Riceviamo e pubblichiamo
LA CAMPAGNA REFERENDARIA PER LA GIUSTIZIA GIUSTA CHE ABBIAMO PROMOSSO INSIEME A MATTEO SALVINI E’ LA PREMESSA PER UNA RIFORMA RADICALE DELLA GIUSTIZIA, CHE FAREMO ANCHE IN NOME DI ANGELO BURZI E DELLE MIGLIAIA DI VITTIME DI QUESTA GIUSTIZIA E DI QUESTA INFORMAZIONE.
Il commento di Maurizio Turco, Segretario del Partito Radicale, e Irene Testa, Tesoriere del Partito Radicale
Angelo Burzi è l’ennesimo martire, testimone di una “giustizia giusta” che lui ha invano cercato in questa “giustizia”.
Molte delle lacrime versate in queste ore potevano essere risparmiate, non solo nei suoi confronti ma di tutti coloro che vivono l’onta dell’inquisizione giudiziaria accompagnata dalla prima pagina di giornali e telegiornali. Non è un caso che gli ordini degli inquisitori e dei giornalisti soffrano all’idea di dover rinunciare alla lapidazione mediatica, prima, durante e dopo il processo che si deve tenere nel luogo deputato: il Tribunale. A ciò si aggiunga l’ampio margine di manovra rispetto alle leggi scritte che i magistrati reclamano. Senza tralasciare l’accondiscendenza della politica che ha l’obbligo, attraverso le leggi, di riformare questa giustizia. La giustizia italiana, dai tempi lunghi e dalle migliaia di sue vittime sbattute in prima pagina, che spesso infligge una carcerazione preventiva spropositata nelle motivazioni e nella durata, dagli scandali nella e della magistratura; è arrivata a questo stato di degrado a fronte dell’inerzia ultradecennale del Parlamento.
Una democrazia fondata sullo Stato di Diritto esige che l’ordine giudiziario giudichi sulla base delle leggi approvate dal potere politico.
L’appuntamento referendario di primavera, che abbiamo promosso insieme a Matteo Salvini è la premessa di una riforma radicale della politica e della giustizia.
Abbiamo davanti un fazzoletto di settimane per assicurare ai cittadini di essere informati e a noi di essere conosciuti, non sarà facile visto il silenzio degli organi di “informazione” di fronte alla condanna dell’Italia da parte della CEDU per avere escluso dalla partecipazione mediatica e politica, per avere censurato la Lista Marco Pannella.
Porteremo avanti la campagna referendaria in nome di Angelo Burzi e di tutte le vittime della giustizia e dell’informazione italiana.
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