Serve maggiore responsabilità. La presenza del primario di Malattie Infettive di Novara, Pietro Luigi Garavelli, alla manifestazione “no pass” di Alessandria lascia perplessi e preoccupa.
Anche se il suo intento è stato di carattere “informativo”, come dichiara agli organi di stampa, la scelta della modalità non è stata certamente felice, ma sono soprattutto alcuni messaggi che preoccupano, perché in contrasto con le indicazioni delle istituzioni sanitarie e della comunità scientifica. Apprendiamo dai media, infatti, che il dott. Garavelli avrebbe espresso dubbi sulla vaccinazione per gli under 40 e promosso l’uso di idrossiclorochina e monoclonali, nonostante questi ultimi siano sperimentali e sulla prima l’AIFA dichiara che non ci sono evidenze sull’efficacia, pertanto la esclude dall’uso ospedaliero e ne prevede, in casi eccezionali, l’uso off label solo per i casi meno gravi.
Invitiamo il dottor Garavelli ad esporre le sue tesi all’interno della comunità scientifica e a confrontarsi con i propri colleghi attraverso studi, ricerche e dibattiti tra operatori sanitari. E’ in quel contesto che le tesi vengono accreditate o confutate, e non in piazza. Per ora, prendiamo atto che le sue non sono sufficientemente corroborate.
Nel momento in cui occorre uno sforzo collettivo per portare a termine la campagna vaccinale e rilanciare tutte le pratiche di tutela e protezione personale, i dipendenti della sanità pubblica devono mantenere comportamenti ed atteggiamenti di massima responsabilità, e non alimentare confusione.
Apprendiamo inoltre, sempre dagli organi di stampa, che il dottor Garavelli da tempo sarebbe assente dalle corsie dell’ospedale di Novara per ragioni di salute, che però non gli hanno impedito però di essere in piazza a manifestare le sue tesi. Ci auguriamo sia nelle condizioni di tornare presto al lavoro per dare una mano ai tanti colleghi impegnati nella lotta al Covid e nell’abbattimento delle liste d’attesa.
Domenico Rossi – Vicepresidente Commissione Sanità
Daniele Valle – Coordinatore Gruppo di Lavoro Covid
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