Prospettive marxiste

Marcello Ingrao, 50 anni, nato a Novara, cresciuto a Vercelli, ma residente a Casale Monferrato. Un cognome che è una garanzia a sinistra, nonostante suo padre si chiamasse Pietro Ingrao come il ‘nume tutelare’ del Pci, anche se non vi è nesso di parentela.

Attualmente è editore della rivista ‘Prospettiva Marxista’ che sta portando avanti alcune interessanti iniziative editoriali.

Come è nata questa iniziativa editoriale ?

E’ nata nel gennaio del 2005 dall’esigenza di diversi compagni provenienti da esperienze politiche precedenti, una parte notevole da Lotta Comunista da cui ci si è separati non condividendo più alcuni aspetti di analisi strategica.

L’esigenza era quella di dare vita ad una rivista che facesse da perno ad un processo formativo di militanti sulla base del marxismo.

C’è un collegamento con partiti politici ?

No, operiamo in un’area di contatti con formazioni politiche, con realtà del sindacalismo di base, con altre riviste teoriche.

Scusi ma oggi, anno 2021, dirsi marxisti o comunisti non è anacronistico ?

La nostra formazione politica, la nostra scuola politica, non ha mai considerato l’Urss la realizzazione del comunismo, in questo senso siamo sempre stati critici. Il nostro è un comunismo anti-stalinista. La narrazione della fine del comunismo non è reale. Nel 1989 è crollata una forma di capitalismo di Stato. Nel rispondere alla domanda se è anacronistico la risposta è no perché: il comunismo non è morto e tanto meno non lo è alla luce delle contraddizioni emerse dal capitalismo. La critica marxista è ancora più attuale di quello che era ai tempi di Marx e di Engels.

A questo punto direi di parlare di Prospettiva Marxista …

E’ una rivista che esce ogni 2 mesi di carattere teorico e di analisi economico-politica.  Abbiamo poi 3 iniziative editoriali, i libri di nostra elaborazione, pubblicati come redazione, il ‘Filo Rosso’ che ha visto l’uscita del ‘Soviet dei disoccupati’ e del ‘Testamento di Lenin’, la Biblioteca che sinora ha editato uno scritto di Lenin sulla Polonia e  ‘Il fascismo in Italia. Leningrado 1926’.

Quest’ultima, recentissima pubblicazione,consente una lettura del fascismo da un’angolazione particolare …

‘Il fascismo in Italia’ è uno studio inerente alla scuola dei quadri di Leningrado nel 1926. Esso ci pone di fronte ad un testo elaborato e scritto da militanti politici per militanti politici. Questa pubblicazione parte da lontano, nel 1965 ,quando le Edizioni del Gallo (casa editrice del Psi) iniziavano a pubblicare gli ‘Strumenti di lavoro’. Renzo De Felice, allora direttore dell’Archivio Generale dello Stato, fornì a Cesare Bermani e a Gioietta Dallò degli scritti, una sorta di materiale didattico per i quadri dell’Internazionale Comunista che erano stati sequestrati a Roma nel novembre del 1926. Questi scritti analizzavano il fenomeno fascismo e sono una testimonianza di come i quadri comunisti dell’epoca studiassero a fondo le varie problematiche. La loro lettura è entusiasmante perché dimostra come si formassero e cosa studiassero i quadri comunisti nel 1926

In che particolare contesto storico si colloca questo testo ?

In un crinale storico drammatico: da un lato ci sono le leggi fascistissime e la lira a quota 90, dall’altro la statalizzazione dello stalinismo. Ed è anche l’anno, il 1926, della resa dei conti tra Bordiga e Stalin.

Ma non c’è solo questo …

No, perché mette in discussione una leggenda politica e storiografica, ovvero la primogenitura togliattiana delle ‘Lezioni sul fascismo’ di Togliatti apparse solo nel 1935, poi riprese da Luigi Longo e da Guido Quazza.

Chi è l’autore di questo testo tanto importante, quanto sino ad oggi sconosciuto ?

L’apparato di note ampliato rispetto all’edizione ciclostilata a tiratura limitata del 1965 ed un’appendice notevole consentono di fare luce sul probabile autore nella persona di Bruno Ricci. Socialista, romagnolo, direttore de ‘Il Lavoratore di Trieste’ e de ‘La lotta di classe’, accusato di aver ucciso Clearco Montanari e di aver tentato di uccidere Leandro Arpinati. Nel 1929 prese contatti con Mussolini al quale dava del ‘tu’. Fu una delle figure dell’area della sinistra che venne abbagliata dal miraggio del corporativismo. Su di lui è caduto un obblio dovuto al fatto di aver avuto un passato non coerente ma, per noi, non è motivo di ignorare il lavoro del 1926.

I vostri libri dove si possono trovare ?

Sicuramente alla Libreria Il Labirinto di via Benvenuto Sangiorgio a Casale Monferrato, oppure scrivendo a redazione@prospettivamarxista.org.

Prossimi lavori in programma ?

Stiamo lavorando ad un’opera biografica sulla figura dei rivoluzionari in Italia durante il Biennio Rosso.

Massimo Iaretti

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