“Abbiamo creduto fino all’ultimo nel progetto Italcomp, nella lungimiranza dell’idea di un polo italiano di produzione per compressori.
La pandemia ci ha mostrato come delocalizzare la produzione di componenti sia del tutto miope anche dal punto di vista delle imprese, perché se qualcosa nelle importazioni si blocca, tutta la produzione si ferma e questo vale anche per gli elettrodomestici. Ecco perché resto convinto che serva una filiera dei compressori più corta e che quel progetto fosse l’unico in grado di immaginare il futuro. Il Ministro Giorgetti ha voluto a tutti i costi attendere che un privato salvasse la situazione, ma non è stato così e oggi dal Governo non arrivano soluzioni alternative” – ha dichiarato il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, intervenuto in Sala della Trasparenza, piazza Castello, al tavolo di crisi sulla ex Embraco convocato dall’Assessora Chiorino, mentre di fronte si svolgeva il presidio dei lavoratori.
“Siamo stati di fronte ad ‘accaparratori’ senza scrupoli che, dietro le promesse di nuovi investimenti, hanno ottenuto incentivi per poi abbandonare la nave” – ha proseguito Grimaldi. – “Non dovremmo vergognarci dell’intervento pubblico, sono loro che devono provare vergogna per le pratiche sconsiderate che perseguono. Penso però che oggi che la politica tutta debba chiedere scusa ai lavoratori Embraco e a moltissimi altri, e prendere atto di non aver saputo, in questi anni, porre un freno alle delocalizzazioni e alle operazioni corsare di molti imprenditori sulla pelle di chi lavora. Il fallimento della nascita del polo dei compressori con la Acc e le prese in giro di 5 anni di reindustrializzazioni promesse dai Ministri che si sono succeduti non lasciano scampo. Come ha detto Landini, ‘la ex Embraco è l’esempio di come non si fa politica industriale’. Si ritorni sui propri passi: l’obiettivo non può essere tenere a casa i lavoratori all’infinito, gli ammortizzatori servono a restare agganciati all’unico progetto che ha un futuro, ovvero la nascita del polo italiano di produzione per compressori. E ora tutti a Roma a manifestare sotto i palazzi del Governo: questa vicenda, insieme a quella della Gigafactory, mostrano che il Piemonte e Torino sono stati abbandonati al declino dei propri settori produttivi, nel disinteresse generale di imprenditori e opinionisti. Non è accettabile”.