Finalmente riparte una esperienza politica nel nostro paese che in questi ultimi anni, in ossequio ai dogmi del populismo anti politico, demagogico, giustizialista ed antiparlamentare dei 5 stelle, non aveva più diritto di cittadinanza.
Si tratta del “centro”. O meglio, di una “politica di centro”. Certo, negli anni in cui dominavano – cioè in questi ultimi 10 anni – alcune regole di fondo, quella esperienza non poteva esistere. Le riassumo per maggior chiarezza: no alla cultura della mediazione, no alla cultura di governo, sì ad una classe dirigente improvvisata e casuale, no alla competenza della classe politica ed amministrativa, sì al giustizialismo manettaro, no alle culture politiche del passato e, dulcis in fondo, assolutamente no a tutti i partiti tradizionali del passato in quanto accozzaglie di malcostume politico e di incapacità di sintonizzarsi con le nuove domande ed esigenze della pubblica opinione.
Com’è finita la storia è sotto gli occhi tutti. Il populismo è sostanzialmente fallito, la classe politica è stata, di fatto, commissariata – e per fortuna al Colle c’è una persona che si chiama Sergio Mattarella e al governo è approdato un signore che si chiama Mario Draghi -, i partiti sono ridotti a grigi cartelli elettorali e le culture politiche, riformiste e costituzionali, stentano a decollare in quanto cancellate.
Ora, sabato scorso al Teatro Brancaccio di Roma, su iniziativa di Clemente Mastella e di moltissimi esponenti politici – dirigenti politici ed amministratori locali di quasi tutte le regioni italiane – è decollato un partito denominato “NOI DI CENTRO” che ha un grande obiettivo e che coltiva una grande ambizione. E cioè, ridar vita ad una sorta di “Margherita 2.0”. Ovvero una federazione che raggruppi le varie sensibilità riformiste presenti nel nostro paese e che sono state sacrificate in questi ultimi anni sull’altare degli “opposti estremismi”, cioè di due colazioni che avevano – e che hanno – il solo compito di perseguire la reciproca delegittimazione morale e politica. Cioè ognuno lavora per distruggere sistematicamente l’altro.
Un progetto politico, comunque sia, che non guarda al passato nè è tentato da regressioni nostalgiche. Ma, al contrario, punta deliberatamente a costruire un polo politico e di governo distante da ogni sorta di populismo della sinistra e di sovranismo della destra.
Del resto, l’esperienza di un centro riformista e democratico, ha caratterizzato le migliori stagioni politiche del nostro paese e ha contribuito, con le sue scelte e con la sua classe dirigente, a guidarlo. Anche nelle fasi più difficili, più drammatiche e più convulse. È di tutta evidenza che il fallimento politico e di governo delle forze populiste e sovraniste impone quasi per decreto un rapido cambiamento di rotta. E l’iniziativa di Mastella, e con lui di molti altri esponenti dell’area liberal democratica, cattolico popolare e sociale e liberal, può davvero contribuire ad invertire la rotta. Al contempo, si dovranno superare tutte quelle rivalità personali che da sempre, purtroppo, accompagnano il cammino quotidiano della politica. Ma, come diceva Alexis de Tocqueville, quando “un progetto è chiaro e credibile un leader si trova per strada”.
Ecco perchè, soprattutto in vista delle prossime elezioni generali, il quadro politico attuale è destinato a cambiare. E a cambiare in profondità. E il “centro” di governo, democratico e riformista tornerà ad avere un ruolo importante nello scenario politico italiano. Come del resto è sempre stato, salvo la triste e decadente stagione politica di questi ultimi anni.
Giorgio Merlo
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