La consigliera regionale Monica Canalis: “L’interesse prevalente deve essere la la sicurezza, il benessere e la cura del minore, più che la tutela degli adulti. Si rischia di alimentare la contrapposizione tra famiglia e servizi sociali e tra famiglia d’origine e famiglia affidataria.”
«Nell’audizione svoltasi in IV commissione consiliare, a più riprese il Coordinamento regionale degli Enti Gestori delle Funzioni Socio Assistenziali, l’Ordine regionale degli Assistenti Sociali e il Tavolo regionale affidi hanno chiesto di modificare il titolo e alcuni contenuti fuorvianti o carenti del disegno di legge regionale “Allontanamento zero”.
È ritenuto fuorviante parlare di azzeramento degli allontanamenti o mettere sullo stesso piano l’interesse dei minori e quello dei loro genitori, così come prescrivere sempre e comunque un sussidio economico per le famiglie d’origine o porre vincoli eccessivi ai progetti di sostegno alla famiglia, mentre è ritenuto fortemente carente non prevedere alcuna risorsa economica aggiuntiva, nell’illusione di potenziare i servizi con un bilancio regionale a saldo zero.
Gli allontanamenti sono una misura residuale e temporanea talvolta necessaria alla tutela del minore, che quindi non può e non deve essere azzerata. L’obiettivo primario, sancito dall’ordinamento italiano, non è quello di preservare la convivenza con i genitori, ma di garantire la sicurezza, il benessere e la cura del minore.
Il ddl Caucino, invece, si concentra più sui genitori naturali che sull’interesse del minore e persegue un modello operativo molto teorico, incentrato sui parenti fino al quarto grado e su un Piano Educativo Familiare estremamente rigido, che sembra più che altro teso ad ingabbiare l’operatività dei servizi sociali, sovrapponendosi ai sussidi economici in essere, come l’Assegno Unico e il Reddito di Cittadinanza.
Il testo attuale rischia, pertanto, di alimentare una contrapposizione tra famiglia e servizi sociali, tra diritti del minore e diritti dell’adulto, tra famiglia d’origine e famiglia affidataria, senza mettere un euro in più e, anzi, rallentando il lavoro dei servizi con nuove prescrizioni farraginose e non personalizzate sul singolo caso.
Criticità emerse con chiarezza, ma anche con la massima disponibilità a collaborare per migliorare il testo.
Purtroppo l’assessore Caucino era assente, ed è improbabile che terrà conto dei rilievi provenienti da chi, tutti i giorni, accompagna i minori e le famiglie nelle loro difficoltà».
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