Una donna capolista

IL COMMENTO  di Pier franco Quaglieni   L’articolo di ieri sulle donne e le prossime amministrative di ottobre ha sollevato un vasto dibattito 

Nessuno degli interlocutori ha toccato le quote rosa, un escamotage per rivendicare posti , un tema ormai obsoleto che appartiene all’ era che parte da Bindi – Turco per giungere a Boldrini.
Molti  hanno messo in evidenza gli esiti disastrosi del primo sindaco donna (con il ballottaggio) della Città  Appendino.
Si tratta di un argomento forte contro, ma, per fortuna, è  in effetti molto fragile perché la colpa maggiore di Appendino è di essersi circondata di collaboratori uomini che l’hanno portata alla perdizione politica e giudiziaria.  C’è chi ha lamentato che le donne devono sempre passare i raggi X, cosa che non è richiesta agli uomini e c’è chi ha messo in evidenza il numero relativamente basso di donne impegnate in politica : la maggioranza di chi fa politica nei partiti è maschile . Altrettanto si può dire per le cariche pubbliche ricoperte. La presidente di una nota e prestigiosa associazione femminile mette in evidenza come in Italia i grandi e rari esempi delle donne politiche passate  (Anselmi, Jotti, Merlin) e presenti (il Presidente del Senato  Casellati , ad esempio) non siano seguiti. Una nota professionista ricorda che ,quando le chiesero di candidarsi, fu per utilizzarla come portatrice d’acqua, pur promettendole l’elezione certa. C’è in effetti un solo leader donna , la Meloni , che ha dimostrato di  sapere dirigere il partito sulla carta più maschilista, almeno per tutta la sua storia vicina e remota. Nessun partito italiano ha voluto affidarsi ad una donna, neppure la Dc o il Pci. Il Pd nelle sue continue beghe interne sembra trovare compattezza solo sul disegno di legge  Zan che molte autorevoli femministe rifiutano. Berlusconi ha dato spazio alle donne al governo, ma certo non può dirsi un femminista, al di là delle memorabili e miserevoli  cene eleganti che hanno devastato la sua immagine pubblica. A Torino l’unica candidata sindaca sarà quella designata dal partito comunista di  Marco Rizzo, una delle persone più serie e coerenti della politica italiana. Una mia lettrice fa una proposta concreta che faccio mia : le diverse liste mettano capolista una donna. Sarebbe un bel segnale che riequilibrerebbe la deriva maschilista che, a sinistra,  recupera anche i Carneadi maschi che nessuno conosce , come candidati sindaci , destinati alla sconfitta sicura.  Di donne non Carneadi nelle professioni e negli affari  che potrebbero dare un grande contributo alla città ce ne sono molte. Una lettrice mi cita l’avv. Anna Chiusano , figlia del principe del Foro Vittorio ,capolista liberale e capogruppo del PLI a Palazzo Civico. La conosco anch’io, è una donna capace e preparata,  saprebbe portare la sua esperienza al servizio per la Città ,soprattutto potrebbe dare un ‘imprimatur liberale  autorevole che il centro – destra non ha ancora. Per rinnovarsi le diverse liste dovrebbero affidarsi alle donne . Solo i grillini , viste le esperienze , dovrebbero fare molta attenzione sulle  loro candidate donne ….Ma questo è un altro discorso.
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