombardia (24,5% dei casi totali), dalla Campania (13,3%) e dal Lazio (10,7%).

Tra le province italiane con il maggior numero di contagi da inizio pandemia il primato negativo spetta a Milano, con il 9,8% del totale delle denunce, Torino è la seconda (6,9%) seguita da Roma (5,4%), Napoli (4,0%), Brescia e Varese (2,5% ciascuna). Nel mese di dicembre Torino, con 345 nuove denunce, è in seconda posizione tra le province che hanno registrato il maggior numero di contagi professionali nel corso del mese, preceduta dalla provincia di Milano. Per quanto riguarda invece i decessi da Covid contratto sul lavoro da inizio pandemia, Torino si attesta in quinta posizione con la percentuale del 4,1%, preceduta nell’ordine da Napoli (8,0%), Roma (7,8%), Milano (6,5%) e Bergamo (6,3%).

Più della metà delle denunce del Piemonte concentrata in provincia di Torino. L’aumento delle denunce relativo al mese di dicembre ha riguardato tutte le province della regione, ma in particolare in termini assoluti Torino e in termini relativi Cuneo.

Analizzando nel dettaglio la situazione infatti emerge che nel periodo 1° gennaio 2020 – 31 dicembre 2021 è sempre nella provincia di Torino che si concentra oltre la metà delle denunce: 13.127, pari al 53,4% dei casi del Piemonte (345 le denunce registrate a dicembre 2021, a fronte dei 116 casi relativi al precedente mese di novembre). Seguono la provincia di Cuneo (3.414 casi totali, 126 casi in più rispetto all’ultima rilevazione), quella di Alessandria, 2.494 denunce (+ 65 rispetto a novembre), di Novara (1.895 casi, 28 in più del mese precedente). Nell’Astigiano da inizio pandemia le denunce sono 1.290 (12 casi in più rispetto a novembre); nel Verbano-cusio-ossola 960 (+9); nel Vercellese 846 (+10); chiude la graduatoria il Biellese con 608 denunce dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2021 (16 in più rispetto all’ultima rilevazione).

Il decesso segnalato nel mese di dicembre è riferibile alla provincia di Torino che passa da 32 a 33 casi mortali (periodo 1° gennaio 2020 – 31 dicembre 2021).

Il maggior numero di casi nel settore della sanità e assistenza sociale. Rimangono stabili le percentuali che emergono dall’analisi per attività economica. Nell’ambito della gestione assicurativa dell’Industria e servizi dove si concentra la maggioranza dei casi (98,9%), il 60,0% delle denunce codificate per settore di attività economica (Ateco) riguarda il settore della “Sanità e assistenza sociale”, in particolare il 51,1% dei casi l’assistenza sanitaria.

Il settore dell’“Amministrazione pubblica” rappresenta il 20,5% dei contagi professionali, in particolare gli organismi predisposti alla sanità come le Asl, e le amministrazioni regionali, provinciali e comunali.

Il settore “Noleggio e servizi alle imprese” registra il 5,5% delle denunce codificate, in particolare le attività di ricerca e fornitura del personale con il 47,4% dei casi e di supporto alle imprese 36,3% (vigilanza, pulizia e call center). Tra i più colpiti gli addetti alle pulizie e i lavoratori interinali “prestati” a svariate attività e professionalità (comprese quelle di natura sanitaria e di pulizia). Nel settore dei Servizi di alloggio e ristorazione, presente con il 3,2% delle denunce, secondo l’ultimo report i casi sono concentrati prevalentemente nel comparto della ristorazione (79,2%).

Il settore delle “Attività professionali, scientifiche e tecniche” (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale) conta il 2,2% delle denunce, in particolare nell’ambito della consulenza aziendale e di direzione (49,0% dei casi).

Il settore “Trasporti e magazzinaggio” conta il 2,0% delle denunce, di cui il 66,4% nei servizi postali e attività di corriere.

Il comparto “Manifatturiero” (addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare) registra l’1,9% dei casi, il 38,4% ha coinvolto il settore alimentare.

La gestione per conto dello Stato (amministrazioni centrali dello Stato, scuole e università statali) registra l’1,0% dei casi; l’Agricoltura riporta lo 0,1% delle denunce.

 

Infermieri, operatori sanitari e medici le professioni più colpite. L’analisi per professione evidenzia sempre la categoria dei tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti ecc.) come quella più coinvolta da contagi, con il 37,2% delle denunce complessive, il 78,0% delle quali relative a infermieri mentre il 6,4% riguarda assistenti sanitari e il 3,7% fisioterapisti.

Seguono le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (26,3% delle denunce complessive, di queste il 99,7% riguardano gli operatori socio-sanitari); i medici (8,1%) di cui il 36,0% sono medici generici e internisti; le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati con il 5,1% delle denunce (di queste l’82,3% provengono da operatori socioassistenziali, il 4,9% sono assistenti socio-sanitari, in prevalenza con funzioni di sostegno in istituzioni); con il 4,4% delle denunce il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (di queste il 71,7% sono di ausiliari ospedalieri, il 14,8% di ausiliari sanitari e portantini e il 7,8% di inservienti in case di riposo); sempre con il 4,4% delle denunce gli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali (di queste il 34,1% sono di impiegati amministrativi, il 22,0% di assistenti amministrativi, il 17,0% di coadiutori amministrativi).

Per quanto riguarda i decessi l’87% dei casi riguarda la gestione assicurativa dell’Industria e servizi, in particolare il settore della “Sanità e assistenza sociale” (poco più di un caso ogni cinque tra i codificati), il restante 13% la gestione per conto dello Stato; i lavoratori più colpiti: medici, infermieri e operatori sanitari, con il 31% dei decessi.

Oltre sette su 10 contagiati sono donne; quattro contagiati su 10 nella fascia di età 50-64 anni. Il 76,2% dei contagiati sono donne e il 23,8% uomini: il Piemonte continua a essere la prima grande regione con la maggior percentuale di lavoratrici colpite dal virus, preceduta soltanto dalla Valle d’Aosta e dalla Provincia autonoma di Trento che presentano rispettivamente il 77,7% e il 77,3% di donne contagiate sul lavoro da inizio pandemia. Rimane stabile la ripartizione delle denunce per classe di età e genere: il 43,0% dei casi denunciati è concentrato nella fascia di età 50-64 anni, seguita da quella 35-49 anni (36,8%) e 18-34 (18,3%).

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