È inutile girarci attorno. Sergio Mattarella è stato in questi anni il vero, autentico e quasi esclusivo punto di riferimento degli italiani.
Ci sono momenti, simbolici e forse anche emotivi, che restano
scolpiti nella memoria di ciascuna persona, di ciascun italiano, quindi di un popolo, di una
comunità. Quei momenti si racchiudono in alcune immagini, drammatiche e storiche, e appunto
emozionanti, che hanno visto come protagonista il nostro Presidente della Repubblica. Immagini
che ci ritornano in mente ripercorrendo questi ultimi tempi. La presenza solitaria e di grande
impatto emotivo davanti al Mausoleo del Milite Ignoto il 25 aprile del 2020; le mani soffici sulle
bare, triste conseguenza ed epilogo della terribile pandemia; e, finalmente, le mani leggermente
alzate dopo il gol dell’Italia nella recente finale dei Campionati Europei di calcio come momento di
rinascita e di gioia. Momenti diversissimi tra di loro ma che hanno visto il Presidente, il nostro
Presidente, accompagnarci con la consueta sobrietà, con un naturale equilibrio e con un
messaggio concreto e potente che non trasmetteva parole o proclami ma esempi. Esempi vissuti,
interiorizzati e trasmessi con la Sua alta e concreta testimonianza.
Ecco, Sergio Mattarella è destinato ad entrare nella storia politica, istituzionale e culturale del nostro paese grazie soprattutto al suo modo d’essere.
Ha rappresentato, e rappresenta, non “un” punto di riferimento ma “il” punto di riferimento più autorevole per la nostra comunità che ha
attraversato momenti drammatici ma che ha sempre intravisto una luce in fondo al tunnel. E, sotto
questo versante, il ruolo e la funzione esercitate da Mattarella sono sempre state ispirate a serietà
e determinazione avendo come unico ed esclusivo obiettivo quello di mantenere la barra dritta
guardando al faro della Costituzione che continuava ad illuminare il futuro della nostra comunità
contribuendo a sciogliere i nodi, intricati e complessi, che si affacciavano di volta in volta
all’attenzione provocati da una politica confusa, trasformistica ed irresponsabile.
Ma il magistero politico ed istituzionale di Sergio Mattarella, in questi oltre 6 anni di mandato, è
stato molto di più. Perchè attraverso il suo stile sobrio e riservato ha indubbiamente contribuito a
riavvicinare i cittadini alle Istituzioni e quindi allo Stato e, soprattutto, ha ridato credibilità ed
autorevolezza alle stesse istituzioni democratiche. Non era facile questo compito educativo,
pedagogico, politico e culturale allo stesso tempo. Soprattutto in un contesto politico
caratterizzato, purtroppo e ancora, dal populismo, dall’antipolitica, della demagogia e da una
diffusa voglia di delegittimare moralmente e politicamente l’avversario politico. E seppur in un
contesto difficile e complesso, Mattarella è riuscito, senza mai interferire con gli altri poteri dello
Stato, ad indicare la strada migliore e realisticamente percorribile per sciogliere gli innumerevoli
nodi politici e istituzionali.
Per questi motivi siamo felici di fare gli auguri al nostro Presidente della Repubblica. Nessuno sa,
ad oggi, come ovvio e scontato, cosa capiterà dopo il semestre bianco. E quale sarà il futuro
politico ed istituzionale del Presidente Mattarella. L’unica cosa che sappiamo, per certo, – come
cittadini, come democratici, come italiani e anche come cattolici democratici e popolari – è che il
magistero concreto di Sergio Mattarella deve proseguire. Per il bene del nostro paese, per la
qualità della nostra democrazia e per la credibilità delle nostre istituzioni democratiche.
Molti auguri caro Presidente Mattarella.
Giorgio Merlo
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