Riceviamo e pubblichiamo
La sfilza di autorevoli, prestigiosi sostenitori alla candidatura di Angelo d’Orsi a sindaco di Torino, tra questi quelli di Ken Loach, Alessandro Barbero, Citto Maselli, Ascanio Celestini, ci riempie di orgoglio.
Non poteva esserci migliore conferma del valore della candidatura che abbiamo proposto tra lo stupore iniziale di tanti osservatori e commentatori a cui torna più comodo parlare della fine piuttosto che della ricostruzione della sinistra. E invece la sinistra, quella che non si omologa e non si arrende allo stato delle cose, continua ad esserci, nonostante le non poche difficoltà, nonostante l’oscuramento mediatico riservato a coloro che non rientrano nella cerchia del potere. Una sinistra presente nei luoghi di lavoro e di studio, nei luoghi della sofferenza e del conflitto sociale, nei movimenti di cambiamento e, visto che parliamo di amministrative, una sinistra in campo con candidature e adesioni da fare invidia.
Sia chiaro, tutto ciò non sarebbe stato possibile senza una convergenza delle forze di alternativa. Noi abbiamo lavorato in prima persona come Rifondazione Comunista e Sinistra in Comune per questo, abbiamo agito da coagulo convinti come siamo che questa sia la strada per tornare a essere promotori del cambiamento. A prescindere dal risultato elettorale – risultato che auspichiamo essere buono – abbiamo imbastito una operazione unitaria che tornerà utile per contrastare ogni forma di settarismo e autoreferenzialità. Intanto, anche per gli organi di informazione mainstream, è diventato difficile nascondere del tutto la portata della operazione messa in campo con la candidatura di Angelo d’Orsi.
Per mesi non c’è stato alcun confronto effettivo di idee, programmi, candidati. Tutto lo spazio è stato dato agli schieramenti di governo. Un modo per escludere dalla rappresentanza quelle forze politiche e quei gruppi sociali poco proni al potere. Tra questi gli operai, i precari, i poveri, i migranti, i piccoli autonomi, al maschile o al femminile. Ora lo schema, in una certa misura, si è rotto. Grazie a tutt@ quelli che si sono adoperati per dare risalto alla candidatura di un “intellettuale organico” al movimento operaio e di sinistra, una candidatura di rilievo nazionale e internazionale. Un grazie grande a Gastone Cottino, partigiano, giurista insigne, compagno carissimo che per primo si è speso per sostenere una candidatura controcorrente nel mondo un po’ rassegnato e un po’ opportunista di buona parte dell’intellettualità torinese. La costruzione di un’altra storia per Torino è possibile oltre che necessaria. Buon lavoro e auguri di buone cose a tutti quelli che hanno scelto o stanno pensando di non stare alla finestra.
Ezio Locatelli, segretario provinciale Rifondazione Comunista di Torino
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